di Sabrina Ancarola
Faccio cose perché sono inquieta, scrivo perché, dare una forma alla mia inquietudine, a volte è divertente. Sono cantante, presentatrice, scrittrice e autrice di pièce teatrali e cene con delitto. Non so cosa mi riesce peggio, ma mi ostino perché mi piace ballare pur non sapendo affatto ballare.

  • Dario stava noiosamente facendo zapping con il telecomando, borbottando:
    “Ormai in TV si vede solo sesso e violenza, esco.”
    “Esci di nuovo?” ribatté sua madre, visibilmente innervosita. “Ricordati, questa casa non è un albergo!”
    Vedova da tempo e con lui come unico figlio, la madre ripeteva sempre:
    «Ricordati, la mamma è sempre la mamma e di mamma ce n’è una sola!»
    Fu così che Dario lasciò la casa, abbandonando la via vecchia per quella nuova, consapevole di ciò che stava lasciando alle spalle, ma ignaro di ciò che lo aspettava.
    Mentre camminava, notò un manifesto mortuario: annunciava la dipartita di Carpi Isa, morta dopo una lunga agonia causata dall’enorme peso delle sue borse sotto gli occhi.
    “Peccato,” pensò fra sé, “era davvero una brava persona.”
    Entrò in un bar, lasciando la porta aperta come al solito – dopotutto, era nato in una barca.
    Cercò, senza successo, di approcciare una ragazza dai capelli rossi, la quale lo liquidò:
    «Gli uomini preferiscono le bionde, ma poi sposano le more.»
    Il barista, che aveva assistito alla scena, esclamò:
    «Eh, non ci sono più le donne di una volta! Guarda cosa fanno con l’auto… Certo, le donne non sanno guidare, anche se maturano prima degli uomini. L’ho sempre detto: se una ragazza è bella, allora è oca!»
    E prima che potesse completare il proverbio “chi dice donna dice danno”, Dario gli chiese indicazioni per un posto dove mangiare.
    Il barista rispose:
    «C’è una trattoria proprio dietro l’angolo, è buona, si fidi – là si fermano sempre un sacco di camionisti.»
    Così, Dario si avviò verso la trattoria.
    Lungo la strada, vide sfrecciare una splendida macchina sportiva nera, che d’estate diventa un vero forno, e si mise a rimuginare sul fatto che, sebbene possano essere costruite per andare a velocità incredibili, non si può sfuggire ai limiti imposti.
    Giunto nella trattoria, prima di sedersi chiese all’oste dov’era il bagno – situato in fondo a destra.
    Dopo essersi lavato le mani e aver preso posto, gli fu immediatamente servita una pietanza.
    Pregustando quel pasto, Dario pensò:
    «Ah, non c’è niente da fare… così si mangia in Italia. E dire che stamattina non ho nemmeno fatto colazione – il pasto più importante della giornata… Certo, ma quanto cibo si spreca! Pensare che ci sono bambini del Terzo Mondo che muoiono di fame.»Questi pensieri gli tolsero ogni appetito.
    Si alzò dal tavolo, ma l’oste lo bloccò con fermezza:
    «Ci si alza dal tavolo solo quando anche tutti gli altri hanno finito!»
    Dario rispose che si era appena ricordato di un impegno improrogabile.
    Così, con la scusa che il giorno dopo sarebbe stato migliore, fece impacchettare il pasticcio e tornò nuovamente in strada.


    Gustave Courbet – Uomo disperato (Autoritratto) 1844
    Gustave Courbet – Uomo disperato (Autoritratto) 1844
  • Can you tell me where my country lies?

    Di nuovo a piedi in questa notte di terra bagnata.
    Sono solo le nove, la nebbia sta avvolgendo tutto intorno a me. Riuscirò a tornare a casa dai miei bambini prima che crollino davanti alla televisione?
    Mi avevano detto che qua avrei trovato fortuna, che avremmo potuto vivere tranquillamente del lavoro, che i miei figli non sarebbero finiti a spacciare o a prostituirsi, come molti ragazzi del mio paese.
    Dovrei essere grata perché lavoro, anche se il tempo della fatica prende gran parte del giorno e della sera. Per fortuna Manuel, Carmen e Victor sono in gamba. Hanno imparato a cucinare da soli, fanno i compiti, mi aiutano a tirare avanti, cercano di non farmi pesare la mia assenza.
    Dio, come sono stanca. Ma posso contare sui loro abbracci, sulle loro piccole conquiste, sul loro enorme amore.
    Il bus era appena passato, dovevo servire l’ultimo cliente e il capo non ha voluto sentire ragioni. “Sono fortunata ad avere un cazzo di lavoro come questo”, mi ha detto.
    Sì, uno dei tre lavori del cazzo che faccio per mandare avanti la baracca, una baracca umida, ma che almeno ha un tetto. Sono fortunata ad essere entrata nella grande nazione, the American dream che tutto ingloba e che tutto risputa.
    Manca ancora un po’. Le poche auto che passano da qua schizzano fango sui miei vestiti e sono fortunata se una di queste non mi travolge.
    Maledetto tempo, maledetta acqua. Essere nata al caldo e vivere qua, dove nebbia e pioggia segnano gran parte delle giornate, è una fortuna eppure la vivo come una maledizione.
    Sono ingrata e dovrei vergognarmi, soprattutto al cospetto di Dio, che mi ha dato la vita, tre meravigliose creature, una, seppur dura, speranza per un futuro migliore.
    “Signora” – si ferma un camionista – “vuole un passaggio?”
    E io dico di no, che non ne ho bisogno, che ormai sono praticamente a casa, anche se manca un lungo, interminabile chilometro alla meta.
    Chissà se Manuel si sarà lavato i denti, fa sempre storie per questo. E chissà se a Carmen è venuto il ciclo … Non c’erano più assorbenti in casa e ho fatto in tempo a prenderne un pacco prima di entrare in servizio.
    Domani sveglia, apparecchio la tavola per la colazione e via verso gli uffici da pulire. Uffici abitati da persone che mai conoscerò, persone che mai conosceranno chi gli svuota i cestini, chi passa lo spray profumato sulle loro scrivanie. Poi la mensa, tante facce di studenti da servire, tanto chiasso di voci da subire, e poi la tavola calda, che stasera, con questo umido, calda proprio non lo era.
    Eppure mi ripeto e mi ripeto che sono fortunata. Eppure continuo a sognare di tornare a casa mia, nel mio paese, libero dalla corruzione, dalla criminalità, dalla povertà.
    Mercedes non ha retto. Mi hanno detto che ha preferito rinunciare e tornare da suo marito il quale non era riuscito a passare il confine. Ma io so che è dentro in qualche prigione, perché irregolare.
    Gli irregolari portano tanti soldi al sogno americano, ma guai se si fanno beccare. Guai per loro, ovviamente. Per i sostenitori del governo sono una minaccia in meno. Una minaccia fatta di straccioni che vorrebbero solo un po’ di normale tranquillità.
    Sono fortunata e non dovrei avere pensieri così cupi. I ragazzi stanno bene e anche io sono in salute. E adesso manca davvero poco al mio arrivo.
    Sono fortunata, anche se vedo una pattuglia fuori da casa mia. Sarà un giro di controllo? Sì, dev’essere così.
    Sono fortunata, perché i poliziotti che si avvicinano a me non sono aggressivi. Mi chiedono del visto, mi chiedono del lavoro, mi chiedono dei figli.
    “Perché restano tutto il giorno da soli? Chi bada a loro?”
    Inutile che gli spieghi quanto siano in gamba i miei ragazzi, che sono ben educati e che, nonostante tutto, vanno bene a scuola e riescono a cavarsela in mia assenza.
    Inutile che parli, adesso che così calmi non mi sembrano e che stanno portando via i miei bambini, che, per fortuna loro – mi dicono- troveranno chi riuscirà a dargli una vita migliore.
    Separati da me.
    Separati gli uni dagli altri.

  • Balzella, libellula liberata nei prati,
    salta di fiore in fiore, spargi il tuo polline.
    Succhia linfa vitale e svanisci.
    Spiega per l’ultima volta le tue ali trasparenti,
    forma geometrie invisibili e lasciati prendere nella rete.
    Il tuo ciclo è finito, il mio deve ancora iniziare.

