Mario Adinolfi vuole la mamma “ma non è abbastanza grande e grosso per essere indipendente?” vi chiederete voi miei piccoli lettori, no “Voglio la mamma” è il titolo del suo ultimo libro che sarà lanciato (purtroppo né su Marte, né direttamente nel bidone dell’immondizia) il 5 Maggio presso la camera dei deputati del nostro laicissimo stato (ahahahahhahahah) a Montecitorio. Nella sua ultima fatica letteraria Adinolfi si staglia contro le nozze gay, il cambiamento di sesso, l’aborto e l’eutanasia. Come se questo non bastasse ha pure fondato i circoli Voglio la mamma pronti a mettere in giro il suo verbo e il suo complemento oggetto (vi consiglio l’ottima riflessione di Eretica a riguardo: #Adinolfi do you know libertà di scelta?). E’ bello quanto un uomo in salute, che si professa eterosessuale, si preoccupi della condizione delle donne, dei gay, dei malati terminali e di chi desidera cambiare sesso, è curioso che decida di lanciare la sua startup proprio il 25 Aprile infangando così anche la giornata della resistenza. A proposito di resistenza e di diritti voglio ricordare una manifestazione, avvenuta qualche anno fa davanti alla prefettura di Firenze, a sostegno del padre di Eluana Englaro: eravamo poche decine di persone, ma fra i partecipanti c’erano alcuni partigiani con il loro stendardo e i loro fazzoletti rossi al collo. Penso ai partigiani, presenti in tante manifestazioni dove viene minacciata la libertà individuale o dove c’è da difendere un territorio, penso alla fatica, alle loro gambe incerte e alla loro fierezza con la quale prenderebbero volentieri a calci in culo Adinolfi.
Dal suo blog, che non linkerei neanche sotto tortura, leggo che questa associazione nasce per “resistere” alla dittatura del politicamente corretto e che è pronta a difendere, grazie ai 20 punti del loro programma, la libertà di nascere, vivere e morire in tutti i modi, in tutti i luoghi e in tutti i laghi. Questi 20 punti sono più o meno gli stessi che ho già visto nei vari siti e nei vari gruppi degli omofobiciclericali, gruppi che si stanno moltiplicando come i Gremlins quando gli si dà da mangiare e in questo caso non credo sia la mamma di Adinolfi a sfamarlo (fra l’altro dovrebbe essere enormemente ricca per farlo), ma la CEI e similari. Osservo la stessa zolfa di chi ripete, in nome della propria libertà, che una donna, anche se non lo desidera, deve essere costretta a procreare, che è un delitto sposarsi con chi si ama se appartiene al tuo stesso sesso, che è contro-natura vivere l’identità sessuale a cui si sente di appartenere e che è impensabile lo scegliere di voler morire in modo dignitoso. Questi famigerati 20 punti se la prendono inoltre con la diagnosi prenatale e l’omogenitorialità, fra i vari deliri leggo che il matrimonio fra le persone appartenenti allo stesso sesso porta inevitabilmente alla legittimazione della poligamia e della poliandria, un po’ come se io un domani mi sposassi con Maria e mi ritrovassi sposata, chissà per quale mistico motivo, anche con Teresa, Gaetana, Giusy, Concettina e Carmeluccia (ho sempre avuto un debole per le donne del sud ❤ ). Probabilmente sono io che ho un concetto di libertà differente, una libertà che è spesso ostacolata da uomini e dagli appartenenti di qualsiasi sesso delle lobby clericali. Rido per non piangere, Adinolfi e i tanti come lui che si fanno portatori di questo oscurantismo sono pericolosi, offendono i diritti alle libertà individuali, non pongono i cittadini sullo stesso piano di fatto ghettizzandoli. Purtroppo la mamma degli Adinolfi è sempre incinta.