Sembrano d’oro le foglie di quell’albero. Il prezzo della bellezza è la fragilità, basta un piccolo soffio di vento per tirarle giù, oppure attendere una manciata d’ore per osservarne la decadenza. Non più oro, ma un colore che si mimetizza nella terra e  che nella terra scompare. 

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Marilisa si presentava come un soffio di vento, arrivava all’improvviso e scombinava ogni cosa. Non potevi fare programmi o avere buoni propositi perché con lei regolarmente saltavano tutti i piani che potevi avere in mente.
Era dotata di quella grazia tipica della giovinezza che rendeva speciale anche la sua goffaggine. Prezioso uragano dai mille colori che ti travolgeva con le sue idee bizzarre che faceva scorrere come un fiume in piena tramite la sua voce squillante.
Una sera, in cui avevo programmato di sprofondare sul divano per addormentarmi con la tv accesa, passò a trovarmi con un pacchetto di biscotti e quella che lei  aveva descritto come la tisana più buona del mondo che però tanto buona poi non lo era. Era eccitatissima, voleva festeggiare: aveva finalmente un impiego, un qualcosa di serio su cui poteva fare affidamento per pagarsi regolarmente l’affitto, farsi qualche viaggio, comprarsi quegli stivali a cui normalmente avrebbe rinunciato e realizzare le sue innumerevoli strampalate imprese.  Ero felice per lei, io che un lavoro fisso l’avevo  da molti anni, avevo sempre pensato che su una vita precaria non fosse possibile costruire un solido futuro.
Cominciò a lavorare in un’importante agenzia in centro e nel tempo i nostri incontri iniziarono a diradarsi. Le sue apparizioni fuori programma erano state sostituite via via da brevi incontri durante l’ora di pranzo e da un minimo di uscite serali. Era sempre bella Marilisa ma i suoi vestiti firmati, il suo trucco sempre più raffinato, sembravano metterle addosso una patina che andava ad offuscare la sua brillantezza.
“E dei tuoi sogni, dei tuoi viaggi?” le chiedevo. Lei mi rispondeva che i viaggi potevano aspettare che adesso aveva il mutuo. Poi un giorno mi presentò il suo fidanzato, un collega, venne poi il matrimonio, vennero i figli. Marilisa incinta, pensai che potesse essere una mamma fantastica.
Ci sentivamo sempre meno spesso, ogni volta che la chiamavo era incasinata con lo sport dei figli o impelagata in qualche riunione al lavoro, aveva fatto carriera, era diventata una donna importante ma non luccicava più come un tempo e non se ne rendeva neanche conto.

La mia amica Michela Resi

2 risposte a “Gold”

  1. La vita spesso è così e pare proprio che avere qualcosa inevitabilmente porta a perdene altre.

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