    Hilde rubava il miele nella notte mentre le sue api dormivano. Avrebbe potuto farlo benissimo di giorno, quando gli altri erano lontani, effettivamente questo era del tutto indifferente alle inquiline dell’alveare. Ma volete mettere quanto fosse più gustoso il miele rubato nell’oscurità?
    Il fratello ghiro lo sapeva. Sonnecchiava o faceva finta di farlo; anche per lui la questione era irrilevante.
    L’imperatrice delle api, regina del suo regno — o almeno così le piaceva sentirsi — agiva in silenzio, per non disturbare il canto dei grilli e quello delle cicale ritardatarie, che ancora confondevano l’alba con il tramonto.
    Hilde, al contrario della sua pigra figura, non dormiva mai, pur sognando di continuo. Si apriva nella sua piccola mente a mondi fantastici, in cui veniva desiderata come il miele.
    Amava essere amata nel suo regno come chi esercita il pensiero fra sinapsi e vorticosi marchingegni mentali, quale creatura non ama essere amata?
    La sua prestanza massiccia, la bocca avida segnata dal tempo, nascondevano una creatura sensuale, un mondo tutto da leccare, tutto da sentire sciogliersi in bocca, lasciando un buon sapore.
    Poteva stare ore a leccarsi le dita ruvide, assaporando il miele con una lentezza quasi ipnotica, sognando di giacere con qualche giovane che si aggirava furtivo e affamato in quella steppa che alcuni osavano chiamare foresta.
    Era stata madre, forse anche compagna. Aveva lasciato tutto e tutti andare via lontano da lei, senza alcun rimorso di un ricordo. La sua natura mal coincideva col rimpianto. Eppure sentiva ancora dentro di sé il fuoco della passione ardere, e il miele poteva essere un’allettante attrattiva.
    Doveva sbrigarsi, perché qualcuno poteva svegliarsi e interrompere forse un futuro momento di godimento che avrebbe anticipato un piacere insperato fatto di amore selvaggio.
    Sarebbe stato bello abbandonarsi a lunghi preliminari, sottomettersi, concedersi del tutto. Si vedeva inizialmente in piedi, per poi scivolare sotto il maschio, mentre quest’ultimo le mordeva gli arti posteriori o il collo. Le piaceva essere presa e sapeva come richiamare l’attenzione su di sè. E anche se il maschio di turno era lento o mostrava poco interesse, bastava fingere di liberarsi perché lui la prendesse ancora con più forza. L’audacia era uno stimolo enorme per non iniziare una lotta giocosa. Lo aveva fatto nel passato e se ci fosse stata una ghiotta occasione, lo avrebbe fatto ancora quella notte, nonostante la sua età.
    La natura tutto regola, ma stare in un confine troppo stretto, non aveva mai fatto per lei.
    Le orse sono tra gli animali con il più basso tasso riproduttivo. Hilde aveva già dato quel che poteva dare, quel miele rubato poteva ancora ingannare.

  • L’ultimo Sanremo mi ha dato l’occasione di leggere commenti – ahimè, molti provenienti dal genere femminile – rivolti ad altre donne artiste, in cui si sottolineava come alcune di loro apparissero volgari.
    Mi sono chiesta se esistano delle leggi non scritte che noi donzelle, di qualsiasi età, dovremmo rispettare. Dato che non sono scritte, come una novella Mosè ho deciso di buttarne giù almeno una decina, ma so che sono molte di più.

    1. Le donne non possono essere volgari
      Questa è una delle leggi base. Partendo da questo principio, è vietato indossare abbigliamento succinto, perché poi, se ci prendono per troie, ce lo meritiamo. Ma ancora peggio: se siamo troie, infanghiamo tutto il genere femminile. Le donne non possono dire parolacce, figuriamoci bestemmiare. Non sta bene usare parolacce e bestemmiare – per carità, non è una cosa bella per nessuno, ma per una donna, porcoddio, è ancora peggio. Se tutte seguissimo questa regola, eviteremmo di essere riprese da chi, per il nostro bene, ci indica cosa dobbiamo e, soprattutto, cosa non dobbiamo dire, fare, baciare,lettera e testamento.
    2. Le donne non possono ricorrere alla chirurgia estetica
      Soprattutto se il risultato è visibile. Questa legge va in conflitto con quella successiva, che recita:
    3. Le donne non possono invecchiare
      Invecchiare è un peccato, ma se proprio capita, dobbiamo farlo con decenza: restare in forma, truccarsi e curarsi, senza farlo notare troppo.
    4. Le donne devono essere belle ma senza eccedere.
      La troppa bellezza potrebbe essere un affronto. Bisogna esser belle in modo misurato, al massimo 90/60/90.
    5. Le donne non possono essere grasse
      Lasciarsi andare al piacere della carne, ma anche a quello dei carboidrati, delle olive ascolane, dei dolci, degli amari (compreso quello del Capo) è un affronto! Le donne in sovrappeso non devono nemmeno fare sport, mostrarsi grasse in palestra o in tuta mentre corrono; dovrebbero avere la decenza di evitare di farsi vedere in giro e dimagrire in silenzio a casa propria. Possono uscire unicamente quando trovano o ritrovano la forma giusta e, a quel punto, non incazzarsi se qualcuno sottolinea che, comunque, sono solo ex grasse.
    6. Le donne non possono essere troppo magre
      Essere troppo magre è segno di scarsa salute, di non curare il proprio aspetto o di essere magre soltanto per suscitare l’invidia di chi non lo è.
    7. Le donne non devono parlare di sesso
      Soprattutto in pubblico: si fa, ma non si dice – questo antico adagio dev’essere rispettato.
    8. Le donne non possono fare sesso al primo appuntamento
      Perché così si dimostra di essere poco serie. Più in generale, fare sesso per noi del gentil sesso (perché gentili dobbiamo esserlo per nostra natura) non dev’essere un piacere da ricercare, o almeno non dobbiamo dichiarare apertamente che ci piace scopare. (Vedi sopra.)
      Le donne non devono neanche masturbarsi, se lo fanno non devono dirlo, peggio ancora se usano sex toys possono traumatizzare la popolazione!
    9. Le donne devono essere sempre in ordine
      La sciatteria è vietata dalle convenzioni, compresa quella di Ginevra.
    10. Una donna dev’essere madre, moglie, amante e sorella per il proprio, unico, uomo.
      Potrebbe anche trasformarsi in un razzo-missile con circuiti di mille valvole, ma se non è madre, perde quell’allure che una donna deve avere.

    A proposito delle leggi divine, le ho lette, sono proprio frutto del patriarca del patriarcato Diobbono!

  • Non avevo capito, non ho fatto in tempo a capirlo, l’amore io.
    Di tempo ce n’era e l’ho lasciato passare, come l’acqua fra le mani come avrei mai potuto trattenerlo?

    Sono stata tentata di rubarlo quel momento, avrei dovuto farlo, ma non ne ho avuto il coraggio, non sono mai stata coraggiosa sull’amore, mi sono data per sconfitta ancora prima d’iniziare e tu adesso mi presenti l’occasione di turbare le mie misere convinzioni.
    Puoi permettertelo, io posso permettermelo?

    Ho, come sempre, più domande che risposte mentre mi lascio cullare nel suono e nelle parole, tutte da decifrare.

    Sai, mi copro spesso con le canzoni dei poeti, con la loro musica che mi avvolge. Non trascino la mia coperta come Linus, perché questa mia coperta è invisibile, ma c’è sempre: mi ci aggrappo, mi ci ricopro e mi tengo al sicuro, perché sognare mi è sembrato più possibile che vivere.

    E stupidamente mi sono fatta scivolare via le occasioni, perché dell’amore ho capito che è difficile amarmi. Amarmi mi è sembrato un destino inafferrabile.

    Non me ne sono sentita degna.
    Non vorrei, adesso, non avere più il tempo di imparare.

