Il mio nemico

I miei nemici oggi hanno due e tre anni; i loro corpi sono stati ritrovati in mare. Non sono sopravvissuti alla traversata.
Il mio nemico oggi è un bambino, catturato dalla polizia mentre era a scuola. Il suo crimine? Non essere cittadino americano, come Clara, beccata all’oratorio mentre si preparava per la prima comunione.
Quello che spero un giorno sarà mio amico, oggi è quello che mi insegna a odiare, e più impariamo, più lui cresce, più entusiasmo crea, più diventa grande, ed è bello pensare di andare nella sua bolla. Con lui, i miei privilegi staranno al sicuro.
È tremendamente facile addossare le colpe ai più deboli, mentre anche noi siamo parti stritolate di questo spietato sistema capitalistico che, dopo aver reso i poveri ancora più poveri, li caccia via affinché non possano nemmeno tentare di alzare la testa alla ricerca di una vita migliore.
È anche bello sentirsi nel club dei privilegiati, esultare quando i porci vincono, ma poi, quando finiranno i poveri, mica toccherà a noi essere schiacciati da umanissime necessità come mangiare, bere, avere un tetto, un’istruzione?
Non succederà mai, ci penseranno i nostri politici, che accompagnano con gentilezza un eroico generale che si sollazza a torturare e uccidere i nostri nemici, a proteggerci. Non è così?

Ci sarà un futuro, una giornata della memoria, per il mio nemico?

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