Il giorno più bello

imageresampleHo aspettato questo giorno per anni, forse da sempre, fin da piccola ho sempre sognato di essere la protagonista. Pensavo alla mia entrata, alla gente che mi avrebbe detto quanto ero bella, a quante mi avrebbero invidiata. Cosa sognasse lui non mi è mai interessato, lui mi è servito per arrivare fino a qui. Sono mesi che dedico ogni momento libero a questo evento … ripenso al primo incontro con Fabrizio, al nostro fidanzamento, alle corna reciproche, ci sopportiamo perché stare soli sarebbe peggio, cosa avrebbe pensato poi la gente? A 30 anni ci si deve sposare il punto è questo e mai capirò chi decide di non farlo. Quante occasioni abbiamo noi persone comuni per metterci in luce? Quelli che poi sono per “una cosa intima con pochi amici” non li ho mai sopportati, tanto vale non sposarsi a questo punto! E’ stato un periodo molto faticoso questo, la scelta dell’abito, la dieta, le partecipazioni, il ristorante, la chiesa. Dover curare ogni dettaglio mi ha richiesto sforzi immensi per non parlare di quanto ci è costato. Fabrizio, figlio di non credenti, ha dovuto farsi battezzare, un matrimonio nel municipio non era neanche pensabile, io volevo la chiesa più bella di tutta la città, quella con quelle strepitose vetrate che s’intonano perfettamente ai colori e ai fiori che avevo deciso per questo giorno.  Già la chiesa … speriamo che il fiorista abbia fatto in tempo a sistemare il tutto come avevamo deciso altrimenti lo ammazzo! Sono già le 7, la parrucchiera dovrebbe arrivare da un momento all’altro, per il trucco ci penserà l’estetista, abbiamo provato per settimane acconciatura e maquillage, le scarpe e l’abito sono pronti in camera, la macchina, la Rolls-Royce che mi è costata il mio rene sinistro, è già qua sotto che mi aspetta … per fortuna il chirurgo era bravo, ma per evitare domande imbarazzanti per il viaggio di nozze  porterò con me solo costumi interi.  Non vedo l’ora di scendere dalla Rolls per vedere la faccia delle amiche, nessuna, dico nessuna di loro, può permettersi un matrimonio in grande stile come il mio.  Fabrizio poi dopo la dieta, l’abbronzatura artificiale, il trapianto ai capelli e l’operazione per correggere la sua miopia è davvero un altro adesso, figo così non lo è mai stato neanche a 20 anni. Che dire poi del mio abito da sposa, è strepitoso, raffinato e si vede da lontano un miglio che è costato una fortuna. Immagino quanti poi saranno meravigliati al mio ingresso dal quartetto d’archi e dalla magnifica voce della soprano coreana. I fiori, i nastri di seta … se il parroco non indossa quei paramenti pregiati come avevamo stabilito lo ammazzo! E che dire poi della location che ho scelto per il pranzo, divina! Camerieri in livrea, l’orchestrina jazz durante l’aperitivo a bordo piscina, la filarmonica durante il pranzo e poi tutti a ballare con la band e il  DJ Set. E poi c’è la sala giochi per i bambini e quella del liscio per i vecchi così ce li leviamo dai coglioni, è tutto perfetto.  Per non parlare dello champagne, dei vini pregiati e del cibo, immagino il travaso di bile delle mie amiche  quando vedranno che a cucinare il tutto è stato Carlo Cracco. Certo poi dovrò sopportare di vivere tutta la vita con Fabrizio … sai che palle, ma ne vale la pena, di questo matrimonio ne parleranno tutti per giorni e giorni.

Spostati e sii decompressa

Uno dei blog (appartenenti alla piattaforma wordpress) più letti in Italia è quello di Costanza Miriano, giornalista rai fervente cattolica. Autrice del libro “Sposati e sii sottomessa” (45.000 copie vendute in Italia fino a novembre 2013 .. e poi ci lamentiamo che nessuno legge) insegna alle donne a vivere sottomesse e felici e offre delucidazioni su come si parla agli uomini (forse di come una cameriera poteva parlare al suo datore di lavoro negli anni 50). Non contenta di questo suo lavoro letterario ha sfornato successivamente “Sposala e muori per lei” libro dove dice che sta alle donne aiutare l’uomo a ritrovare il suo ruolo virile (io credevo ci pensasse il viagra), paterno, autorevole. Un ruolo che si è un po’ perso per strada (niente, il Tom Tom è inutile anche stavolta), così che troppe volte ci ritroviamo in casa dei maschi disorientati (care spiegate ai vostri mariti che il cesso si trova in fondo a destra!), poco preparati a prendere in mano le situazioni più delicate e a salvaguardare l’equilibrio della famiglia (poracci). Oltre a scrivere libri tremendi dove la donna deve rendersi servile e amorevole e dove il maschio, disorientato, incapace anche di trovare il burro nel frigo, ci fa la figura del fesso, la Miriano è balzata alle cronache per aver detto che i gay sono geneticamente modificati (ah la gaia adenina cosa combina!) e che l’aborto dovrebbe essere proibito.