    Rossana sfuggiva gli specchi, non perché soffrisse di spettrofobia, semplicemente voleva ignorare la sua immagine. Le piaceva sentirsi essenza e non corpo, perché quel suo involucro non lo aveva mai amato, anche se un tempo lo toccava, anche se un tempo si lasciava toccare, anche se quel tempo ormai era così lontano da non percepirne più nessun fremito nel ricordo.
    Si pettinava, si curava, un minimo si truccava con gesti ormai meccanici. Sapeva che doveva nascondere alcuni difetti con il correttore, esaltare gli occhi per non farli annegare in quel correttore, per poi uscire di casa e fare ciò che doveva fare: cane, lavoro, casa, spesa, amici. Una vita perfetta senza il ricordo di un amore, una vita solida nel rimpianto di un amore.
    Prendeva il treno ogni giorno e, come tutti, guardava nel vuoto infinito di volti nel suo telefono. Come tutti, era lì presente senza essere veramente su quei vagoni, anche quando erano pieni e si stava scomodi.
    Una vita la sua che correva su rotaie ben fissate. Ogni tanto pensava a qualche deragliamento, al treno che volava di sotto mentre attraversava il fiume. Sognare finali epici era una delle sue specialità più segrete.
    Camminava molto, salutava sempre perché, pur non essendo un’assassina, le piaceva che il suo ricordo fosse accompagnato dalla consueta frase “Era tanto una brava persona”, e brava lo era davvero.
    Aveva interpretato il suo ruolo magnificamente, fino a rendersi invisibile, eccetto per i suoi cari e per il suo cane che le chiedeva il cibo.
    Come l’acqua, il tempo: non aveva potuto trattenerlo con le mani, sebbene quel suo corpo che evitava di guardare, addosso quel tempo glielo faceva sentire.
    La sua vita era ricca di momenti che le affollavano le giornate, così piena da non rendersi conto che questa scivolava via sempre più velocemente. Anche il suo cane stava invecchiando.
    Certezze, in un mondo che stava affondando come il Titanic, sapeva bene di non poterne avere, ma era allenata dalla sua routine quotidiana. Era forte. Pensava di esserlo.
    Fino al giorno in cui qualcuno riuscì a intravederla.
    Allora pensò di essere stata scoperta, che la sua strategia potesse saltare da un momento all’altro. Poteva difendersi, ma ne aveva ancora voglia? Non sarebbe stato più bello, una volta tanto, mollare quell’assurda presa che la costringeva nel suo ruolo di brava donna, senza più sogni, senza più voglie?
    Il suo ammantarsi di un ruolo simile a quello di Renée Michel, un riccio senza eleganza, lo sapeva che era solo una forzatura. Non era la portinaia della sua vita, ne era la padrona.
    E allora perché non tentare di giocare ancora una volta, che fosse l’ultima, che fosse la prima?
    Aprire il cuore, fare uscire i sentimenti, i più chiari, i più oscuri. Accogliere e non pensare che non ci sia più l’occasione del tempo. Perché si vive finché si è vivi, e quando si è vivi tutto è mutevole.
    E lo era anche lei.
    Non sapeva se in giro ci fosse il suo Kakuro Ozu, non sapeva nemmeno se si sarebbero ritrovati, ma valeva la pena di farsi smascherare, anche rischiando di essere investita da un furgoncino o di finire in acqua volando dal treno.
    Perché quell’amore, che è tutto carte da decifrare, valeva la pena di iniziarlo a cercare.


  • I miei nemici oggi hanno due e tre anni; i loro corpi sono stati ritrovati in mare. Non sono sopravvissuti alla traversata.
    Il mio nemico oggi è un bambino, catturato dalla polizia mentre era a scuola. Il suo crimine? Non essere cittadino americano, come Clara, beccata all’oratorio mentre si preparava per la prima comunione.
    Quello che spero un giorno sarà mio amico, oggi è quello che mi insegna a odiare, e più impariamo, più lui cresce, più entusiasmo crea, più diventa grande, ed è bello pensare di andare nella sua bolla. Con lui, i miei privilegi staranno al sicuro.
    È tremendamente facile addossare le colpe ai più deboli, mentre anche noi siamo parti stritolate di questo spietato sistema capitalistico che, dopo aver reso i poveri ancora più poveri, li caccia via affinché non possano nemmeno tentare di alzare la testa alla ricerca di una vita migliore.
    È anche bello sentirsi nel club dei privilegiati, esultare quando i porci vincono, ma poi, quando finiranno i poveri, mica toccherà a noi essere schiacciati da umanissime necessità come mangiare, bere, avere un tetto, un’istruzione?
    Non succederà mai, ci penseranno i nostri politici, che accompagnano con gentilezza un eroico generale che si sollazza a torturare e uccidere i nostri nemici, a proteggerci. Non è così?

    Ci sarà un futuro, una giornata della memoria, per il mio nemico?

  • La vita è solo un capitolo delle numerose esistenze, fatte di prove più o meno difficili. Quando davvero non puoi reagire, è perché tutto è già stato scritto. Perché, allora, attaccarsi ai rottami? Non pensi di essere già stata sufficientemente fastidiosa per noi?


    È inutile, non c’è più lavoro

    Non c’è più decoro

    Dio o chi per lui

    Sta cercando di dividerci

    Di farci del male, di farci annegare

    Com’è profondo il mare

    Com’è profondo il mare

    Lucio Dalla – Com’è profondo il mare

    Raggi di sole schiaffeggiano la vostra pelle mentre, ammassati, aspettate la meta. La sete è totale: per mantenere un minimo di stabilità alla barca, i vostri miseri bagagli, insieme a cibo e acqua, sono stati gettati in mare. Quale occasione migliore per abbandonarsi al dolce far niente, mentre i vostri bambini piangono sotto lo sguardo disperato delle loro madri?
    BS & D Crociere: rimanere a galla non è un’opzione, ma un imperativo.

    Per i fanatici del movimento, sui nostri mezzi non troverete neanche lo spazio per distendere le dita di una mano. E attenzione: ogni movimento potrebbe compromettere la già precaria stabilità dell’imbarcazione. La barca è così malridotta che un’onda più grande potrebbe catapultarvi tutti in acqua. Sfruttate l’opportunità per riposarvi.
    BS & D Crociere: non muoversi non è un’opzione, ma un imperativo.

    Per gli amanti dell’adrenalina, questa è la vacanza perfetta. Chi ama le sfide troverà nei nostri viaggi il top delle avventure in mare. Una crociera non per tutti: regalare o regalarsi un’esperienza dove le possibilità di concentrarsi sulla propria sopravvivenza sono infinite. Cosa c’è di meglio?
    BS & D Crociere: cavarsela non è un’opzione, ma un imperativo.

    Ogni sera, l’orizzonte si tinge di tenebre inquietanti, un sipario che si alza su un palcoscenico di speranze spezzate, mentre il cielo e il mare si abbracciano in un’oscurità avvolgente, pronta a inghiottire ogni sogno di salvezza. Un viaggio sulle nostre imbarcazioni vi cambierà la vita.
    BS & D Crociere: giocare alla roulette russa non è un’opzione, ma un imperativo.

    E quando sarà ora di cenare, per i campioni delle nostre traversate in mare, la scelta è infinita. Potrete finalmente immaginare, una volta sbarcati, di mettere qualcosa sotto i denti, ma soprattutto di bere tutta l’acqua che avete tanto desiderato. I più fortunati tra voi, quelli giunti vivi sulla terraferma, saranno ospitati nei nostri centri esclusivi, coccolati dal nostro personale. Continuerete a vivere l’emozione di un viaggio misterioso, prendendo parte al gioco del vostro destino.
    BS & D Crociere: solo mete di lusso.


    Il 2023 ha segnato un anno drammatico: alla fine dell’anno, l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni ha conteggiato almeno 2.271 morti e dispersi sulla rotta del Mediterraneo centrale (3.041 in totale nel Mediterraneo), un incremento del 60% rispetto all’anno precedente.
    Le agenzie sottolineano che si tratta di stime conservative e che i numeri reali non potranno mai essere conosciuti, poiché molte vittime non saranno mai recuperate.

    Sono 30 mila i migranti morti nel Mediterraneo negli ultimi 10 anni.


    Itinerari:
    Tra terra e mare: dall’affascinante bordo del deserto alle coste del Mediterraneo

    Tanout (Partenza)
    La città del Niger è capoluogo dell’omonimo distretto nell’affascinante regione di Zinder. Con i suoi quasi centomila abitanti, Tanout conserva lo charme dei luoghi caratterizzati da estrema povertà e gravi problemi di accesso a cibo, acqua, sanità ed educazione. Ma sono soprattutto i bambini, specie quelli in età prescolare, a vivere un’esistenza elettrizzante, esposta a rischi come malattie e delinquenza precoce.
    Il Niger, con la sua economia basata principalmente su un’agricoltura e un settore zootecnico fragile a causa della siccità, un’industria poco sviluppata, una storia politica segnata da instabilità, sfrenato sfruttamento minerario, colpi di stato e ribellioni, prepara i suoi abitanti a emozionanti prove di sopravvivenza, ancor meglio di tanti nostri reality a tema avventura.
    Quale miglior luogo di partenza per intraprendere un viaggio ricco di sfide e incontri insoliti, all’insegna dei più eccitanti imprevisti?

