Nora scriveva poesie, appena era libera dagli impegni mondani si cullava nella sua malinconia, in quella espressione di sé che teneva chiusa nei cassetti della sua enorme casa. Nessuno conosceva questo suo aspetto, Nora era la classica donna sempre sorridente, aveva una parola buona per tutti, non si arrabbiava mai, molti ritenevano che non fosse una persona particolarmente intelligente e aggraziata. Corpulenta, un viso né bello né brutto, una voce stridula e movenze piuttosto grezze, Nora sfamava la sua curiosità leggendo tutto quello che le capitava a tiro e scriveva parole sulla natura o per i tanti amanti immaginari. Prolifica come pochi autori al mondo scriveva in ogni pezzo di carta che trovava in giro, notai alcune sue liriche su uno scontrino che le cadde per terra mentre mi trovavo dietro di lei in coda alle poste. Conoscevo chi fosse, la incrociavo spesso nella via dove abitavamo, ma non avevo proprio idea della sua delicatezza interiore. Quando le porsi il fogliettino che era caduto arrossì e diventò ancora più rossa quando mi complimentai per le sue parole. A quel punto le chiesi se poteva farmi leggere altri suoi componimenti, iniziai così a frequentarla ogni venerdì pomeriggio a casa sua. Tirava sempre fuori da qualche cassetto qualcosa di nuovo da farmi leggere e come una bambina timorosa aspettava il mio giudizio. Ricordo spesso Nora ogni qual volta che tento di avvicinarmi con le parole a quella sua intima grazia. Le creature divine hanno spesso un aspetto inconsueto, Nora sapeva volare e riusciva a portarmi con sé anche quando i miei giorni erano neri.
Ci siamo guardati ci siamo annusati, ci siamo spogliati evidentemente arrapati
Steso svestito sul letto mi facevi un certo effetto e poi anch’io nuda per diletto mi sono messa al tuo cospetto
Cominciammo così a far l’amore stavo immersa nel piacere, nel tuo odore ero persa nel tempo senza timore avrei voluto che durasse ore e ore
Mi parevi così focoso, così arguto a te incurante il corpo mio aveo ceduto poiché di sicuro non avrei certo creduto che tu durassi anche meno di un minuto
Se tu non ci fossi non so cosa farei
da sola nel letto con chi dormirei?
Se tu non ci fossi chi mi farebbe compagnia
nel lungo inverno qua in periferia?
Se tu non ci fossi sarebbe più bello
non trovare i tuoi piatti nel mio lavello?
Se tu non ci fossi potrei esser felice
non avendo i tuoi panni nella mia lavatrice?
Se tu non ci fossi correrei a piedi nudi nella valle
saltando per la gioia di non averti più fra le palle
Nell’aria soffia una leggera brezza
si affollano nella mente quei pensieri
che mi riportano alla mia giovinezza
a una me gioiosa, com’era fino a ieri
Sento gli uccellini cinguettare
ascolto delle donne il chiacchiericcio
odo il cane del vicino abbaiare
e le bestemmie di un tipo alticcio
Quanta è bella questa primavera
di un nuovo sole che tutti seduce
di speranza per un sogno che si avvera
che si abbatta finalmente la bolletta della luce.
Avevo perso la speranza
di percepir ancora l’esultanza,
avvertir in me di nuovo l’emozione
e nel cuor ritrovar la palpitazione.
Gioconda mi ritrovo qua a sognare
il momento in cui potrò esultare
e al fin liberar il mio ardore
mandandoti affanculo con clamore
Avevo un amante che prima di far la nanna
si spalmava tutto il corpo con abbondante panna
Non credo di certo di essere la sola
a farsi ammaliar dal sesso e dalla gola
Mi lasciò senza pietà per una tipa di Reggio
e io per consolarmi mi feci di Taleggio
Sentivo ancora le mie voglie tanto insoddisfatte
e cominciai a ingozzarmi di biscotti con il latte
I miei sensi erano davvero troppo agitati
così mi avventai anche sui suoi derivati
Ero una giovane alta, piacente e snella
prima di sfondarmi di tanta mozzarella
Adesso che mi si strozza la coscia nella giarrettiera
penso che non dovevo farmi tre forme di Groviera
Or dunque devo aver la forza ed il coraggio
per liberarmi da tutto ‘sto formaggio,
devo trovar la fede, la calma e la pazienza
per disintossicarmi dal pecorino di Pienza
Mi dicono: “Se hai testa allora usala,
non ti fossalizzar soltanto sulla Bufala.
Fai movimento, vai in palestra, mangia insalata
e non guardar così vogliosa quella Burrata!”
Non so se ce la farò e una domanda sconcertante or or mi assale:
riuscirò a rinunciar al Montasio, l’Asiago, la Toma e al Primosale?
Mi piace vagar per i piccoli cimiteri
in campagna vi trovo i meno austeri
Le scritte sulle lastre passo in visione
e ritrovo il prete che mi passò a comunione
Nell’andar avanti vedo anche la fiorista
e penso: “In effetti è tanto che non l’avevo vista”.
Medito su tutti questi morti che riposano in pace
e a me che giro fra loro mentre tutto tace
Osservo i nomi antichi del passato
di chi da tempo antico si è eclissato
Adoro star nella quiete delle anime perite
le preferisco ai vivi che fan venir l’orchite