Le gesta del mio vicino urlante
nella mia vita sono una costante
Il caldo gli rimuove i salvifici pudori
quando sfodera i suoi carnali ardori
Mi sento triste, tanto sola e bella
nel terrazzin a lume di citronella
Eppure io son una superba Dea
libera da affezioni e dalla gonorrea
Sconsolata come una crosta di Paniccia
avrei voluto accendergli io la miccia,
lui neanche mi considera e ahimè
non ho neanche l’appoggio del mitico Diprè
Mi restano nella mente le mie idee balzane
perciò mi sfondo con parmigiana di melanzane
Ho i piedi gonfi in questa sera d’estate
e odo il mio vicin prender le frustate
Vorrei scriver di sentimenti sbocciati
e non la ballata dei calzini spaiati
Ma non mi vergogno neanche un po’
mutando sudando che male vi fo?

A Mariantonietta Barbara, Davide Kra, Paolo Manciocchi, Giuliana Vignoli, Jane Pancrazia Cole, Fulvio Strano, Giorgio Fontana
dedico questa poesia agli splendidi ispiratori di questa serata estiva che potevano pure starsene a guardare le olimpiadi al posto di suggerirmi temi così strampalati, ma me la sono cercata e aver scoperto le gesta dell’artista Osvaldo Paniccia non ha prezzo, grazie infinite.
Ringrazio inoltre per il supporto Maria-Cristina Terenzio, Sabrina Colombo e Francesco D’Alessio.
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