    Sahel e Sahara: alla scoperta della magia del deserto
    Cosa visitare:
    Perché non concedervi una sosta nella città di Agadez, cuore pulsante di un complesso intreccio di politiche di controllo della migrazione, e restarvi per un tempo indefinito, in attesa del grande viaggio che vi condurrà attraverso il Sahel e il Sahara fino alla Libia?
    Ricordate: ogni deserto è un luogo iniziatico, potente e simbolico. Ecco perché sempre più persone affrontano la traversata nel deserto. Unitevi a loro: attraversate il deserto con mezzi di fortuna pagati a peso d’oro o, per un’esperienza ancora più avvincente, a piedi. Sopravvivete al sole cocente, alle frizzanti notti fresche, alla fame, alla sete e alle bande criminali. La cooperazione e una sicurezza che guardano alle persone, anziché a quei simpatici confini tracciati col righello, sono praticamente assenti, e si stima che il numero di morti nel deserto sia il doppio di quello in mare. Sono questi i motivi per cui questa tappa è perfetta per voi, amanti del rischio.

    Cosa visitare nei dintorni:
    Approfittate per ammirare la bellezza del deserto del Sahara, conosciuto come il deserto caldo più grande del mondo, con il suo epico paesaggio di estese distese di sabbia, dune scolpite dal vento e cieli infinitamente azzurri. Molte specie di piante e animali si sono adattate per resistere alle condizioni estreme del deserto, volete essere da meno? Qui si trovano piante resistenti come il giglio del deserto, il fico d’India e le acacie, alberi in grado di sopravvivere grazie alle loro radici profonde che attingono acqua direttamente dal sottosuolo, oltre a palme da dattero e arbusti spinosi come il cappero e l’euforbia. E, se siete sfortunati, potreste anche imbattervi in qualche cadavere di migranti; se siete fortunati, potrebbe non esserci il vostro.

    Tripoli bel suol d’amore
    Il porto:
    Affacciato sulla sponda occidentale da una piccola e strategicamente difendibile penisola, i Fenici trovarono irresistibile questo angolo per fondare una delle loro colonie. Oggi, dopo millenni, il porto della Libia non è considerato un porto sicuro, ed è proprio questo che costituisce il suo fascino. È il principale ritrovo per chi cerca di raggiungere l’Europa, un luogo dove le speranze vengono affidate non al destino, ma a scafisti e trafficanti. Un ottimo punto di partenza per chi ancora ha voglia di giocarsi l’ultima chance. Ricordate che il prezzo esorbitante del viaggio e delle imbarcazioni traballanti e vieillottes non è unicamente da attribuire a questi delinquenti di bassa levatura. Noi puntiamo più in alto e vi rendiamo partecipi di questo irresistibile effetto collaterale delle politiche migratorie internazionali, in particolare quelle europee, che preferiscono evocare la minaccia degli “scafisti”, attualmente molto popolare, per lavarsi le mani dai mancati soccorsi e dall’assenza di vie sicure per chi proviene dal Sud globale.

    Cosa vedere:
    Perché non approfittare dell’occasione per unirsi ad altri migranti, rifugiati e richiedenti asilo nei centri di detenzione di Abu Salim e Ain Zara a Tripoli? Un’opportunità rara, dove l’accoglienza viene offerta con calorosa aggressività. In queste suggestive location si può sperimentare una varietà di attività, dalle perquisizioni intime ai momenti dedicati agli abusi sessuali. Se la giornata è giusta, e spesso lo è, c’è la possibilità di assistere a uccisioni arbitrarie. La dieta? Innovativa, un’esperienza che si distacca dai tradizionali pasti: cibo scarso, acqua un lusso non per tutti. La convivenza? Esclusiva. Ospiti selezionati vengono uniti in celle senza servizi igienici, dove ogni angolo è un viaggio sensoriale tra odori di liquami e malattie che si propagano a velocità impressionante. L’assistenza sanitaria? Assente, per offrire a ciascuno la possibilità di trasformare ogni piccolo malanno in una grande avventura.

    Cosa vedere nei dintorni:
    La provincia di Tripoli, comprendente la dipendenza della suddivisione amministrativa dell’Impero Ottomano di Cirenaica, si estende lungo la costa meridionale del Mar Mediterraneo, tra la Tunisia a ovest e l’Egitto a est. Approfittate della visita in questi luoghi per ricordare i fasti della colonia Tripolitania, una delle due colonie italiane in terra libica. La conquista italiana della quarta sponda è costata, nell’arco di vent’anni, centomila morti alle popolazioni libiche. I nostri italici eroi si resero noti per le deportazioni, i campi di concentramento, le esecuzioni sommarie e le violenze sulle popolazioni autoctone, confermando l’immagine della presenza italiana in Libia come quella degli italiani “brava gente”.

    Lampedusa: “O’ Scoglio” fra i due mondi
    Il porto:
    Arrivati al molo Favaloro, intitolato a una delle famiglie più celebri della Sicilia, è facilmente possibile assistere allo spettacolo dei migranti che sbarcano in condizioni disperate, circondati da rifiuti e costretti a fare i propri bisogni in pubblico. Le imbarcazioni, al termine delle traversate, formano uno sfondo unico sul mare: ruderi colorati e potenzialmente pericolosi, al cui interno restano gli oggetti usati durante il viaggio: vestiti logori, pacchetti di biscotti e camere d’aria fornite dai trafficanti come misero sostituto dei giubbotti salvagente. Uno spettacolo unico che arricchisce la bellissima posizione e la ricchezza naturale dell’isola siciliana.

    L’isola:
    L’isola di Lampedusa, parte del libero consorzio comunale di Agrigento, è la più estesa dell’arcipelago delle isole Pelagie nel Mar Mediterraneo e la più meridionale d’Italia e d’Europa, sebbene geologicamente appartenga alla placca africana.
    Tra le zone d’interesse, oltre alle spiagge dei Conigli e della Guitgia, ai dammusi e alle innumerevoli belle cale, non dimenticate di visitare gli hotspot di Lampedusa, dove la situazione è spesso frizzante a causa delle numerose presenze.
    I globe-trotter che giungono dopo un avventuroso viaggio in Italia dovrebbero restare nei centri di prima accoglienza solo per un breve periodo. Tuttavia, queste tempistiche non sempre vengono rispettate. Ci sono casi di minori stranieri soli che si ritrovano a trascorrere lì oltre tre mesi. Approfittate di questo tempo prolungato negli hotspot per riflettere e rimettervi in forma, preparandovi ad affrontare nuove avventure nel paese del sole, sempre più ignorante e razzista, con l’obiettivo di raggiungere altri fantastici luoghi d’Europa.

    Servizi Premium: Lezhë – Bari, l’Adriatico che non ti aspetti!
    Se siete riusciti a trionfare dopo le peripezie del vostro movimentato viaggio, ma già sentite nostalgia per le avventure appena vissute, non temete: alcuni di voi potrebbero essere selezionati per un viaggio verso gli esclusivi centri di Shengjmn e Gjiader, nel distretto di Alessio in Albania. Questi centri, circondati da muri di cinta e telecamere lungo il perimetro, sono dotati di dispositivi di sicurezza all’interno e operano sotto giurisdizione italiana, con le forze di polizia italiane a garantire l’ordine e si sa che la polizia italiana, già famosa per la sua efficienza nel ripristinare l’ordine durante il G8 a Genova nel 2001, è rinomata per il suo chirurgico operato.
    Potrete godere di questo ulteriore soggiorno, anche se di fatto non vi siete macchiati di alcun reato, a spese del governo italiano, che ha investito più di mezzo miliardo di euro in questi centri. Ma le sorprese non sono finite: potreste tornare in Italia grazie al “Gioco della provenienza da un posto sicuro”, in cui lo Stato italiano sfida il Tribunale di Roma. Se quest’ultimo deciderà di non convalidare il trattenimento nel centro italiano per i rimpatri in Albania, potreste diventare ospiti nei Centri di accoglienza per richiedenti asilo, a Bari o in altri luoghi. Una volta in Italia, anche se la vostra richiesta di asilo è già stata respinta, avrete 14 giorni di tempo per presentare ricorso e, chissà, quante altre avventure vi attenderanno ancora.


