Uscii fuori che ero già grande, un fenomeno che piangeva e urlava come gli altri neonati.
Mia madre mi raccontava che la gente veniva anche dai villaggi più lontani per vedere come io fossi. Una bambina grande, troppo grande con vestiti ridicoli, una testa enorme, gambe e braccia che non finivano mai. Giocavo da sola, facevo paura, ma a me facevano loro così piccoli, così stronzi, figli di genitori normali, come i miei, cresciuti come persone normali, non come me.

Ho cominciato presto a rendermi conto che ero un’attrazione, la donna gigante, la donna che non poteva camminare nell’indifferenza. Provocavo stupore, dall’alto dei miei occhi vedevo le facce attonite, gli scherni. Le mie grandi orecchie hanno sempre sentito tutto, anche quello che non avrei mai voluto sentire.

Fuori dal normale, come i miei piedi, le mie mani, una montagna che cammina con l’amarezza della diversità dentro la mia enorme pancia, che potevo fare se non rifinire con i freaks?

Fui accolta nel circo, almeno per vedermi e ridermi in faccia avrebbero pagato. La donna barbuta, il mezzo uomo, le gemelle siamesi e i nani divennero la mia famiglia, il gigante mio marito.
Fu un bel periodo quello, l’unione della nostra diversità ci faceva sentire forti, protetti dalla tenda, dai clown truccati, dalla carne della donna cannone e dalle ossa dell’uomo scheletro.

Avemmo due figli, ma anche loro erano troppo grandi e vissero solo pochi giorni, forse il mondo non era ancora pronto per loro, forse non lo sarà mai, ma io continuai lo stesso, provai a vivere come una persona normale e a morire come tale, ma non ci riuscii, nessuno voleva credere che necessitassi di una bara tanto grande.

 

2 risposte a “Freak”

  1. mi piace…
    è bello.
    è corto.

    mi piace proprio.

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    1. Grazie, avevo letto per caso la storia di Anna la donna alta 2,27 mt e ho immaginato…

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