Alba, alba platino anche oggi. Questa estate di cielo bianco sporco si prospetta micidiale. Sopravviveremo alle temperature sempre più alte, alle zanzare e soprattutto ai tormentoni estivi? Io non credo. Voglio dire, sì, so che ho una vaga tendenza all’esagerazione, ma alla mia età è sempre più dura affrontare caldo e caldane, sudore e insetti, persone e persone.
Sarà che la pesantezza del mio corpo e quella dei quotidiani doveri spengono la freschezza dei pensieri leggeri. Potrei riscrivermi su Tinder, potrei riprendere a fare attività fisica, arenarmi a Calambrone, cercare varie strategie per sopravvivere alla cumbia della noia estiva, ma dovrei sforzarmi e sforzarmi fa sudare, e sudare fa schifo.
Allora, tutta questa prefazione non serve a un cazzo, ma perché non condividere con voi, miei piccoli lettori, il mio status prima di portarvi via con me ad immergerci… “in una piscina!” – direte voi. NO! (Io la prova costume non l’ho mai superata dal 1982), ad immergerci nei brani del Re.
“Quale Re?” continuerete voi, miei deliziosi immaginari rompicoglioni che amo tanto nella vostra impalpabilità. Esiste un solo Re per me e non è Carlo, neanche quel Carlo che tornava dalla guerra da De Andreadiana memoria; il Re è Stephen King.
Il Re ha sempre accompagnato i suoi racconti con canzoni, canzoni di vario genere, anche se lui predilige il metal. Fra i gruppi preferiti di King ci sono da sempre i Ramones, e i Ramones hanno scritto per lui “Pet Cemetery” e io, a pensare a quel libro, ho ancora gli incubi. Poi ci sono gruppi che hanno preso il proprio nome da un racconto di Stephen King, come i Pennywise, nome di quel bastardo del clown di It.
Ci sono già in giro molti post che raccontano del rapporto di King con la musica, sicuramente scritti molto meglio di questo, ma alla luce dell’uscita del libro “I luoghi del Re“, una guida immaginaria ai luoghi descritti da “sua maestà” Stephen King nei propri romanzi, creata dal fantastico collettivo che porta il nome di Imaginary Travel Ltd, la mente mi ha portato in quel concentrato di emozioni arricchite da note nostalgiche dalle più variegate intensità.
Prima di procedere con la creazione di uno, forse più post, o forse nessuno, su questo tema, è doveroso per me ringraziare Leandro De Benedetti, anche se non ho idea di chi sia, che con pazienza ha messo insieme una fantastica playlist che potete ascoltare su Spotify.

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