  • Chi cade si rialza, e se non si rialza muore. Il passato viene riscritto costantemente, bella mia, quello stesso passato in cui ti culli per non affrontare la realtà, quello stesso passato che non esiste più e forse non è mai esistito. Il futuro te lo costruisci adesso, inventati. Solo l’adorazione degli altri conta e tu cercala, trovala nella carne.

    Ciao a tutti! Sono Priscilla, una ragazza di 23 anni con due grandi passioni nella vita. La prima sono i miei studi, che rappresentano tutto per me. La seconda? La mia alimentazione, alla quale tengo moltissimo. Ah, e ovviamente il fitness, che è parte integrante del mio impeccabile stile di vita. Ho aperto questo canale per parlarvi della mia dieta, che consiste unicamente in bistecche: solo manzo di prima qualità. Ogni giorno, un solo pasto al giorno.

    Mangio solo costate dry-aged, ben frollate e marezzate. Non accetto compromessi. Ogni mese ordino due diverse selezioni di carne di altissima qualità: Fashion Steak, Chic Caw, Rubia De Res, New Jersey, Angus Young, Kudamono. Le ho provate tutte, e ve le condivido qui, una per una. Oggi, ad esempio, ho una Sashi Ruby frollata per 50 giorni, 800 grammi di perfezione senza osso, con quel grasso giallo oro che adoro.

    Sono già quattro anni che mi alimento esclusivamente di carne. Solo questo. Nessuna eccezione. Nessun assaggio di altro. I miei genitori mi comprano carne di altissima qualità. Volete vedere il mio frigo? Eccolo qui. Vedete quanto sono belle queste costate?

    Ho iniziato mangiando carne lievemente scottata per non far disperdere i suoi preziosi nutrienti, ma da domani, nei miei video, vedrete solo carne cruda. Siete pronti per la diretta? A che ora preferite? Scrivetemelo nei commenti.

    So che qualcuno dice che è assurdo, ma questa è la mia routine. E funziona perfettamente; potreste dire il contrario guardandomi? Il mio intento non è divulgare la mia alimentazione, ma condividere i momenti del mio pasto.

    Nonostante la mia dolcezza, la mia voce pacata, le mie posate dorate e la piscina sullo sfondo, ricevo critiche da gente che, invece di apprezzare il mio stile di vita, probabilmente si ingozza di cibi ultraprocessati. Sono solo persone invidiose, spesso poveracce, che non hanno la mia disciplina. Da 10, forse 9 o 8 anni, non so quanti, mi alimento così. E guardate dove sono arrivata.

    La mia community sta crescendo sempre di più, grazie anche alla mia dolcezza, che tanto irrita gli haters. Alcuni tirano fuori le assurde ricerche dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sul consumo di carne rossa, mentre altri mi riempiono di commenti negativi, come quei ridicoli “fricchettoni” fissati con la balla del cambiamento climatico legato agli allevamenti intensivi. E non parliamo dei vegani, sempre pronti a lamentarsi per la sofferenza degli animali. Facciamo chiarezza: gli animali che io mangio non provengono da allevamenti intensivi. Le bistecche con cui mi nutro ogni giorno costano come minimo un paio di giornate di lavoro per molti di voi. Inoltre, i miei manzi non hanno mai sofferto; molti di loro vengono massaggiati da speciali geishe, addestrate da secoli per coccolarli fin dalla più tenera età. Le bistecche che consumo provengono da allevamenti all’aria aperta nei campi più esclusivi del mondo, come quelli nei pressi del Kingsbarns Golf Links in Scozia o del Vidalgo Palace in Portogallo.

    I vegani? Loro sì che sono aggressivi. La loro è invidia sociale, perché dietro la scusa del “bene degli animali” si nasconde la loro mancanza di denaro per potersi alimentare come davvero vorrebbero: come me, solo con carne cruda di altissima qualità. Fa loro rabbia vedere la ragazza dolce che sono, con i miei modi pacati e una community sempre più numerosa di ammiratori.
    Domani una speciale diretta per voi: mangerò una costata speciale di Raw Manzo Bullett Baby. Vi voglio bene. A domani!


  • Sarebbe stupido pensare che tu non possa farcela, perché questo mondo ha una forza di gravità insopportabile per le tue ossa. Ma ci sei, sei qui oggi, impara a viaggiare su questa terra tra le sue bellezze. Tocca l’abisso dei suoi mari, sii sirena, sii squalo.


    Mare, profumo di mare
    È colpa del mare, del cielo e del mare
    Questo sole che cosa può fare
    Io non ci credevo, ma posso sognare

    Little Tony – Profumo di mare (sigla italiana di Love Boat)

    Raggi di sole accarezzano la vostra pelle mentre, distesi, aspettate di immergervi in una delle nostre piscine. Il relax è totale: un aperitivo sublime, sapientemente shakerato dai nostri bartender, e le prelibatezze firmate dai nostri chef stellati. Abbandonatevi al dolce far niente, mentre i vostri bambini ridono, scatenandosi sugli acquascivoli, sotto la cura attenta degli animatori del baby club.
    TWE Crociere: relax e divertimento non sono opzioni, ma un imperativo.

    Se la voglia di movimento si fa sentire, qua trovate palestre all’avanguardia, campi da tennis, calcio, basket e persino golf, pronti ad accogliere ogni vostra esigenza sportiva. E non solo: yoga, pilates, zumba, tutto a portata di mano, per chi cerca l’equilibrio perfetto tra corpo e mente. La nave è così immensa che potrete fare jogging sul ponte, con il vento marino che vi riempie i polmoni, cullati dall’armonia delle onde.
    TWE Crociere, sport e spensieratezza non sono opzioni, ma un imperativo.

    Per voi, amanti dello shopping, questa è la vacanza perfetta. Le boutique più eleganti e i negozi più ricercati rendono il lusso di coccolarsi parte integrante della nosra missione. Regalare o regalarsi un souvenir non è solo un ricordo, ma un frammento prezioso di questa esperienza indimenticabile. Le possibilità di dedicarsi al benessere sono infinite: massaggi rilassanti, saune rigeneranti, trattamenti di bellezza e parrucchieri pronti a soddisfare ogni esigenza.
    TWE Crociere: farvi sentire belli è il nostro imperativo.

    Ogni sera, l’orizzonte si tinge di tenebre inquietanti, un sipario che si alza su un palcoscenico di speranze spezzate, mentre il cielo e il mare si abbracciano in un’oscurità avvolgente, pronta a inghiottire ogni sogno di salvezza. E se vi sentite fortunati, il casinò è lì, con le sue luci scintillanti e le slot machine che tintinnano, pronte a tentarvi. Il prossimo giro potrebbe cambiare la vostra vita, o forse no, ma il fascino del rischio è irresistibile.
    TWE Crociere: giocare è un imperativo.

    E quando è ora di cenare, la scelta è infinita. Buffet, ristoranti à la carte, piatti raffinati e vini internazionali che scorrono nei calici, con il mare che sussurra sullo sfondo. Il piacere diventa un viaggio dentro al viaggio, e voi, piccoli passeggeri su questa immensa nave, lo vivrete fino all’ultimo istante.
    TWE Crociere: il lusso non è una possibilità, ma il nostro imperativo.

    Gioielli dell’Adriatico: Un viaggio tra culture millenarie nell’azzurro Adriatico
    Itinerario: Trieste – Venezia – Bari – Lecce- Valona – Spalato, ritorno a Trieste

    Trieste (partenza)
    :
    Posta tra le acque dell’Adriatico e l’impervio promontorio carsico, incorniciata dallo splendido golfo che la avvolge, Trieste si espande fino al mare, abbracciando Piazza Unità d’Italia con i suoi eleganti palazzi e il Borgo Teresiano. Ex città imperiale e capoluogo del Litorale austriaco, Trieste si pone al top fra le città italiane: è la seconda d’Italia dove i prezzi degli affitti sono esplosi, con un aumento del 16,4% tra il 2022 e il 2023, contro una media nazionale del 6,1%.
    Crocevia di culture, lingue, etnie e culti, Trieste potrebbe sembrarvi un luogo invidiabile, ma per fortuna anche qui non mancano i piaceri del degrado: microcriminalità, furti, rapine e risse. Con l’arrivo dei turisti, il traffico si ingrossa, diventando caotico e ingestibile, così da non farvi rimpiangere la vita nelle nostre altre grandi città.

