Ci risiamo, si è arrabbiato e io non ne posso più di questa vita, voglio separarmi, ma poi penso ai bambini, al lavoro, come faccio a tirare avanti senza lui?
Sono tornato a casa e di nuovo quella stronza ha trovato un pretesto per farmi incazzare. Si vuole separare lei! Col cazzo che lo farà, io ci tengo alla famiglia e poi come farebbe a campare senza i miei soldi?
Mi ha rimesso le mani addosso, ma questa volta sono decisa ad andare fino in fondo. Basta!
Le ho dato la lezione che meritava, voglio vedere se ha il coraggio di farmi incazzare di nuovo.
Mi sono informata dall’assistente sociale, mi ha detto che prima di separarmi dovremmo provare a fare terapia familiare, ma credo che lui non accetterà.
La Signora pensa che abbiamo un problema di coppia, ma è scema? Non si rende conto che i problemi se li crea tutti da sola? Non andrò di certo da qualche strizzacervelli per mettere in piazza cose che riguardano la mia famiglia.
Mi ha fatto male, sono stata all’ospedale, lui piangeva e io non ho detto niente “dell’incidente”. E’ irruento, si arrabbia facilmente e l’ho visto davvero dispiaciuto. Mi ha detto che non lo farà più.
Ho avuto paura, ci manca solo che mi becchi una denuncia per colpa di quella troia ma quando provoca io non ci vedo più dalla rabbia. Forse dovrei controllarmi ma cazzo anche lei la dovrebbe smettere con i suoi piagnistei, le sue lamentele.
Stamani è successo di nuovo, mi ha massacrata di botte. Sono stata dai carabinieri, l’ho denunciato, non so cosa accadrà adesso, non potevo andare avanti così.
Ordinanza restrittiva, ma i miei figli? La mia casa? Tutto quello che ho costruito andato a puttane perché lei “poverina” vuole separarsi.
Mi ha chiamato, l’ho sentito seriamente pentito questa volta, mi ha detto che non lo farà più. Sto pensando di ritirare la denuncia, in fondo è il padre dei miei figli ed è nostro dovere trovare un modo più civile di sistemare le cose.
L’ho vista e ho sistemato la faccenda, è tutto finito. Mi beccherò qualche anno di galera, ma almeno lei di rompermi i coglioni non lo farà più.
Sgurgola (Frosinone) Il muro di bambole contro le violenze sulle donne
Anche a Sgurgola, per non essere secondi a nessuno, la moda locale scende in campo contro la violenza sulle donne. Decine di artiste, scrittrici e cazzeggiatrici di vario ordine, insieme con alcune associazioni, hanno realizzato il ‘Wall of Lolls’ con protagoniste le bambole, i giocattoli che hanno accompagnato da sempre l’infanzia delle bambine e che diventano ora il simbolo di una femminilità troppo spesso violata. Chi non ricorda le numerose Barbie sottoposte alla barbarie della rasatura dei capelli da parte di alcuni bambini e la totale mancanza di una vagina anatomicamente compatibile alla totale mancanza di pene di Ken e Big Jim? Da parte mia avendo un fratello maggiore giocavo con le biglie e le macchinine, per questo da adulta sono diventata una femminista lesbica con i baffi. L’appuntamento era in via De Nemicis in concomitanza con l’inaugurazione della Settimana della Mota maschile. L’iniziativa, ideata dalla locale Miss Debborah Tagliacozzo, nelle intenzioni dei promotori “vuole mandare un messaggio forte: un muro di silenzio è un muro da abbattere, scuotendo le coscienze, per non restare indifferenti di fronte a questo fenomeno e soprattutto fare un sacco di soldi grazie al brand del femminicidio e della violenza di genere (che ultimamente tirano più di un carro e più dei buoi dei paesi tuoi)”.
Violette
Hanno ragione, hanno ragione, si hanno ragione, hanno ragione loro, io sono matta, matta, pazza, malata, non adeguata al sistema, il sistema, sistema.
Sentivo male, male, male, male, troppo male e non avevo modo di rimediareOra devo percorrere questa strada, perché lo devo fare, devo, so che devo, mi dicevano che dovevo, dovevo, dovevo, dovevo stare zitta e non dire niente di quello che succedeva, io ero sporca, sporca, sporca, sporca. Ho ucciso, mi hanno detto che ho sbagliato, sbagliato, sbagliato. Ora sono qua perché devo fare questa strada 523 volte al giorno: cammino dalla sala mensa al giardino, piede destro (prima, sempre, prima mettere il piede destro) piede sinistro sono 97 passi, sempre 97, sono 97 li devo fare 523 volte, 523 devo, devo perché è questo che devo fare, per rimediare, rimediare.Se avessi avuto da fare questa strada 523 volte, sempre, sempre, sempre, non avrei ucciso.Ma non avevo questa strada, non avevo 97 passi per 523 volte, io avevo una mamma e un papà, un padre, padre, padre.Un padre che mi faceva quelle cose, a me non piaceva, non piaceva, io glielo dicevo ma lui faceva, faceva, faceva.Forse perché non avevamo questi 97 passi, perché non avevamo un giardino, per questo lui mi faceva quelle cose … ma ora sono protetta, basta che faccia 523 volte la strada e sono protetta, sono protetta.Ma in quella casa, non avevamo il giardino e lui mi faceva male, molto male, mi faceva male, avevo paura, troppa paura. Io non sapevo di essere matta, me lo hanno detto dopo, dopo ho scoperto i numeri dei passi e non ho combinato niente di strano.Se me l’avessero detto prima di essere matta … era meglio saperlo, io sono pazza e so che devo contare, devo contare, devo contare, è semplice 97 per 523, la testa, la voce, le gambe, le mani.Io non lo sapevo che ero matta, mi faceva male, mi faceva schifo, mi toccava, mi stava sopra, sopra, sopra, mi stava dentro, dentro, dentro, puzzava, mi toccava, puzzava, puzzava, faceva male, male, male.Non avevamo un giardino, per questo succedevano quelle brutte cose, mancava il giardino e non potevo contare, contare.Ora sono nel sistema, sistema, sistema, ma prima lui mi toccava e puzzava, puzzava, mi stava dentro, io sentivo male, male, male, io ho preso quel martello, martello, martello, l’ho preso e gliel’ho spaccato in testa, sangue, sangue, sangue, ero sporca di sangue … anche il giorno in cui lui mi ha preso la prima volta c’era sangue, sangue, sangue, ero piccola, piccola, piccola e mamma non rispondeva e io la chiamavo, la chiamavo, la chiamavo, non rispondeva.Piangevo, piangevo, e lui dentro, il sangue, lei chiudeva la stanza, la stanza …. solo se avessimo avuto un giardino lui non mi avrebbe mai presa, mai, mai, io mi sarei adeguata al sistema.I passi sono 97, io devo fare 523 volte il percorso, sala mensa giardino, devo contare, contare camminare, mani, piedi, testa, voce, adeguarsi al sistema, sistema, devo contare, contare, contare…