Carne d’importazione

Mi sono ambientato benissimo qua, inutile dirlo: non mi è mai mancato niente, successo, denaro, donne. I miei corsi andavano via come il pane, anche se, di questi tempi in cui le proteine regnano sovrane, il pane non è più così richiesto. Però, un nome me lo sono fatto. Ho investito tanto in questo: nella mia immagine vincente, quella di un uomo che, al giusto prezzo, offre consulenze e formazione ai futuri uomini d’affari. E chi se ne frega se alcuni di loro sono solo ragazzini brufolosi che sognano di sfondare, di avere una bella macchina, di essere considerati, e soprattutto, di avere tanta, tanta, tanta fica.
Basta poco per convincerli. Almeno, fino a qualche tempo fa sembrava così. L’investimento fatto con i video, in cui mi riprendevano elegante mentre rispondevo a un’improvvisata (ma bonazza) intervistatrice, all’inizio sembrava colpire nel segno. Riempivo le mie classi di persone insicure, e infondevo loro ancora più insicurezze, perché dipendessero da me, affidandomi i loro risparmi con la speranza di moltiplicarli come i pani e i pesci. Se non mi stesse sul cazzo quel figlio di Dio, con i suoi abiti da povero fricchettone supporter degli ultimi, potrei dire che un po’ Gesù lo ero anche io. Non tanto per l’amore caritatevole, ma per il discreto giro di discepoli che mi ero creato. Del resto, qui mi ero ambientato benissimo.
Ma qui la velocità è tutto. Rinnovarsi è fondamentale. Trovare nuove strategie, arrivare un attimo prima degli altri. Poi qualche colpo l’ho perso. I miei corsi sono sempre meno affollati, e ho speso troppo in uffici lussuosi e in una vita mondana ripresa costantemente sui social per dare l’impressione di essere sempre al top. Anche le donne costano, e non potevo certo permettermi di investire in puttane di strada, soprattutto se ne avevano l’aspetto. Macchine, orologi – anche se non li ho mai posseduti – hanno raggiunto costi di noleggio elevatissimi. Ma non puoi non apparire, non puoi non investire nella tua immagine, altrimenti verrai sommerso da altri che hanno investito molto più di te.
Mi sembrava di essermi trovato bene qua in questa enorme città affacciata sul Golfo Persico, anche se adesso faccio il lavapiatti per tirare avanti, in attesa di tempi migliori. Gli investimenti in criptovalute si sono rivelati un tremendo flop. Di certo non finirò schiavo come quei poveracci che, come mosche, cadono lavorando nel settore edilizio. Io sono un occidentale, non uno di quei miserabili trattati come merce. Ho il diritto naturale a una vita dignitosa in questa città d’oro.
Lo sfarzo vive qui, il top del top è qui, e anche se i musulmani normalmente mi stanno sul cazzo – specie quelli che attraversano il mare per elemosinare da noi – con questi qua mi ci trovo bene. Loro chiudono un occhio sulle loro usanze tribali riguardo alle donne e agli alcolici, a favore di noi bianchi. Grazie a loro si può sfoggiare una vita brillante. In Italia non avrei mai potuto farlo, e ormai, se non arrivi in questa città, non ti considera più nessuno.
Mi trovavo bene qui, fino a poco tempo fa. I miei video mostravano la mia bella vita e il fatto che chiunque, investendo nei miei corsi, poteva ambire a tanto. Per un periodo tutto è andato alla grande. Adesso? Adesso i miei espedienti forse sono superati, devo trovare qualcos’altro e anche in fretta, perché rischio di non potermi permettere nemmeno un bugigattolo in questa città, che mi guarda sempre più sprezzante dalle sue vetrine e dai suoi locali di un opulente e forse nauseante lusso.
Mi trovavo bene qui, e stavo quasi per dire a Marco, quando mi ha chiamato per invitarmi al suo matrimonio, che non vedevo l’ora di tornare in Italia, che forse questa vita non fa più per me, ma non potevo farmi certo sentire come un fallito. Non è che ho finto che tutto fosse ok, ho solo omesso qualche dettaglio. Tipo che mi sono rimasti giusto giusto i soldi per il volo aereo, e che, non avendo altro, il mio regalo di nozze consisterà in preziosi consigli di investimento per il futuro suo e di sua moglie.

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