    Giorno 1 – Venezia

    Il porto:
    Il porto di Venezia è uno dei principali approdi dell’Adriatico, posizionato strategicamente per farvi ammirare, dall’alto dei quasi 70 metri delle nostre navi, la Serenissima e le sue isole. Non perdete l’opportunità di farvi invidiare dai turisti a terra: la maestosità delle nostre imbarcazioni non passa inosservata a chi si trova nella laguna, e questo è un vanto di cui potrete essere orgogliosi anche in futuro. Ricordate che il porto offre momenti perfetti per immortalare il vostro viaggio: approfittate dell’occasione per scattare numerosi selfie con uno sfondo che incanta cittadini e visitatori di tutto il mondo.

    Cosa visitare:
    La città lagunare, nel secolo scorso, ha fortunatamente registrato un esodo di circa 5.000 abitanti all’anno tra gli anni ’50 e ’60, assestandosi poi attorno ai 1.000 negli anni più recenti. Venezia si è così trasformata in un palcoscenico per gli amanti del turismo più sfrenato. Con le sue vie d’acqua e i passaggi stretti delle calli, ammirare in Piazza San Marco la splendida basilica o il maestoso Palazzo Ducale con i cittadini tra i piedi sarebbe stato squalificante per la città.

    Un giro in gondola lungo i canali offre una vista indimenticabile, compreso l’iconico Ponte di Rialto, il luogo perfetto per scattare selfie che faranno invidia a tutti i vostri amici. Approfittate dello scalo per visitare una città di ineguagliabile bellezza che, senza la distrazione di una comunità vivente, non lascia indifferente nessun viaggiatore.

    Cosa visitare nei dintorni:
    Le isole di Murano e Burano sono facilmente raggiungibili con i vaporetti della città. Murano, famosa in tutto il mondo per il suo vetro soffiato, e Burano, celebre per i suoi merletti, sono pittoresche isolette che offrono tranquillità e una ricchezza artigianale unica. Lo spettacolo di osservare chi usa le mani non unicamente su tablet e dispositivi digitali è impagabile.
    Visitate Porto Marghera: una delle più grandi zone industriali costiere d’Europa, che si estende su una superficie complessiva di oltre 2.000 ettari. Qui potete respirare la storia delle crisi che hanno colpito, negli anni, i settori metalmeccanico e chimico. Avrete l’occasione di rivivere la storia del petrolchimico, con i suoi 157 lavoratori morti per tumore a causa della nocività del lavoro e delle materie chimiche trattate, e dei 103 lavoratori ammalati delle stesse patologie tra gli operai addetti alle lavorazioni del PVC.
    E non dimenticate i selfie! Le aree industriali sono perfette per far risaltare il vostro fascino.


    Giorno 2 – Bari

    Il porto:
    Il porto di Bari, un’infrastruttura marittima che si affaccia sulla città, è un crocevia vitale per il traffico verso la penisola balcanica e il Medio Oriente. Il porto vecchio, con i suoi abitanti, la sua chiesa e i suoi servizi, è una sorta di “città nella città”, saggiamente separata da Bari da una cancellata di ferro che impedisce non solo ai cittadini di osservare la vita interna, ma anche ai turisti di incontrare la gente locale, che diciamocelo, non è mai una bella cosa.
    Tra le meraviglie future del porto, troviamo un ambizioso progetto di cementificazione che prevede la cancellazione di 300 mila metri quadrati di mare, un intervento che sicuramente non passerà inosservato.
    Di particolare importanza nella storia del Paese, uno degli eventi più significativi legati al porto di Bari si verificò l’8 agosto 1991, quando oltre ventimila albanesi, stipati sulla nave Vlora proveniente da Durazzo, sbarcarono in città. Questo episodio ha lasciato un segno indelebile nella storia di Bari e ha contribuito a trasformare l’Italia da terra di emigranti a approdo di migranti.

    Cosa visitare:
    Bari, capoluogo della Puglia, si distingue per il suo affascinante centro storico: Bari Vecchia, un dedalo intricato di stradine che si estende su un promontorio tra due porti. Qui si erge la basilica di San Nicola, risalente all’XI secolo, meta di pellegrinaggi per chi venera i resti del santo. Ma oltre al fascino storico, vi invitiamo a immergervi nella mappa dei gruppi criminali, con i suoi storici quattro clan egemoni, formidabili nella loro spiccata capacità di insinuarsi nell’economia. A loro si sono subordinati, nel tempo, diversi gruppi minori, con limitata autonomia operativa.
    A sud si trova il quartiere Murat, con i suoi eleganti edifici ottocenteschi, ampie aree pedonali e una vivace vita commerciale. Tra i quartieri più popolosi spicca il Libertà, una zona centrale folkloristica, ricca di contrasti sociali e dal forte carattere popolare.
    Vi invitiamo a respirare l’aria di questa città, prima che conquisti altre vittorie nella lotta contro l’inquinamento atmosferico.

    Cosa visitare nei dintorni:
    Insieme a Sammichele, fanno parte della rete dei Borghi più belli d’Italia i comuni di Alberobello, Alberona, Bovino, Cisternino, Locorotondo, Maruggio, Monte Sant’Angelo, Otranto, Pietramontecorvino, Presicce-Acquarica, Roseto Valfortore, Specchia e Vico del Gargano. Ma non possiamo trascurare i caratteristici luoghi dei clan baresi, ormai forti della loro espansione in provincia, come Bitonto, Triggiano, Putignano, Noci, Turi, Castellana Grotte, Monopoli, Alberobello e Conversano. Alcuni referenti, come ricostruisce la Dia, opererebbero anche nei comuni di Modugno, Giovinazzo, Terlizzi, Corato, Palo del Colle, Molfetta e Mola di Bari.

    Giorno 3 – Brindisi: una porta aperta sul Salento

    Il porto:
    Il porto di Brindisi, uno dei più importanti del Mar Adriatico, è un crocevia turistico, commerciale e industriale, con una storia che affonda le radici nell’antica Roma. Le colonne terminali della via Appia, simbolo di apertura verso il mare, ne sono una testimonianza. All’interno del porto si può osservare il nastro trasportatore lungo 13 km, che collega il porto alla Centrale termoelettrica Federico II. Questo imponente sistema di trasporto è in grado di stoccare fino a 750.000 tonnellate di carbone. Con oltre 10 milioni di tonnellate di anidride carbonica emesse ogni anno, la centrale è al top per emissioni e danni economici legati all’inquinamento, tanto da essere considerata un “fiore all’occhiello” tra le venticinque centrali più impattanti d’Europa.

    Cosa visitare:
    Lecce, un tempo trascurata, è finalmente emersa negli ultimi anni nell’elenco delle affollate città d’arte italiane, diventando una meta ambita non solo per l’estate. Chi non desidera una vacanza in Salento, immersi nella pizzica e deliziandosi con pasticciotti, frise e polpo alla pignata? Con il suo affascinante stile barocco, la perla del Salento offre anche uno sguardo interessante sulla turistificazione selvaggia.
    Arrivando in città in treno, si può ammirare il caratteristico spettacolo di pendolari stipati e accalcati tra i turisti e i loro coloratissimi trolley. Chi arriva in autobus può vantarsi di aver contribuito, grazie ai numerosi pullman con il motore lasciato acceso, alla continua emissione di fumi e rumori, rendendo la situazione charmantemente irritante, soprattutto per chi vive in alcune zone del capoluogo.
    Lecce, così viva e pulsante, rappresenta un contrasto affascinante tra bellezze artistiche e le sfide della modernità.

    Cosa visitare nei dintorni:
    Brindisi, città nella top 10 italiana per omicidi volontari e tentati omicidi denunciati, offre un punto di partenza ideale per esplorare alcuni dei luoghi più affascinanti del sud Italia. Nella sua provincia possiamo trovare un blend di bellezze naturali, siti storici, gastronomia locale e un’ospitalità calorosa. Una menzione speciale va alla Sacra Corona Unita, esclusivo club nato nei frizzantissimi anni ’80, ancora operativo.
    Il calo demografico e la crisi industriale mettono a rischio l’identità di questo territorio, creando un contrasto affascinante tra i tesori da visitare e le sfide che la comunità deve affrontare.
    La bellezza dei tanti luoghi del sud Italia merita di essere esplorata per il loro irresistibile mix di storia, fascino e degrado

    Giorno 4 – Valona
    Il porto:
    Il porto di Valona, secondo scalo più importante dell’Albania, è il punto di partenza perfetto per chi vuole scoprire le splendide località balneari della costa meridionale. Situato a soli 5 chilometri dal centro della città, il porto gode di una posizione strategica, affacciandosi sia sul Mar Adriatico che sul Mar Ionio.
    Questa meta ha conquistato soprattutto i turisti italiani, i quali, per anni, hanno snobbato e offeso gli albanesi con epiteti razzisti, ma ora accorrono in massa non solo per esplorare le sue bellezze turistiche e ostentare il loro stile di vita, ma anche per approfittare delle convenienti offerte di operazioni di chirurgia estetica.

