Di vita vera, bassi profili e santità presunte

Diffidate dei santi e degli eroi, diffidate da chi manifesta troppa umiltà perché questa non è una qualità che si mostra, diffidate anche dei bassi profili, di chi si lamenta e cercate di vivere sereni nonostante tutto, perché la vostra condizione, per quanto possiate soffrire,  non può essere intaccata se vivete in coerenza con voi stessi.

 Bosh-1

1999

Mario timbrava il cartellino, svolgeva con pigrizia il suo lavoro, parlava poco e spesso a vanvera, sembrava  fosse perso nel suo mondo fatto di cose piccole come la partita di calcio della sera prima o l’abbonamento dell’autobus  da rinnovare. Mario non mi piaceva, era il tipo che ci provava con tutte e quando le approcciava sapeva solo dire cose banali. Non era brillante, non vestiva bene, non era bello, portava i baffi a spazzola, non aveva niente che lo rendesse minimamente interessante a parte un piccolo arsenale di pistole e mitragliette nascosto in casa sua di cui neanche la moglie e la figlia erano al corrente.  Mario spariva ogni tanto, ma di una vita anonima nessuno si chiedeva mai più di tanto, al lavoro credevano che si trovasse a casa, a casa pensavano che si trovasse a lavoro, tanto chi era interessato a sapere  cosa stesse combinando?
Ma Mario, in barba a tutto e a tutti, una testa ce l’aveva,  possedeva un cervello in grado di elaborare pensieri e precise strategie. Mario aveva un’ideologia e un piano, nessuno si sarebbe mai aspettato che fosse un uomo d’azione,  per questo rimanemmo tutti sorpresi nel vedere la sua faccia su tutti i giornali e in televisione quando fu annunciata la cattura dei terroristi che avevano ucciso quel  consulente del  Ministero del Lavoro.
Bosh-3

 

2016
Lucy aveva un mondo da raccontare di radici lontane condite di zenzero e cannella, dolori dall’infinito passato, grandi amori,  grandi amarezze. Sapeva rendersi simpatica e amichevole con tutti, si plasmava sugli altri, ma questo lo avremmo capito solo in seguito quando ormai era troppo tardi.  Arrivava improvvisamente, improvvisamente spariva, tornava carica di altre storie di viaggi e di altri dolori. Se c’era un mondo da salvare lei era sempre in prima fila. Lucy era un fiume in piena, aveva sempre qualcosa da dire su qualsiasi  argomento:  che si trattasse di cucina o del Vietnam, di pertosse o  Medio-Oriente.  Lucy  era considerata una santa, era  venerata dai  politici e dai media,  anche quelli internazionali perché è così che doveva essere dipinta.  Ma sapete  nessuno riesce mai ad essere santo fino in fondo perché gli unici che in qualche modo si  sono avvicinati alle alte vie non hanno mai nascosto il fango delle proprie origini. Chi si copre di santità   indossa un vestito  troppo stretto che inevitabilmente è destinato a stracciarsi.  Lucy in fondo era stata reclutata per questa sua vena fantasiosa e perché aveva un passato completamente da resettare.  Probabilmente non pensava  di avere  una scadenza come tutti i prodotti biologici di questo pianeta,  anche lei credeva alla sua intoccabilità, per questo fu  devastante per lei capire che qualcuno aveva intuito che la sua era una santità fittizia, nel giro di pochi minuti ogni sembianza della sua vita cadde portando con sé altri aspetti come in un effetto domino.
Lucy se ne stava  in casa con i suoi gatti quando fu rivelato al modo il suo vero nome,  chissà quanto tempo era rimasta fra le sue mura ad aspettare e a cercare ancora di dirigere la sua rete di relazioni,  che aveva costruito tenendole ben chiuse in compartimenti stagni, mentre le paratie si erano abbassate e i flussi avevano cominciato a mescolarsi fra di loro.
Lucy di guai ne aveva combinati molti, sapeva come manipolare le persone facendo leva sulle debolezze di ognuno, non so se godesse di questo, ma sono certa che comunque non avesse mai vissuto neanche un momento felice nella sua esistenza e so che ancora oggi passa il tempo ad arrampicarsi su superfici verticali cercando inutilmente di risalire la china

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