Quel pacco  era veramente sostanzioso e quell’affare aveva tutta l’aria di essere davvero massiccio. R.M. non resisteva più e doveva liberare quell’arnese intrappolato in quel materiale nero simile al lattex. Erano giorni che ci pensava, lo accarezzava l’idea di condividere la sua soddisfazione con altri, sognava di avere un pubblico con cui spartire la sua eccitazione. Aveva preso accordi affinché tutto potesse procedere come aveva programmato e, anche se quell’uomo non era più un ragazzino, e si sospettava che qualche esperienza in merito l’avesse avuta, aveva trovato solo in rete quello che a lui stimolava in modo più conveniente.  Attendeva quel sabato di fine Gennaio come un bambino ansioso aspetta la mattina di Natale per aprire i suoi doni. Non riusciva a darsi pace,  nella sua mente contava le ore e i minuti, fremeva in attesa del momento giusto per liberare il pacco e tirare fuori quel suo nuovo strumento di piacere.  Anche gli altri accorsi per l’occasione erano stati contagiati da quel sottile stato febbrile di euforia  e non vedevano l’ora che lui mostrasse a tutti quel portentoso robusto e imponente affare a cui pensava da tempo.  Liberò quella bestia e la prese fra le mani. Io una cosa così grande non l’avevo mai vista dal vivo, ma solo in alcuni film particolari e su alcuni siti specializzati. Quell’affare era  grosso, ma più leggero di quanto mi aspettassi, perfino io avrei potuto maneggiarlo  con una certa agilità, ma R.M. desiderava essere l’unico a far vibrar quella sua notevole barra.  La velocità della sua sega era impressionante, come la sua potenza  e noi ch’eravamo li intorno dovevamo stare attenti affinché  non ci schizzasse improvvisamente qualcosa negli occhi. Li per li rimasi incantata da quello splendido arnese fra le sue forti mani, ma dopo diversi minuti cominciai a non risentirne più il fascino e dopo un po’ me ne andai via annoiata. Avrei voluto partecipare, desideravo giocarci anch’io per capire se riuscivo a provare la sua stessa libidine, ma R.M. non si fidava di me e forse aveva ragione. In fondo era la sua sega e non è che si può mettere in mano a tutti un’Husqvarna 353 nuova di zecca.

13 risposte a “Confessioni: racconto intimo di un sabato particolare”

  1. tocca comperarsela la motosega cara… mica ti ci fanno giocare cosi’ a muzzo…. 🙂

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  2. 😦 non è giusto pensavo che una volta mostrata a tutti non ci fossero problemi e volevo poter sentir fremere anche io quella enorme barra fra le mani #perversioni a catena

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  3. Libretto d’istruzioni: massima funzionalità, precisione ed ergonomia, bassi costi operativi, soddisfa le aspettative dell’utilizzatore esigente, si ottiene un lavoro ben fatto. Sotto a chi tocca, non lasciamo inoperativo un attrezzo del genere, l’imballo è stato tolto, che la garanzia abbia inizio….

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    1. Non so ma R.M. non finiva più e con lui il suo degno compare G., li abbiamo lasciati soli, a quest’ora saranno esausti, ma riprenderanno credo che per loro sia sempre eccitante. Il bello è che è stato tutto naturale, se ne sono infischiati del libretto d’istruzioni e sono andati d’istinto 😉

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      1. Perbacco, sono andati d’istinto senza leggere il libretto d’istruzioni? Sono sicura che la stanno usando “a manovella”, non si rendono conto di avere tra le mani un modello superiore che necessita di un preliminare riscaldamento. Propongo una nuova terapia occupazionale….

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      2. Credo sia davvero una questione di vibrazioni in circolo, di una certa manualità che è vicino all’automatismo. Catari, ipnosi, una specie di trance, non me lo so spiegare ma so che qualcosa è

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  4. hemm hemm mi consenta, mentre cerco di caricare un video dell’occorrenza, vorrei ricordarle che l’ Husqvarna di quel RM è una 353, modello superiore a quello da Lei riportato. Ma so che non si offendera’… il piacere è tutto suo : )

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    1. Correggo il post, il dovere di una cronista seria ed efficiente come me è quello di riportare esattamente i fatti per quelli che sono, a proposito, come va la mano?

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  5. è piena di buchetti e tagliuzzi.. ho usato terapia vibrazionale per curarla, anche oggi 4 pini a brandelli… e la mano sta meglio

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  6. sono sempre stata favorevole alla terapia vibrazioninale 😉

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    1. della serie l’amico del cuore.

      così ci conoscemmo…

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      1. Fu proprio grazie a lui, a quel suo carattere duro ma frizzante, penetrante e nel contempo stimolante che ci conoscemmo ♥♥♥

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