    Cosa visitare:
    Valona è la città in cui nacque l’Albania moderna. Fu qui, nel 1912, che il leader politico Ismail Qemali dichiarò l’indipendenza dall’impero ottomano e istituì il primo parlamento. Oggi, a oltre 100 anni di distanza, Valona è diventata una città dinamica e accogliente per il turismo. Le spiagge più belle si trovano a sud della città, oltre il tunnel Uji i Ftothe, dove si annoverano gli stabilimenti balneari e i beach club più rinomati.
    Imperdibile un giro tra le baraccopoli di Valona, dove le fasce più vulnerabili della società s’impoveriscono giorno dopo giorno. Questo fenomeno, emerso grazie all’economia turistica che ha fatto lievitare in modo significativo il costo della vita, ha messo a rischio la sussistenza di molte persone.
    Qui è possibile osservare intere famiglie che vivono in condizioni di forte disagio, un’esperienza che consente al turista di percepire ancora di più la propria vita privilegiata.

    Cosa visitare nei dintorni:
    Incastonata tra mari e monti, Valona vanta un entroterra che offre una ricchezza straordinaria, sia naturalistica che culturale. Questo territorio rappresenta un mondo unico, in cui si fondono elementi della tradizionale cultura rurale e montanara con l’eredità storica e artistica dell’antichità classica e medievale. La varietà paesaggistica e culturale invita a scoprire tradizioni autentiche e bellezze senza tempo.
    Nel corso del tempo, il territorio ha visto fiorire numerose famiglie mafiose, autentici protagonisti di un panorama unico. Se sarete fortunati, potreste addirittura imbattervi in gruppi criminali che si contendono il dominio di pezzi di territorio, offrendo uno spettacolo che difficilmente dimenticherete. Un vero vanto di queste comunità folkloristiche è il controllo internazionale delle reti di traffico di stupefacenti e armi verso i paesi dell’Unione Europea, con una particolare predilezione per Spagna e Italia. Questi gruppi criminali rappresentano alcune delle organizzazioni più sofisticate nella storia della transizione politica in Albania, rendendo il loro operato un’affascinante peculiarità del territorio.

    Giorno 5 – Spalato

    Il porto:
    Un tempo sede della colonia siracusana di Aspalathos, il porto di Spalato, vero e proprio crocevia di eventi storici, ha assunto un’importanza cruciale durante la guerra di indipendenza della Croazia (1991-1995), un conflitto in cui stragi e violenze hanno segnato entrambe le fazioni, mettendo in mostra il lato più oscuro dell’umanità. L’Italia partecipò alla missione nei Balcani per accrescere il proprio prestigio internazionale e guadagnare fiducia tra gli alleati. Gli interventi militari esteri offrivano anche una soluzione per legittimare le Forze armate, in crisi d’identità dopo la scomparsa della principale minaccia alla sicurezza. Inoltre, la missione rispondeva a un’esigenza di maggiore sicurezza, poiché i conflitti nei Balcani rappresentavano una minaccia diretta per l’Italia, mirando a garantire stabilità nella regione e tutelando la sua storica influenza, in particolare in Albania. La missione, che vide i nostri militari adornarsi di onori, riportò in molti di loro un esiguo effetto collaterale conosciuto come “Sindrome dei Balcani.” Questa condizione, che racchiude un cocktail di gravi malattie come cancro e linfomi, ha colpito oltre 7.500 militari italiani, di cui almeno 372 sono deceduti.

    Cosa visitare:
    Spalato, la seconda città più grande della Croazia e capitale della Dalmazia, è celebre per il Palazzo di Diocleziano, fondatore della città nel 293 d.C., la Porta Aurea e la Cattedrale di San Doimo, con il suo imponente campanile. La città custodisce affascinanti rovine romane, come l’acquedotto di Diocleziano, e il suo complesso storico è inserito nella lista dell’UNESCO.
    Pur avendo antiche origini, Spalato si dimostra oggi moderna grazie al turismo, un settore economico cruciale per la Croazia, che porta con sé costi ambientali e sociali e un crescente rischio di criminalità, elementi che conferiscono un tocco affascinante e caratteristico alle città più à la page del nostro continente.

    Cosa visitare nei dintorni:
    Non è solo la città a essere meta di un turismo alla ricerca di bellezza e di esperienze variegate: i dintorni di Spalato, con le loro spiagge, le montagne che svettano, le isole che emergono dal mare cristallino e i parchi naturali, sono ideali per chi vuole mescolare relax, cultura ed esperienze adrenaliniche.
    Tra le peculiarità del territorio, spicca la monumentale discarica di Karepovac, l’unica discarica pubblica della contea di Spalato. Costruita quasi 60 anni fa, riceve circa 130.000 tonnellate di rifiuti all’anno e attualmente contiene oltre 7 milioni di metri cubi di materiali accatastati.
    E per i più avventurosi, c’è la possibilità di imbattersi in una delle mine inesplose rimaste a seguito del conflitto dal 1991 al 1995. Un richiamo a un passato tumultuoso che contribuisce a dare un ulteriore strato di fascino a questa affascinante regione.

    Trieste (ritorno)
    Dopo aver viaggiato a bordo di una delle gigantesche navi della TWE, cosa c’è di meglio che tornare nella città del vento, dell’arte e del mare? Mescolatevi tra i turisti in attesa dei taxi davanti a piazza Unità d’Italia. Scattatevi selfie una volta sbarcati dalla nave da crociera, mentre vi avventurate nel cuore pulsante della città. Qui, il flusso turistico cresce costantemente, a esclusivo beneficio del commercio locale e dei proprietari di case per affitti brevi.
    Ricordate, dietro lo scenografico set di palazzi storici si cela una realtà sorprendente: Trieste non è solo un avamposto alla frontiera, è uno specchio in cui l’Italia può riflettersi, rivelando contrasti e storie che attendono solo di essere scoperte.

    Vi aspettiamo per il prossimo viaggio con TWE Crociere, farvi conoscere il mondo è il nostro imperativo.


  • Sii potente, sii divina, oppure piega la tua carne e abbandonati nell’acqua che ha generato la tua vita


    I settimana
    Benvenuti, figli miei. Sono felice che abbiate deciso di risvegliare la vostra lucentezza. Il vostro viaggio inizierà con una piena presa di coscienza. Come ben sapete, siamo figli di un dolore che parte dal grido dell’uomo delle caverne, sorpreso da un animale feroce, e arriva fino al pianto del padre di Gaza che ha perso i suoi figli sotto i bombardamenti. Portiamo nel nostro essere un tormento antico quanto la storia dell’umanità. Le generazioni si sono susseguite fra lotte per la sopravvivenza, guerre, carestie e soprusi di ogni genere. E noi pensiamo di essere immuni dal nostro passato? No, non lo siamo. Ci portiamo dentro il dolore delle nostre nonne picchiate dai mariti violenti, quello dei nostri prozii discriminati perché stranieri, e il nostro: quello di ex ragazzi bullizzati o semplicemente resi tristi per un sogno infranto.
    Il dolore è un’eredità pesante, marchiata sulla nostra carne. Può affievolirsi col tempo, ma ne resta sempre una traccia, come un’impronta genetica che si arricchisce di nuovi pezzi creati dalle nostre tragedie, dalle più piccole alle più grandi delusioni.
    È possibile estirpare questa eredità del dolore dal nostro essere? È possibile alleggerire la nostra vita dal fardello del passato, allontanandocene completamente per essere davvero liberi e felici?
    La mia risposta è ovviamente sì, e il fatto che siete qui, voi prescelti fra miliardi di persone, indica che avete fatto il primo, grande passo: quello più importante.
    In questo luogo vi allenerete a gioire della vera ricchezza. Il percorso verso la vostra liberazione, lo confesso, non sarà facile, ma ne varrà la pena. Lasciatevi andare all’insegnamento della luce, quella che ha il suo nucleo qui, in questa terra che vi ha richiamato. Respirate quest’aria, seguite i miei insegnamenti, io sarò l’umile mezzo che vi accompagnerà in questo cammino verso la felicità.
    Vi amo già profondamente; l’amore che nutro per voi vi cullerà lungo tutto il vostro cammino.

