Ieri scrivevo di come succede che per combattere contro alcuni stereotipi sessisti si finisce per legittimarne altri. Nel mio post ponevo l’accento sulla maniera patologizzante che viene usata per parlare di magrezza. Chi soffre per gli insulti che vengono riferiti alle magre attribuisce a volte la questione alle campagne pro curvy. Qui pubblico, invece, una mail che racconta un altro punto di vista. Buona lettura!
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Mi chiamo Emma e vorrei dire la mia sull’argomento che dà il titolo a questa mail.
Da giorni sto seguendo i post a riguardo, sulla pagina facebook di Abbatto i muri ma anche in giro per tutto il web.
Vorrei per un attimo sorvolare sulla questione dei brand “curvy” perché, quando delle attività commerciali si appropriano di certe nostre lotte per guadagnarne in visibilità e soldi, mi fanno un po’ schifo e tendo a ignorarle.
Infatti ora non voglio pronunciarmi su questo.
Vorrei piuttosto…
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per me la questione è relativamente semplice: a prescindere dalla taglia va accettato con serenità il fatto che esistono uomini e donne fisicamente più bellocci di altri/e ma anche i non bellocci (tra i quali mi metto anch’io) possono avere una vita felice o infelice, curarsi esteticamente, piacersi e piacere soggettivamente come chiunque altro
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la raccolta statistica di commenti ridondanti mi lascia completamente basito.
Quasi vorrei essere magistrato e denunziare tutti per eccesso d’ignoranza.
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