Amo le scarpe delle donne
sia con i pantaloni che con le gonne
Siano nere o colorate
da educanda o panterate
altissime e vertiginose
o terra terra un po’ noiose
Sogno spesso davanti alle vetrine
immagino me bella su quelle scarpine
Ne vorrei tante, non mi bastano mai
voglio anche quelle che da bimba sognai
Ma poi penso che non è che esco molto
e non ho un fare così disinvolto
potrei cadere in un triste tranello
mentre alla coop io spingo il carrello
direi: “Che brutta cosa, che disdetta
aver camminato così di fretta
sul tacco dodici da me così ambito
ero si bella, ma mi son fratturata un dito!”
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Lui non mi sosteneva, non mi dava più conforto e me ne sono sbarazzata … che dovevo fare? Mi sentivo delusa, ingannata.Inizialmente si era venduto bene con quell’aspetto sobrio e elegante. Anche se da principio ero scettica decisi di ritentare, in fondo ne valeva la pena. Dovevo rimediare ai tanti errori del passato e credevo che quella fosse la scelta definitiva e giusta. Provai subito una sensazione di nuovo stando con lui. La prima volta che l’ho avuto su di me mi sentivo divinamente femmina. Anche la gente si accorgeva che in me c’era qualcosa di diverso, pareva che la sua presenza mi giovasse. Lo volevo con me continuamente, ma il tempo, soventemente, ostacolava il mio desiderio. Le porcherie della vita spesso ci costringevano alla separazione e mi capitò diverse volte di tradirlo, ma poi pentita tornavo sempre a cercarlo. Sentivo però che lui non era più lo stesso. Ormai non mi coinvolgeva più come un tempo, lo vedevo invecchiato e fuori forma.Pensare che si era presentato come un modello unico, uno di quelli che potevano accompagnarti per un tempo indefinito. Invece si riduceva sempre peggio e la sua ferrea anima, che inizialmente mi aveva sempre sorretto, era diventata debole e inconsistente.Una mattina, trovandomelo nuovamente fra i piedi, mi prese la rabbia e lo allontanai via da me, poi, con una cieca violenza, cominciai ad infierire su di lui e lo ridussi a pezzi. Godevo mentre lo finivo, non mi credevo certo capace di un’azione così efferata. I suoi resti erano sparsi ovunque, dovevo rimediare velocemente a quel putiferio. Come un automa mi misi a infilare i suoi resti in un sacco e ripulii la casa dalla sua presenza. Sbarazzarmi di lui fu più facile del previsto.
Adesso che tutto è passato sento di nuovo il vuoto di un esistenza priva del giusto sostentamento.Mi rimetterò a caccia e questa volta cercherò di non fallire, di non dar retta ai consigli di opportunisti che cercano solo facili guadagni. So’ che sarà dura, ma un giorno troverò il reggiseno che farà per me. -
La vidi una mattina come tante nel parco dove di solito andavo a correre. Era bellissima, ne rimasi incantato. Possedeva un aspetto aristocratico, aveva un corpo magnifico e una naturale eleganza. Fin dal primo istante mi resi conto che lei era di un’altra razza, difficilmente potevo sperare di accostarla. Eppure non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso. Volevo avvicinarmi a lei e con una banale scusa riuscii ad passarle accanto e a percepire il suo ammaliante odore. Ero pazzo di desiderio, dovevo averla in tutti i modi, sapevo che anche lei mi desiderava. ma che era trattenuta da una forza superiore che non la lasciava venire a me. Dovevamo escogitare un piano per trovare un momento solo nostro. Fu grazie alla distrazione di chi voleva avversare il nostro amore che lei riuscì a fuggire eludendo ogni ostacolo. In un attimo arrivammo dietro il boschetto e ci trovammo soli. Eravamo consci del pericolo che correvamo, ma eravamo entrambi in preda della nostra folle passione. Iniziai a leccarla ovunque, Il mio naso affondava nella sua natura di femmina per respirarne appieno l’odore. In un istante le fui sopra e comincia a cavalcarla come un animale. La sentivo gemere sotto di me e le venni dentro senza proferire parola. Non ci fu nemmeno il tempo di riprendere fiato, dopo quel sublime orgasmo, che lei fu richiamata al suo dovere e ci dovemmo salutare.Fu un estasiante momento di calore come mai avevo provato in vita mia.Ancora oggi, a distanza di molto tempo, mi capita spesso di pensare a questa avventura.A me è rimasto solo il ricordo, a lei qualcosa in più … i nostri cuccioli bastardi.