    II settimana
    Cos’è un seme se poi non diventa un fiore? E cos’è un fiore se non riesce a trasformarsi in frutto?
    Figli miei, il mio compito è piantare in voi il seme della conoscenza, cullarlo nella mia luce e proteggerlo. Ma sta a voi averne cura nel tempo.
    L’approccio a questa nuova vita può sembrare faticoso, ma solo il duro lavoro permette all’uomo di spiccare il volo, portandolo dall’oscurità alla luce, dal caos all’ordine, spezzando così le catene dell’eredità del dolore.
    Abbiate fede. Il dubbio agisce come il mercurio con l’oro: basta una piccola goccia per rovinare il monile più prezioso. Non rovinate il gioiello del vostro cuore. Siate l’oro che non si lascia corrompere da nessun elemento chimico o atmosferico.
    Ho studiato per voi l’alimentazione più idonea affinché non diventiate veleno per voi stessi nutrendovi di cibo impuro.
    Il lavoro nella terra non è diverso dalla meditazione. Eravate schiavi dei vostri dispositivi digitali. Molti di voi sono qui perché si sono resi conto di quanto una vita mendace, fatta di assurde ricerche di consensi, di immagini irreali e di filtri, soffocava il vostro vero io sotto una coltre di falsità.
    Avete scelto di essere persone, avete scelto di essere luce. Per riuscirci, dovete mescolare il vostro sudore con l’erba dei campi da estirpare, con i calli delle vostre mani e la terra sotto le unghie, con i semi che diventeranno germogli grazie a voi. Ditemi, non è forse questa la vera felicità? Una gioia pura, lontana dal gusto effimero del cibo, ben lontana dalla pigrizia che chiamavate riposo, e soprattutto, dalle illusioni.
    Questo richiede uno sforzo duro. I nostri giorni sono scanditi da ritmi ben precisi: sveglia alle 5, meditazione per accogliere il nuovo giorno, lavoro, poi meditazione per accogliere dentro di noi i frutti della terra. Di nuovo lavoro, e infine meditazione della sera. Potrebbe sembrare ancora faticoso per alcuni, ma abbiate fede in me: ogni vostro sforzo verrà ripagato.
    La terra è amore, il lavoro è amore. Ed è per questo che solo alcuni di voi, coloro che percorrono più velocemente questo nuovo sentiero, avranno il privilegio di entrare nella mia abitazione per una meditazione speciale, una pulizia ancora più profonda del vostro karma.
    Ciò richiede uno duro sforzo. I nostri giorni sono scanditi da ritmi ben precisi: sveglia alle 5, meditazione per accogliere il nuovo giorno, lavoro, poi meditazione per accogliere dentro di noi i frutti della terra. Di nuovo lavoro, e infine meditazione della sera. Potrebbe risultare ancora faticoso per alcuni, ma abbiate fede in me, ogni vostro sforzo verrà ripagato.

    La terra è amore, il lavoro è amore. Ed è per questo che solo alcuni di voi, coloro che percorrono più velocemente questo nuovo sentiero, avranno il privilegio di entrare nella mia abitazione per una meditazione speciale, una pulizia ancora più profonda del vostro karma.

    III settimana
    Ho saputo di persone che si sono lamentate per la fame e la stanchezza. Sinceramente, tanta ingratitudine mi ferisce. Pensavo fossimo già a un buon livello, ma vedo che devo continuare a ripetervi le stesse cose.
    Vi avverto: vi state facendo ingannare, e lo dico con tutto il cuore per il vostro bene. Ricordate che il demone dell’oscurità sta lavorando affinché sensazioni effimere come la fame e la fatica obnubilino il vostro cammino verso la luce. Questo è semplicemente il suo ruolo; il mio è mettervi in guardia, essere il faro che vi indica la giusta direzione nel mare di menzogne in cui avevate vissuto prima di arrivare qui.
    Figli miei, la fede è l’unica cosa che conta. Caterina da Siena e Prahlad Jani, tanto per citare due mistici universalmente noti, hanno raggiunto la santità unicamente grazie alle privazioni.
    Noi, figli dell’eredità del dolore delle persone comuni, non dobbiamo pretendere di avvicinarci al loro livello, ma possiamo davvero scegliere fra una vita infelice e insignificante e una vita che sia degna di essere vissuta.
    Fidatevi di me: lasciate che la vostra luce emerga. Il lamento è la voce del demone che cerca di minare la nostra armonia.
    Tenete duro. Se sarete fortunati, potreste presto essere accolti nel mio alloggio per la speciale meditazione. Al mio fianco avanzerete ancora più velocemente verso la felicità.

    IV settimana
    Lasciate che il mio spirito penetri in voi. Siete le prescelte. Sento la gioia immensa dei vostri cuori vibrare con il mio essere. Siete pronte; lo so, non è meraviglioso tutto questo?
    Avanti, spogliatevi e venite a me. Accarezzate la mia pelle, armonizzatevi con il Maestro. L’eccitazione non è peccato; il ritmo vibrante di un corpo in sintonia con il giusto insegnamento è il petrolio che illumina il faro guida. Voglio vedervi completamente abbandonate. Prendete questo nettare. Una donna che succhia i capezzoli di un’altra donna torna all’esperienza più pura, quella del bambino che si nutre del latte materno, quella della madre che è fonte di vita per altre vite Succhiate, lasciate che questo gesto mi ecciti e poi unitevi a me in questa esperienza profonda. Lasciate che il mio spirito entri in voi ripetutamente; abbeveratevi del mio seme. Quanta fortuna, mie elette: l’unione dei vostri corpi mortali con il mio non farà altro che elevarvi verso la luce, verso ciò che avete sempre sognato: la vera libertà.

    V settimana
    Ho sentito ancora che qualcuno si lamenta. Sono davvero rattristato da tanta ingratitudine. Sapete bene che non vi tengo legati a questo luogo, di cui alcuni, molto probabilmente, non sono degni. Vi ho dato l’amore, il bene più prezioso. Mi sono prodigato nell’insegnarvi la verità appresa dai miei anni di studio e meditazione.
    Lo sapete bene: le persone piccole sono le prede più facili per i demoni; probabilmente il mio buon cuore è stato ingannato da loro. Neanche io sono perfetto. Non avete che le vostre catene; io non voglio che questo luogo sia inquinato da pensieri contorti e da accuse assurde. Avete scelto di venire qui, avete avuto la possibilità che pochissimi al mondo hanno avuto, per elevarvi, per trovare finalmente la vostra luce. Vi prego, dal profondo del mio cuore, scegliete: o me o il mondo fuori, quel mondo che vi aveva resi tanto infelici da venire a cercarmi.
    Avete ancora la possibilità di scegliere: essere carne o oro.

    VI settimana
    Commissario, cosa vuole da me? La mia comunità, come vede, è trasparente come l’acqua di questo ruscello. Non abbiamo mai ricevuto accuse formali; i chiacchiericci ci sono, non li nego. D’altra parte, siamo una realtà ormai conosciuta da tempo. Mi dica lei se ci sono stati fatti non chiari che ci riguardano.
    Lo può constatare con i suoi occhi; parli con la mia gente. Saranno tutti felici di raccontarle cosa facciamo qui. A proposito, perché non si porta a casa questo cesto di frutta e verdura? Dicono tutti che i nostri prodotti, assolutamente biologici, sono buonissimi.
    Sesso? Certamente lo facciamo come tutti; è la cosa più naturale del mondo, ma ovviamente si tratta di sesso consensuale, ci mancherebbe.
    Riduzione in schiavitù? Sfruttamento del lavoro? Sono solo dicerie messe in giro da persone molto invidiose. Siamo riusciti a costruire, con la fatica della nostra carne, una comunità meravigliosa di persone lontane anni luce dal logorio della vita moderna. Persone che non hanno lo stress della pressione sociale di cui oggi tutti soffrono.
    Come dice? La donna trovata morta a qualche chilometro da qui? Sì, era stata nostra ospite. Era un po’ strana, si lamentava spesso di voler tornare dalla mamma; a noi sembrava davvero un po’ suonata. È stata qui un paio di giorni e poi ha deciso di andarsene.
    Commissario, a proposito, che ne dice di portarsi a casa anche questi fichi goccia d’oro?