Attenzione: Questione di massimo interesse: il look delle ministre! (… certo che alcune so’ proprio bone)

La nomina delle ministre del Governo Renzi ha scatenato sui giornali e in rete una serie di commenti “Riguardo la loro formazione politica-professionale e sulle loro esperienze?”  direte voi mie piccoli lettori, no! Fiumi d’inchiostro 2.0 sono stati versati  sui loro look, su quanto siano più o meno gnocche e se possono svolgere il loro lavoro nonostante grossi handicap come uno stato di gravidanza avanzata.  Ebbene si,  queste sono gli argomenti  di massimo interesse per il paese, perché in fondo la nostra più grande  aspirazione è quella di diventare  opinionisti da salotto e di erigerci a giudici di stile come Carla e Enzo di “Ma come ti vesti?”  Potremmo capire, ma fino ad un certo punto,  se tali considerazioni provenissero da trasmissioni e giornali che si occupano essenzialmente di gossip, ma ormai sono proprio le principali testate giornalistiche nazionali che, nelle loro colonne in fatto di donne(du du dù), dei loro corpi e dei loro look, la fanno da padrona. Cominciamo da repubblica.it che ci propone Il look delle ministre (ma non solo) al Quirinale, è di basilare rilievo sottolineare come spicca il lavanda della responsabile della Salute sul salmone della ministra degli Esteri il quale si contrappone,  impietosamente,  al blu elettrico della titolare delle Riforme. “Nel mondo della moda un giorno sei in e l’altro sei out” lo stesso dovrebbe valere anche nel mondo della politica, allora com’è possibile che queste neo ministre abbiano osato una tale accozzaglia di colori senza aver consultato almeno una Giusi Ferrè?  Dove andremo a finire!

Repubblica  e il Corriere mostrano fieramente le foto del sedere della Ministra delle Riforme mentre è intenta a firmare, mi chiedo perché non ci abbiano mostrato anche il sedere di Andrea Orlando neo ministro della Giustizia, certo non è bello come la Boschi ma un sedere per Dio ce l’avrà anche lui! I media stanno affrontando fondamentali riflessioni sulla bellezza della Boschi e sul fascino Botticelliano di Marianna Madia. La nomina di Marianna Madia, fra l’altro, preoccupa molto l’opinione pubblica poiché la neo ministra sarebbe afflitta da un evidente stato di gravidanza.  Libero interroga  i suoi lettori, in un articolo poi cancellato (ma di cui rimane traccia nella url), chiedendo loro se al posto di Renzi avrebbero nominato una donna incinta. Libero tratta lo stato di gravidanza come tratterebbe una malattia terminale,  per questo simpatico giornale una donna incinta non può far altro che affidarsi all’inesorabile destino di essere mamma punto e basta.  Perché Libero non chiede ai suoi lettori  se eventuali neo ministri prossimi alla paternità possono o meno  svolgere i loro compiti?  A me risulta, da fonti certe, che il pianto di un bambino in piena notte possa ugualmente svegliare il padre e la madre, altre fonti  mi riferiscono che anche il padre potrebbe dar da mangiare al neonato, cambiargli il pannolino, consolarlo e cercare di farlo riaddormentare.  Ho conosciuto fior di uomini che lo fanno o che lo hanno fatto, compreso il padre di mia figlia, e che nonostante questi  sconvolgenti compiti non hanno perso una virgola del la loro maschia identità.

Non sono l’unica a chiedersi il perché i media non si siano interrogati sull’avvenenza e sugli outfit dei ministri di sesso maschile, personalmente muoio dalla voglia di sapere tutto sulle cravatte di Franceschini e sulla barba di Delrio che,  seppure agée,  è sempre un bell’uomo. Per il resto che lavorino bene o male per il paese a noi cosa interessa? Aspettiamo fiduciosi  come andranno le cose nei prossimi giorni, il servizio sulle ministre in costume da bagno durante la bella stagione potrebbe darci grandi soddisfazioni  e, se la fortuna ci assiste,  in estate i giornali potrebbero rivelarci tutto su quel filino di cellulite che tanto attanaglia la Boschi.

15 risposte a "Attenzione: Questione di massimo interesse: il look delle ministre! (… certo che alcune so’ proprio bone)"

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  1. Trent’anni o giù di li da Colpo Grosso e dal “Biscione che ti aspetta”.
    Trent’anni di subcultura che hanno rigettato la donna indietro di mezzo secolo.Lentamente,senza fretta, inesorabilmente, siamo tornate ad essere simpatiche bamboline.
    L’odiato verbo “sdrammatizzare” l’ha fatta da padrona negli anni ottanta,il sostantivo “femminista”e’ diventato un insulto da demonizzare.
    Non ho mai amato la Bindi ,ma le mie critiche hanno sempre riguardato il suo operato politico,perché non era una valletta di Gerry Cala’ ,esercitava un’altra professione.
    Non mi meraviglia che l’attenzione mediatica si focalizzi su abiti ,forme e fisionomie muliebri,chi ha gettato il seme raccoglie il frutto.
    Mi ferisce che al coro da bar sport si uniscano tante voci femminili.Troppe.

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    1. Alcune donne non si rendono conto che in questo modo diventano complici di questo sistema, altre invece giocano proprio su questo. Ridiamo amaramente, ma al momento per me la derisione di articoli di questo tipo è l’unica maniera che ho per combatterli nella speranza che venga sottolineata certa stupidità strumentalizzata

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    2. scusa rebecca, quindi la colpa sarebbe della boschi perchè è giovane e non veste da suora?No! Lei non è affatto complice di nulla e ha il diritto di vestire come vuole. La colpa è dei giornali punto

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      1. Non mi sono espressa bene Paolo ,mi scuso.Dagli anni ottanta ad oggi troppe donne si sono allineate al pensiero imperante,parlo di cittadine e lavoratrici,quelle che ,prima degli uomini stessi,hanno posto l’accento su outfit , make up e fisionomie di altre donne che non esercitavano la professione di soubrette.Quelle che “…baaaasta con ‘ste menate sulle donne!”, le prime a “sdrammatizzare” e a dire che,con certe minigonne, se ti saltano addosso…
        Appiattirsi su un pensiero anti femminile perché non si ha altro pensiero,questo rimprovero a troppe donne,fiancheggiatrici e inconsapevoli (?) vittime e carnefici.Lasciatelo dire da una fashion victim,questo per chiarire che non voglio ministre col saio ma meno che mai cittadine incapaci di giudicarle oltre l’abito.

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      2. allora sono d’accordo. Non c’è nulla di male ad appassionarsi alla moda, al make-up eccetera, è una passione legittima, ma certamente quando si parla di ministri e ministre bisogna guardare ad altro

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      3. e per inciso credo (etu Rebecca lo dimostri) che anche una persona a cui piace la moda sia in grado di giudicare un ministro per ciò che fa e non per come legittimamente decide di vestirsi ( mia madre non è una fashion victim nè un’appassionata ma purtroppo ha comunque giudicato “inadatto” l’abito di Maria Elena Boschi..)

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