Per il mio compleanno mi ero regalata il test del DNA per scoprire da quali etnie è composto il mio codice genetico.
C’è voluto del tempo per avere i risultati, che ho atteso come attendo un aumento di stipendio, pur sapendo, grazie a questo test, che avrei avuto molte più possibilità di incrociare uno zio d’America ricco che mi farà sua erede, che di percepire finalmente un mensile adeguato al caro vita.

Nessuna sorpresa nel riscontrare il 72,3% di etnia meridionale, essendo io figlia di genitori nati nello stesso paese nel cuore della Basilicata.
Gli antichi Lucani erano un popolo italico di stirpe osca, di origine sannitica, che si insediò nella regione che da loro prese il nome (l’odierna Basilicata) nel corso del VI-V secolo a.C. Le loro origini sono collegate a migrazioni di popoli provenienti dal Sannio, che soppiantarono gli Enotri precedentemente insediati nell’area.
Quella terra era anche popolata da un gruppo minoritario di origine albanese: gli Arbëreshë, minoranza storicamente stanziata in Italia meridionale e insulare, costituiscono una delle maggiori tra le storiche minoranze etno-linguistiche d’Italia. La composizione etnica del Meridione italiano mostra un’eredità legata ai vecchi gruppi pre-indoeuropei, come gli Osco-Umbri in Puglia, e influenze da parte dei primi popoli pre-ellenici che abitavano la penisola, come i Sicani, gli Elimi e i Siculi in Sicilia.

Mio padre stesso, da cui ho ereditato questa curiosità verso le nostre origini, aveva a suo tempo fatto delle ricerche negli archivi della parrocchia, trovando tracce dei nostri avi risalenti al 1700. Non sorprende quindi questa forte componente meridionale, con tutta la sua millenaria storia di migrazioni.
Mio padre se n’è andato troppo presto: avrebbe sicuramente approfittato delle tecnologie moderne per continuare le sue ricerche.

La Basilicata, inoltre, è stata una parte fondamentale della Magna Grecia. Il test riporta che ho un buon 22,3% di etnia greco-albanese, come buona parte dei discendenti lucani.
Leggendo questo, ho pensato a Cleo di Ivan Graziani: “Una ragazza greca ha il cuore più pulito, una ragazza greca discende dagli Dei.”
Che avessi una parte di quelle regioni lo capii anni fa, osservando nel museo archeologico del castello di Melfi le decorazioni con figure di donne sui vasi: il loro profilo, quello che non ha uno stacco fra fronte e naso e scende dritto, è anche il mio profilo.
Profilo di cui sono orgogliosissima: ho il naso di mia nonna Margherita, ho esteriormente e interiormente la storia di tutte le generazioni della mia famiglia.

Pur essendo fieramente terrona in buona parte, il mio codice ha anche un 4,2% di etnia italica settentrionale, anche questa frutto di una complessa storia di migrazioni che include l’influenza di popolazioni antiche come i Liguri, i Celti e gli Etruschi, seguite da colonizzatori romani e, successivamente, da migrazioni di popoli germanici come i Longobardi, i Goti e i Franchi.

Il dato che più mi ha sorpreso è quell’1,2% di origini egiziane, di quella enorme regione fra Nord Africa e Medio Oriente che è stata una delle prime grandi civiltà del mondo. Conquistata e colonizzata successivamente dagli Assiri, dai Persiani, dai Greci e dai Romani.
Premetto che si tratta di stime di etnia, andrebbero probabilmente fatti esami più approfonditi, ma mi piace l’idea che io, come tutti noi, ci portiamo appresso la storia genetica del mondo: la mia appartiene sicuramente al Mediterraneo.

Potrei galvanizzarmi pensando di essere una lontanissima erede di Osiride, di avere qualche discendenza con i faraoni e gli dèi della Grecia antica.
Ma so che io sono sicuramente parte delle generazioni di schiavi, di contadini, di gente comune che è riuscita a sopravvivere a condizioni di vita veramente difficili.
Se penso che soltanto la generazione di mio padre ha visto lui come uno dei sopravvissuti figli di mia nonna, che ne aveva partoriti undici, di cui sei morti da piccoli, questo dà un’idea di valore maggiore alla mia vita, fiorita grazie a questi resistenti.

Il test dà anche le corrispondenze DNA con altre persone che hanno usato lo stesso sito, il più popolare, MyHeritage: ne ho riscontrate 674, persone sparse in varie zone del globo terrestre.
Nessun fratello o sorella segreto, grazie babbo!

Mi sono voluta togliere lo sfizio di conoscere ciò che tutti sappiamo: che siamo figli di sopravvissuti, sicuramente molto più vicini alle persone comuni che ai regnanti.
Persone che si sono dovute muovere per cercare migliori condizioni di vita, persone che questa vita ce l’hanno lasciata in eredità.
Noi, figli del mondo, dovremmo ricordarcene ed esserne grati.
Noi, figli di tutto il mondo, ancora oggi continuiamo a muoverci, perché questo è quello che abbiamo sempre fatto: e cercare di fermare le migrazioni con comportamenti di chiusura, spesso razzisti, è semplicemente idiota.

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