Camille Pissarro Pissarro Hyde Park Painting -
Io sono bono, me guardo a lo specchio e me dico: “Sei un figo da paura”. Me chiamo Edoardo Nista, Edo pe’ l’amichi. Io nun c’ho mai avuto bisogno de studià, de stamme arrabbattà. Co’ sti pettorali e sti becipidi ca m’aritrovo me se apreno tutte le porte. Mi padre era n’operaio, ma a me la fabbrica fa schifo, io c’ho le idee, o so che sfonnerò ner cinema o in televisione nu m’ emporta, l’importate è diventà famosi. Molti m’ariconoscono perché so stato ne la casa pe’ du settimane,ma no ne la casa circondariale, li ce sto stato 3 mesi da regazzino, io so stato ne a casa der grande fratello. Ho già avuto un sacco de contatti pe’ fa le reclame dei bru gins cor navigatore incorporato, veramente troppo da giusti. Poi sto a scrive la mia auto e bio grafia e devo fa quarche comparsata ner salotto de’ Paola e nella cucina d’Antonella. Che ce volete fa, co’ na testa e un fisico come er mio posso solo da fa er divo e so che presto me vedrete ne li film de li Vanzina. Le donne me cascheno a li piedi, so come un toro mecanico, le faccio sta in sella fino a che nun le finisco e cadono intontite. C’ho n’affare fra le gambe che pare de acciaio 18/10 e 18/10 nun se riferisce a la lega pe’ capisse. So er novo Van Damme, a me Stallone me fa na pippa, er modello mio è Svazzeneggher. Io nun so un tipo banale, io c’ho de le prospettive, l’ho sempre avute. Da regazzino ho spacciato pe potemme acchittà co li vestiti più fighi, nun ho mai lavorato un solo giorno in vita mia, io nun so come la maggior parte de’ li poveracci che paga le tasse se fa er mazzo pe du spicci . Li amichi me dicono che so’ un dritto, uno dar cervello fino, a me nun me se incula nessuno. spesso so io che je lo metto in quer posto all’altri. So’ riuscito a campa’ freganno la gente a destra e a manca. Quanno potevo truffà li vecchietti l’ho fatto. Nun c’ho peli su la lingua io, caso mai li lascio de li miei a quarche femmina che me fa li pompini. Io seguo solo li più forti, me piace la destra quella dei duri e puri come ai tempi de mi nonno, a me de tutte ste cose de la società nun me ne frega un cazzo. Io guardo solo a li soldi e a la figa. Io farò un sacco de quatrini, sarò famoso e se proprio proprio me andrà male con er cine e la tv, me butterò in politica, c’ho la forza nova e le idee giuste pe’ fa cariera.
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Una piccola ragazza aspettava l’autobus.Pioveva, il cielo era desolatamente grigio, le auto che passavano spruzzavano fanghiglia addosso alle persone. La piccola ragazza ascoltava musica dal suo lettore mp3 e sorrideva con gli occhi. Pareva estranea a quella calca che la soffocava nella nervosa attesa.L’autobus arrivò, lei salì e si strinse in un angolino in fondo, pigiata da energumeni stranieri e baldracche nostrane.Passavano i minuti, la strada era ancora lunga per arrivare a casa, ma lei non se ne preoccupava, aveva la testa persa nelle note e nei misteri della sua fantasia.Le persone sbuffavano e si muovevano impacciate alla ricerca di un posto a sedere o del modo di avvicinarsi alla porte di uscita.Una signora alzò la voce e accusò un ragazzo un po’ strano di averle toccato il sedere.Un altro, in quel caos, sfilava portafogli a profusione. Si potevano percepire odori umani terribili misti a cibi fritti, l’aria era irrespirabile e tutti avevano espressioni provate.La ragazza si teneva ben stretta il suo zaino e ballettava con la testa la sua impercepibile melodia.L’autista, frenando bruscamente, bestemmiava contro chi non sapeva guidare, contro i vigili che non c’erano sono mai, contro il traffico, la pioggia e i turni massacranti del suo lavoro.Qualcuno rispondeva rincarando la dose e un’altro signore cominciò a lamentarsi della gente che si lamentava.Salirono ancora individui, l’aria si faceva sempre più pesante. La ragazza cercava di sgattaiolare verso l’uscita, era difficilissimo penetrare quel muro umano. Le persone erano come saldate in scomode posizioni che non intendevano cambiare pur di far dispetto a chi cercava un piccolo varco. I lamenti di alcuni erano oppressivi, pareva impossibile sfondare quella barriera umana, ma la fanciulla riuscì a divincolarsi e con un balzo uscì dall’autobus.Un vecchio, che l’aveva osservata dall’inizio del viaggio, si accorse che lo zaino della ragazza era rimasto incastrato fra i pali di sostegno e le gambe di un paio di ragazzetti giganti. Cercò di richiamare l’attenzione battendo le mani sul vetro per farsi notare dalla ragazza. Lei si girò verso il signore, sorrise e salutò con la mano. Il vecchio si stupì di quel saluto, si stava chiedendo come mai la ragazza non fosse corsa a riprendere il suo zaino, quando ci fu quell’esplosione.
