In questa estate dove continuano a non fare notizia le varie tragedie umanitarie, le raccomandazioni per gli anziani sono sempre meno in voga nei tg (giacché da anni molti dei nostri vecchi vivono refrigerati nei centri commerciali) e soprattutto non si registrano novità rilevanti nella vita sentimentale di Belen, il dibattito di la e di qua dall’Alpe si è concentrato sui costumi da bagno. Ebbene sì, la nazione della Liberté (la loro), Egalité (fra di loro) e Fraternité (ma entro un certo limite) ha deciso che “il burkini è incompatibile con i nostri valori”. In alcuni comuni si è pensato di vietarlo per una questione di ordine pubblico che in pratica equivale ad incendiare un palazzo per salvaguardarlo dall’umidità: ovvero è una cazzata gigantesca, insensata. Non so se ad indossare un capo del genere fossero stati gli uomini di fede musulmana se ci sarebbero state polemiche e divieti, se in qualche maniera Carla e Enzo di “Ma come ti vesti?” ci abbiano messo lo zampino o se è stata una pessima annata per il Sauvignon, ma tant’è che si è pensato a questo ottimo espediente che si dimostrerà infallibile nell’avvilire le donne di fede musulmana che intendevano farsi il bagno nei mari delle coste francesi, li mortè! Creare separazione è un metodo fantastico per distruggere i sogni di fratellanza, libertà e uguaglianza cari ai padri fondatori della patria del Roquefort e andiamo avanti così col colonialismo non solo fisico ma anche intellettuale perché noi siamo i giusti e gli altri comunque sbagliati. L’occidente è migliore perché non impone un costume in materiale tecnologico che facilita i movimenti riuscendo a coprire il corpo ma perché lo vieta proprio ed è fantastico come Salvini cavalchi anche questo per creare un clima che facilita sempre più il terrorismo. Ah il meraviglioso occidente ossessionato dalla prova costume che condanna i rotolini di ciccia e il burkini perché la donna dev’essere libera, bona e rientrare in certi canoni prestabiliti. Voglio tanto essere indecente, vorrei tanto rotolarmi sulla spiaggia avvolta interamente in un costume di neoprene con una tetta di fuori e una piccola apertura sulla chiappa destra per quell’effetto sexy vedo-non vedo della mia cellulite solo per far incazzare alcuni politici francesi, i legaioli nostrani e i fashionisti dell’Illinois. Essere libere di manifestare la propria fede se non si è suore o di religioni amiche degli amici e di andare al mare è un oltraggio, mon dieu! Noi donne siamo sprovvedute e necessitano sempre di una guida per cui è giusto che certe decisioni le prendono gli uomini e che ci siano persone come Lorella Zanardo ad illuminarci indicandoci come dev’essere il “nostro femminismo” dicendo quanto sia giusto vietare un qualcosa che come decisione dovrebbe unicamente spettare alla propria individualità.
Stiamo perdendo l’ennesima occasione di vicinanza e di dialogo, abbiamo costruito frontiere, abbiamo messo confini nei cieli e nei mari e adesso vogliamo imporre il nostro modo di vestire anche in spiaggia ad altri, ma quanto è assurdo tutto questo in un momento in cui l’umanità, terrorizzata dai vari fondamentalismi, ha nel dialogo e nei comuni sentimenti di rispetto dei diritti di tutti (compreso il diritto di stare in spiaggia, nuotare e giocare) l’unica soluzione per uscire da questo oblio?

Da anticlericale ed ateo quale sono penso che sarebbe bello che un giorno semplicemente si arrivasse a leggere bibbie, corani e quant’altro un pò come si legge l’odissea piuttosto che la divina commedia. Questo per dire che trovo stupido credere di doversi coprire perche donna. Ma detto ciò concordo con te che non è certo opponendo imposizioni ad altre imposizioni che si migliorano le cose. Anzi, semmai si radicalizzano ancora di più da una parte e dall’altra gli imbecilli. Di sicuro il nostro tanto superiore occidente paladino di democrazia e libertà non ci sta facendo una gran bella figura e se tutti questi atti dovessero essere paragonati ad una pubblicità…beh…la campagna sarebbe fallimentare e il pubblicitario andrebbe licenziato in tronco!
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Ho un problema con i divieti anche coi miei figli, figuriamoci…
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ma infatti …come ti capisco
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stai mettendo sullo stesso piano ciò che non può essere messo sullo stesso piano. Tu non sei “bona”, io non sono “bono” (e accettiamo una buona volta che certi corpi maschili e femminili sono più bellocci di altri in linea di massima, facciamo pace col fatto che esistono uomini e donne fisicamente più belli di noi) ma possiamo andare in spiaggia come vogliamo rischiando nient’altro che lo sguardo storto di qualche imbecille. Una donna figlia di una famiglia osservante che scopre mezza caviglia rischia ben più di qualche (deprecabile) offesa verbale.
So di donne uccise o gambizzate dai parenti perchè scoprivano il corpo, non so di nessuna uccisa o ripudiata dai familiari perchè non si depilava le gambe o perchè aveva la cellulite o perchè preferiva i pantaloni lunghi al posto degli hot pants.
Comunque se difendiamo l’individualità di chi vuole andare in spiaggia completamente coperta, fatemi il favore di non mettere in discussione la libertà interiore di chi, uomo o donna, vuole fare fitness, rassodare i glutei, o ricorrere alla chirurgia estetica, se la scelta del burkini è libera allora lo sono anche le altre, senza discussione. Oppure siccome il burkini è una cosa religiosa merita uno status privilegiato?
i divieti sono sbagliati e controproducenti, spero però di non essere neo-coloniale se preferisco un mondo dove ci si copre e ci si spoglia non per motivi religiosi e se dico che l’idea di società e morale sessuale simboleggiata dal burquini non mi piace. “burka” significa: “lo sguardo maschile, il desiderio sessuale maschile è pericoloso, tu donna devi coprirti per difenderti da questo sguardo sennò sei una sgualdrina”, il burka, l’hijab e il velo in generale sono una scelta ma hanno il significato che ho detto. se una donna non si vuole mettere i tacchi a spillo o il bikini non rischia nulla nella sua comunità, una donna che rifiuta il velo cosa rischia nella sua comunità? Rischia la pelle quindi prima di fare relativismo tra occidente laico e società molto meno laiche riflettete. Una donna in bikini in spiaggia l’ha scelto liberamente e se sua figlia vuole un costume intero potrà certamente indossarlo senza rischio, la donna in burquini l’ha scelto liberamente ma se sua figlia volesse un bikini o anche solo un costume intero potrà indossarlo con la stessa libertà? non lo so.
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non è vietando o giudicando una cosa piuttosto che un altra le cose cambiano, il rispetto ci vuople per ogni corpo, per ogni volontà se questa non va a nuocere su nessuno
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su questo concordo
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