Anche questa poesia è nata grazie al concorso su facebook: “orsù ditemi qualche parola a caso”, ringrazio per il contributo: Angelo, Michela, Sandro, Mamo, Jane, Chiara, Fabio, Eleonora, Elena, Silvia da Londra e Silvia da Padova, Miriam e Annalisa
Lo tenevo al lazzo quando dissi: “Catso! Per ché avverto questi rimpiantiIo che guardo sempre avanti?” Stavo perdendo la mia beltà in barba al tempo e alla mia età Certo del fegato mi ci voleva per temporeggiar con chi fremeva di gustarmi come fossi un pandoro pronta a soddisfare ogni bel moro. Di amor proprio me ne restava pochino annaffiamo le mie paturnie in un gingerino Potevo risparmiarmi e diventar un anacoreta vagar nell’ascetismo a caso senza meta. Ma mi sentivo ancor irresistibile e bona anche se lo specchio mi dava della tardona Dieci volte volevo ancor provar il sollucchero di farmi degustar come fossi uno zucchero. All’improvviso la dolenza si era scatenata nella mia ragione e nella mia patata. Non rimaneva che usar l’istinto per districarmi da quel labirinto In fondo è anche questa la mia libertà far dell’amore fisico la mia gioiosa attività
Rispondi