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“Bongiorno Sor Mario icchè gli do’ oggi?”
“Bongiorno Gino oggi c’avrei bisogno di du’ belle tettine sode sode visto che c’ho immi compare a desinare”
“Guardi come le sono queste, mature al punto giusto, una quarta piena piena, turgide che nemmeno, un affare Sor Mario la le prenda, la ci farà un figurone”“Belline le son belline, ma le mi sembrano un po’ care, quelle li dietro a quante tu me le metti?”
“Eh lei sì che la c’ha l’occhio lungo, queste le son tette di seconda scelta ma meravigliose, abbondanti e con du’ capezzoli che paion cesellati da i’ Cellini”
“La senta Gino, se gli piglio anche quei du’ cosci che me lo fa un prezzo bono?”
“Diamine, pe’ un cliente come lei ci mancherebb’ altro, se poi la mi piglia anche sto sederino la un se ne pentirà”“Si ma un vorrei esagerare, tette, cosci e culi… alla mia età…”
“Sor Mario la un si preoccupi e poi la si ricordi che oggi l’è tutto in offerta speciale, unn’è mica tutti i giorni la festa della donna!?”
http://napoli.repubblica.it/cronaca/2013/10/23/news/pubblicit_shock_a_capri_c_la_donna-prosciutto-69256329/ -
Vorrei fosse legalizzata la prostituzione
Sesso come al discount a tua disposizione
Non sarebbe un fatto strano e criminale
servirsi puntualmente dell’assistente sessuale
che fornisce il suo lavoro a scopo umano
sollazzando il tuo membro con la mano.
Lei pagherebbe le tasse,avrebbe la liquidazione
lavorando da casa fino all’ambita sua pensione.
Avrebbe lo stipendio però dandosi da fare
dovendo al tempo stesso acri bocconi ingoiare
Farebbe saldi, svendite e promozioni
offrendo il tre per due sulle sue prestazioni
Non più sfruttata da viscidi magnaccia
una libera professionista che amore spaccia
Tu cliente saresti assai contento
vivresti il tuo sesso senza lo sgomento
di essere da tutti giudicato
perché questo non sarebbe più reato
Sarebbe normale tornare a casa e dire a tua moglie:
“Cara ho fatto spesa e ho soddisfatto le mie voglie” -
Mi piaceva quell’uomo … mi piaceva così tanto. Vedete, difficilmente una persona riesce ad affascinarmi, ma lui aveva qualcosa di speciale che mi aveva colpito fin dal primo momento. Probabilmente non riuscirò a trovarne un altro così buono. Era un uomo garbato, gentile, un puro di cuore, pulito e con un buon odore. Sapete, ho sempre avuto una predilezione particolare per le persone dolci. Il suo sorriso m’incantava, come il suo modo di fare. Non si arrabbiava mai, era sempre positivo e mi faceva sentire speciale. Adoravo la sua essenza, le sue risate, il suo modo di guardarmi. Lo volevo avere in tutti i modi e non mi bastava mai, desideravo fosse totalmente mio. Averlo dentro me è stata l’esperienza più bella che avessi fatto in vita mia…ma adesso che anche l’ultimo suo pezzetto nel congelatore è finito, come farò senza di lui?

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Or dunque mi preparo a questo appuntamento
mi vestirò in fretta, più veloce del vento
Pettinerò i miei capelli come più mi piace
sarò bella e meravigliosamente audace
Mi abbandonerò ai sensi dell’estremo piacere
mi ciberò della tua essenza e potrò godere
Ti avrò senza fretta per non sprecare ogni istante
in cui con la mia bocca sentirò il tuo sapore invitante
Possedere è cosa preziosa e piuttosto rara.
Ti amo avidamente mia pasta alla carbonara! -
Aspettavo i giorni del tuo ritorno e trepidante
pensavo a te che da me eri troppo distante
Attendevo con ansia e verginale palpitazione
Il momento della nostra libera passione
Contavo i giorni, le ore ed i minuti
vestendomi per te dei migliori tessuti
Profumavo il mio corpo di fragranze
e nutrivo il nostro amore di speranze
Poi nell’attesa non sapevo più che fare
ed ho scopato Giuseppe, il tuo compare