Oggi voglio leggere insieme a voi, miei piccoli lettori che non sarete mai numerosi quanto quelli suoi e chissà perché, direttamente dal suo blog la descrizione del suo primo libro.

miriano

Sposati e sii sottomessa

Pratica estrema per donne senza paura (paura de che?)

di Costanza Miriano

L’uomo ha quello sguardo da cacciatore (anche se è vegano, vegetariano o iscritto alla lipu?) che potrebbe rivelarsi utilissimo se una beccaccia sfrecciasse in salotto (ovviamente tutti noi vediamo beccacce sfrecciare in salotto, ma che sostanze prende questa?!), ma che lo rende totalmente inetto a reperire il burro nel frigo (ergo un decerebrato, quindi noi donne essendo più intelligenti dovremmo sottostare a un fesso?). La donna si lamenta (e de che), e vorrebbe che lui le dicesse quanto è brava, eroica e meravigliosa: lui, ammesso che sia rimasto nella stanza ad ascoltare, cercherà una soluzione rapida al problema. (che bel quadretto di famiglia che ci prospetta la Miriano! Esticazzi proprio).

Sposare un uomo, che appartiene irrimediabilmente a un’altra razza (le razze non esistono, esistono i cromosomi, ma se per razza intende il pesce ok) , e vivere con lui, è un’impresa. Ma è un’avventura meravigliosa (dev’essere meraviglioso fare la badante gratuitamente per amore e senza neanche il giovedì e la domenica pomeriggio liberi). È la sfida dell’impegno, di giocarsi tutto, di accogliere e accompagnare nuove vite (si perché se non si procrea non si è famiglia, vero?). Una sfida che si può affrontare solo se ognuno fa la sua parte (io Tarzan, tu Jane!). L’uomo deve incarnare la guida, la regola, l’autorevolezza (ma non era quello disorientato?). La donna deve uscire dalla logica dell’emancipazione e riabbracciare con gioia il ruolo dell’accoglienza e del servizio (ah maledette donne che vogliono lavorare, decidere o meno se avere figli, avere gli stessi diritti, ma dove arriveremo ..se mai ci arriveremo 😦 ). Sta alle donne, è scritto dentro di loro, accogliere la vita, e continuare a farlo ogni giorno (ho guardato dentro me, il fegato e i reni stanno bene, il pancreas ok, ma quando leggo queste stronzate, non so perché, mi sale la bile). Anche quando la visione della camera dei figli dopo un pomeriggio di gioco fa venire voglia di prendere a testate la loro scrivania (di la verità Costa’, vorresti mettere una molotov nella camera dei tuoi figli, ma non puoi perché educarli al rispetto e al lavoro sarebbe peccato, puppa! ). In questa raccolta di lettere originali ed esilaranti (Dio fai che io non conosca mai l’umorismo) Costanza Miriano scrive di amore, matrimonio e famiglia in uno stile inedito: se fosse per lei produrrebbe delle encicliche (modesta la signora), ma siccome non è il Papa mescola i padri della Chiesa e lo smalto Chanel (lo scorso anno aveva consigliato a Ratzinger il Lotus Rouge 455, un colore che faceva a schiaffi con mantellina rossa del papa tant’è che si è dovuto dimettere), la teologia e Il grande Lebowski (sai che gli avrebbe fatto Drugo alla Miriano?), sostenendo con ferrea convinzione la dottrina cristiana del matrimonio senza perdere d’occhio l’ultima uscita di Philip Roth (ma povero Roth, non può uscirsene di casa in pace a fare i cavoli suoi che si trova la Miriano fra i cabasisi). D’altra parte, come scriveva Chesterton, «non c’è niente di più eccitante dell’ortodossia» (io mi eccito con altre cose, ma d’altra parte, ognuno vive l’erotismo che merita)

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