Il sogno di volare

Volo! Finalmente ho un lavoro e posso tornare a vivere, a fare quelle cose che per molti sono normali, ma che per me, negli ultimi tempi, erano diventate impossibili, come fare la spesa, mangiare una pizza o andare al cinema. Non mi sembra vero. Sono felice!
Abbiamo tirato la cinghia per mesi, temendo che ci staccassero luce, gas e acqua. Con mia mamma abbiamo lesinato su tutto: cibo, vestiti, medicine. Ma ora possiamo finalmente tirare un sospiro di sollievo. Quel periodo oscuro sembra finalmente essere dietro le nostre spalle. Ora che ho superato la prova, posso finalmente dire di essere fieramente occupata.
Non che lo stipendio ci permetta di vivere nel lusso, nemmeno m’interessa. Ma ora posso concedermi qualche piccola soddisfazione. Ho fatto i miei conti: vado al lavoro in bicicletta, che è vicino, e risparmio sulla benzina e sull’usura della macchina, che ormai è quasi da rottamare. Mi preparo il pranzo la sera prima, così evito anche il costo della mensa. Lavoro alla macchina, faccio le mie ore e posso persino ascoltare musica mentre lavoro. Mi pagano 9 euro l’ora per iniziare, ma so di essere brava e spero di diventare presto un’operaia specializzata.
Il capo mi ha già detto che c’è la possibilità di fare qualche straordinario e che, più produco, più i padroni sono contenti. Chissà, magari potrebbero persino darmi un premio di produzione di tanto in tanto. Ma che dico? La mia mente sta già volando! So solo che, d’ora in avanti, potrò permettermi andare a fare un aperitivo con le amiche senza contare i centesimi. E forse, la prossima estate, potrei addirittura concedermi qualche giorno di vacanza. Volare, volare davvero, non solo con la fantasia. Posso farcela!
La vita è bellissima! Se ci penso, solo un mese fa ero colma di paure e angoscia per il futuro. Ma ora, grazie a questo lavoro, quella parte di me, buia e triste, sta svanendo, lasciando spazio alla vera me, quella luminosa e allegra. Anche se mi sento stanca, torno a casa con il sorriso e abbraccio mia madre. La vedo più serena, e questo mi riempie di gioia. Lei, che con la sua misera pensione è riuscita a mandare avanti la famiglia con tanti sacrifici, finalmente potrà rilassarsi un po’.
Ho già pensato di mettere da parte una somma per portarla dal parrucchiere ogni tanto e regalarle qualche piccola attenzione. Mi sembra il minimo, dopo tutto quello che ha fatto per me.
Ho un lavoro! Ho un lavoro! Sono pura gioia qui, in questa fabbrica. Sorrido mentre il macchinario accelera sempre di più, ma io tengo il ritmo: sono brava. Penso al mio futuro, finalmente libero da ombre; un domani potrei perfino sposarmi, mi dico. Ma all’improvviso sento una stretta al braccio. La tuta si dev’essere incastrata. Pazienza, può succedere. Forse mi sono lasciata trasportare troppo dai sogni… Faccio fatica a liberare il braccio.
No, non può essere. Lo stabilimento è sicuro, uno dei più moderni. Ho tutta la vita davanti. Non sono neanche arrivata al mio primo stipendio… Cosa sta succedendo? No, non ora, non così.
Avevo appena iniziato a volare.

Un grazie ad Andrea, uomo di una meravigliosa, unica, bella sensibilità.

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