Si chiamava Dario, Lapi Dario,  ed era un tipo piuttosto sintetico anche se preferiva vestirsi con abiti di cotone non trattato. Non amava perdere tempo e nella sua vita era riuscito più o meno a sfangarsela senza dibattersi in tante cazzate. Timido e introverso aveva passato la gioventù nell’azienda del padre Lapi Dante, azienda che alla morte del capofamiglia aveva rilevato con tutte le magagne che questa comportava. Pur essendo poco più che un ragazzo il Lapi non si risparmiò nel lavoro, riuscì a riportare il bilancio della ditta in pareggio  e a mettere un po’ di soldi da parte con cui comprò una casetta dove andò a vivere con la sua fidanzata storica Monia, Parsi Monia, una brava ragazza piuttosto oculata. Vissero un periodo relativamente sereno ebbero un figlia che chiamarono Nella, una bimba che fin da piccola mostrò una passione smisurata per il burraco.  Purtroppo, come per molti italiani all’epoca, la famiglia Lapi dovette soccombere alla grande crisi degli inizi del XXI secolo.  Per un certo periodo riuscì contenere le spese che la sua ditta Lapi Ramide (ditta che per anni era rimasta solida) dovette affrontare fra fornitori e tasse. Ma ad un certo punto i clienti cominciarono a non pagare, persino gli acquirenti  storici come i Conti Fatti non tornarono più ad usufruire dei suoi servizi.  Cominciò così il declino,  Lapi Dario dovette licenziare i suoi dipendenti senza troppe storie,  sciolse la ditta e si mise inutilmente a cercare un lavoro come dipendente ma il suo carattere schivo e  il suo modo di sentenziare sulle cose  del mondo non gli facilitarono certo la situazione.  Parsi Monia cercò di centellinare su tutto ma dovevano pur mangiare, pagare le bollette e le spese scolastiche di Lapi Nella, carte comprese. S’indebitarono con diverse società finanziarie, Lapi Ramide divenne presto solo un ricordo  immerso nel deserto della loro miseria.  L’unica speranza per quella famiglia, come per la stragrande maggioranza delle famiglie della nazione, erano i quiz in TV. Nonostante il suo carattere riservato Lapi Dario si ritrovò così ad Affari Tuoi, il programma dei pacchi. Ebbe la fortuna di essere selezionato ma si trovò presto  in bilico  fra regione e sentimento. Le scatole venivano aperte,  gli erano sfuggiti premi ambiti come un posto fisso da friggitore per una catena di fast food e un reddito di 800 euro al mese per 10 mesi (tasse escluse).  Lapi Dario, nonostante le insistenze del presentatore, si volle tenere il suo pacco convinto che la ci fosse il premio a cui più ambiva. Venne il momento di scoprire il prezioso contenuto della scatola, quella volta la sorte  sembrò proprio girare dalla sua, aprì il pacco e vi trovò una pistola, visti i prezzi di certi aggeggi sul mercato  e la forte ascesa dei suicidi fu davvero una fortuna poterne vincere una.  Sebbene fosse un tipo restio a manifestare il suo entusiasmo Lapi Dario tornò  sorridente a casa, la sua vita e quella della sua famiglia erano ad una svolta. L’intuizione e il  destino lo fecero riflettere sulle nuove possibilità che il mercato apriva proprio grazie alla crisi. Telefonò al suo vecchio amico Pietro Didi Marmo (un tipo duro ma onesto), vendette la pistola e con il ricavato  avviò una nuova impresa la Lapi Didi Marmo che divenne presto un’azienda leader nel settore delle onoranze funebri.

13 risposte a “La storia di Lapi Dario”

  1. Belliissimo, sei geniale sabras! abbraccioli!

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      1. io non rifiuto, quando?

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      2. quando vuoi con la ragazza qua sotto 😉

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  2. Uno dei tuoi meglio pezzi, sorella.

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    1. non per falsa modestia ma lo penso anch’io 😉

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  4. In twiter una mattina c’era un tipino tutto pepe,arrabiattissimo.Vedeva nero.Un giorno di mercoledì a trieste mentre nasceva il sole che correndo a ventaglio spazzava di luce tutto ciò che trovava davanti alla vista sembrava non mentire i fatti di cui vedeva,che tanto sembravano veri.Ma lui era arrabiato MOLTO arrabiato,e anche ciò che vedeva,credeva che fosse vero solo la metàl’altra metà sicuramente era una montatura dei politici fatta aposta per imbroglarlo,visto che per lui non esistevano altro che le truffe che di vota in volta si trovava a pagare a causa dei trafici policitici che non aveva scelto e che però subiva.Finche una mattina una contadina graziosa,sembrava appena spazata dalla luce solare del sole di trieste.
    Tutto attento l’arrabiato ascoltava la contadina che graziosamente esplicava le sue idee circa una vecchia congrega politica.
    Esssendo lei una che non era di sinistra nè di destra,diceva:devi sapere arrabiato che tempi addietro quasiasi schieramento politico saltasse fuori,uscivano con la promessa che avrebbero risolto i problemi riguardanti,tutti gli allevamenti,ma che per fare questo avevano bisogno dell’aiuto della contadina, e visto che la contadina non aveva soldi poteva pagare l’aiuto con le galline,che allevava per i tempi di magra,e cioè di crisi.
    e tutte le volte che cambiava schieramento politico, cambiavano la loro bandiera ma era sempre la stessa storia:ci rimetteva sempre le galline,di qualsiasi schieramento essi faccessero parte.
    Un giorno stanca di essere presa per i fondelli la contadinella(era così dolce,che quando parlava sembrava che cantava,una vecchia melodia di castelli e principesse,cavalieri e re)si mise d’accordo con arrabiato,e fecero mangiare un composto che sarebbe diluito nelle carni delle gallinelle mentre sarebbero state mangiate,dai politici,si sarebbe difusa una colla che avrebbe inchiodato i denti,in pratica sarebbero rimasti una settimana con i denti incollati senza la possibilità di masticare.sicome i poitici non sapevano che si sarebbero schiodati da soli i denti inchiodati,credevano a tutto quello che la contadinella che aveva tranquilizzato l’arrabiato,con la trovata geniale il cui scopo era:basta con i politici magnoni di gallinelle, ruspanti.
    dopo che i politici firmarono un tratato mai più galine e ladroncini ai poveri lavoratori contadini e non contadini,feccero bere l’antidoto di schiodamento dei denti politici.
    Schiodati i denti i politici poterono mangiare di nuovo.Ma ormai l’onestà aveva prevalso sulle cattive abitudini dei ladroni politici di gallinelle RUSPANTI,e feccero buone leggi sempre accetate da tutti.E cosi l’arrabiato resto a farsi insegnare la calma dalla contadinella china li sulla primavera che impazzava,avvicnandosi al giorno di estate dove sarebbero confluite altre idee,si rillassava aiutando le gallinelle a fare le uova legali,che chiunque le avesse mangiate AUTOMATICAMENTE DA DELINQUENTE sarebbe diventato onesto,visto che la contadinella,non si fidava dei contratti dei politici.e così FINALMENTE nel mondo nasceva la nazione più onesto del globo,e le uova della contadinella venivano usate come vacino anti delinquenzale.

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    1. m’è toccato prende’ ferie per leggere il tuo commento ma ne sono stata contenta, grazie

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      1. figurati,era quello che pensavo.ma forse scriverò delle poesiole.mi piace sto blog.GRazie a te che li hai letti

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      2. Grazie, spero di rivederti da queste parti 🙂

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  5. moooolto bello. Ma lapi nella che nome è???

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