Allora vai ti prego rotola via definitivamente dalla mia mente perché sono stanca del tuo ritorno, ho questo mal di testa che non mi vuole abbandonare e tu mi tormenti con la tua esistenza, con il farmi sentire il bisogno di te, sei come un nervo dolorante che ritorna regolarmente a pulsare quando m’illudo di percepire un vago sentore di libertà, da te, da i pensieri che mi riportano ai tuoi occhi chiari e tormentati come l’azzurro del pomeriggio che si fa sera, come il blu della notte che ritorna celeste la mattina, tutti i giorni tu rientri in me, come quando non ti conoscevo ma sapevo di volerti, come la primavera che arriva dopo ogni inverno, come il vermiglio che veste il tramonto, come le mie guance divenute rosse quando mi sorprendesti con la tua presenza e abbracciandomi mi regalasti  un primo bacio al quale ne seguirono infiniti perduti nelle stanze,  nelle luci dei miei ricordi che sento ancora scivolare e tornare prepotenti a parlarmi della tua pelle, del tuo odore che ancora respiro nonostante mi sia imposta altri aromi, altre memorie da modificare, ma le stanze della mia ragione sono vuote, si avverte solo l’eco del tuo puntuale ritorno, allora mi rendo conto che desidero vederti per toccarti, sentirti, averti e trattenerti ancora nella mia mente, perché nelle mie segrete tu non sei mai andato via e pulsi regolarmente nei miei nervi, nel mio essere che si specchia nei tuoi occhi chiari e tormentati, nel pomeriggio come nella sera, nella notte come nella mattina, tutti i giorni tu ritorni in me.

4 risposte a “Les moulins de mon coeur (omaggio a Dusty Springfield)”

  1. Brava!

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  2. Ebbene sì, a volte ritornano. I ricordi, le persone. Addirittura i ricordi dei ricordi. La mente è una macchina molto complessa e traditrice! Ciao.

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