Body to Body

Quella sala emanava un odore acre di tabacco di pessima qualità misto a sudore, non è che morissi dalla voglia di stare li ma avevo deciso che non avrei passato l’ennesima serata a casa a rincoglionirmi davanti alla tv. In fondo ero un bell’uomo,  un mondo di donne mi attendevano e non era carino farle aspettare più di tanto. Avevo finito l’ultima bottiglia di Tequila e  anche questo era un ottimo motivo per mettere il naso fuori.  Arrivai in quel posto che era già tardi, la pista era semideserta, camminavo inciampando in bicchieri vuoti con  labbra di rossetto appiccicate sopra. Arrivai al bancone, mi sedetti sicuro che qualcosa sarebbe successo e comincia a bere. Non so se era per via dell’alcol o per il fumo denso ma ad un certo punto mi apparve una visione sublime, se fosse un angelo, una strega o un demone non ne avevo idea  ma ero sicuro che quella creatura che si agitava in mezzo alla pista non apparteneva ad una razza comune.  Dio che gambe che aveva e che seno! Fasciata in quell’abito bianco si muoveva sinuosamente come un serpente che risponde al suono del flauto, solo che i ruoli erano stravolti, era  lei l’incantatrice … di uomini. Forte del mio sex appeal avevo cominciato a fissarla e lei ricambiava i miei sguardi con ampi sorrisi. Sentivo l’eccitazione salire in me, stasera me la sarei fatta cazzo, avrei scopato la donna più bella dell’universo. Io  non la perdevo di vista un secondo, sapevo di poter contare sul mio fascino di uomo vissuto e sul mio stile unico. Ad un certo punto era chiaro che fra di noi si era innescato un discorso telepatico, percepivo le sue risposte ai miei richiami sessuali perché mi guardava sempre e rideva di gusto. Era solo una questione di tempo, sarebbe venuta a sedersi accanto a me.  I miei messaggi erano  chiare indicazioni su quello che le avrei fatto, su come intendevo prenderla per farla godere e su come io volevo godere di lei, del suo corpo meraviglioso. Lei non staccava mai  il  suo sguardo da me e rideva di gusto. Ad un certo punto la musica si abbassò, il locale stava per chiudere, era giunto  il fatidico momento. Fremevo di desiderio, si avvicinò a me,  io accennai a volerle offrire da bere ma m’interruppe all’istante dicendomi: “Abbello, prima de uscì de casa sistemate meglio er parrucchino che le basette te so’ rifinite dietro li orecchi, ciao cocco!”

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