Avevo perso la speranza
di percepir ancora l’esultanza,
avvertir in me di nuovo l’emozione
e nel cuor ritrovar la palpitazione.
Gioconda mi ritrovo qua a sognare
il momento in cui potrò esultare
e al fin liberar il mio ardore
mandandoti affanculo con clamore
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La bambina è stata avvolta in una nuvola di chiffon, piange ma con stile, ha il portamento della madre e la determinazione del padre. E’ stata lavata in acqua SuperNariwa da ostetriche in completo Armani. Il ginecologo l’ha tratta fuori usando guanti di satin. Le infermiere hanno prontamente srotolato il red carpet per la primissima uscita della piccola nel panorama del jet set internazionale . Orde di fotografi sono sono accalcati sul lettino della gestante. Immediata è arrivata la benedizione papale, Madonna si è dichiarata pronta a farle da madrina mentre Marina Berlusconi ha nuovamente esibito una sua triste tettina rifatta con la scusa di volersi omologare alla nuova moda della maternità. La stampa esulta, i negozi di souvenir sono pronti a riciclare a prezzi onerosi i pannolini che Valentino ha realizzato nel suo tipico rosso. Intanto la police financière ha bloccato un’immensità di questi contraffatti provenienti dalla Cina e infarciti di una maleodorosa cacca maoista. La lattante dormirà in una culla progettata da Renzo Piano e si nutrirà di latte di nutrici cibate ad roquefort, sarà la nuova imperatrice planetaria e garantirà più brioches per tutti.

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Che ne sai tu di un Premier
che truffava,
che soltanto pagando trombava,
di un parlamento che lo salva dai guai
che ne sai?
E di un Bossi tutto ottuso
in avaria,
della Camera piena d’isteria,
della crisi e la democrazia
che ne sai?Conosci me, la mia bontà
tu sai che oggi pagherei
la tua lealtà
conosci me il nome mio
tu solo sai
se è vero o no
che mi credo DioChe ne sai tu del voto
sovrano,
delle leggi che spesso profano,
la paura che ti prenda per l’ano
che ne sai?L’umore mio
è a terra ormai
e cerca voti
in parlamento e tu lo saiDavanti a te
c’e’ solo Antigua
la farsa è già finita
le calde notti e i freddi giorni
Silvio vai e non torni perché
davanti a te
c’è un bel pendio
(dammi forza mio Dio)
o un altro uomo
(che non chiede perdono)
e nuove notti e nuovi giorni
ora vai a fanculo per noiConosci me (che ne sai tu di un viaggio verso Putin)
quel che darei (che ne sai di un rapporto sadomita)
perché negli altri
ritrovassi i voti miei (di due occhi sbarrati di una Mara sfinita)Che ne sai di un Premier
che cantava,
che parlava e mai niente diceva?
Eppur quel che diceva chissà
perché chissà
non è mai veritàDavanti a te
c’e’ solo Antigua
la farsa è già finita
le calde notti e i freddi giorni
Silvio vai e non torni perché
davanti a te
c’è un bel pendio
(dammi forza mio Dio)
o un altro uomo
(che non chiede perdono)
e nuove notti e nuovi giorni
ora vai a fanculo per noiGrazie a Lorenzo Casini per l’elaborazione grafica

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Forse avremmo dovuto scopare prima di cominciare a pensare, forse era meglio lasciare libero l’istinto, abbandonare certe stupide ragioni. Non dovevamo fermarci per analizzare punto per punto la questione, dovevamo solo scopare fregandosene di quello che alcuni potevano pensare. Le convenzioni mi sono sempre state strette e mi do’ della cretina per non avere agito d’impulso. Dovevamo farlo punto e basta. Siamo rimasti intrappolati in questo casino, se avessimo cominciato a scopare tutto sarebbe stato più leggero e piacevole. Che senso ha adesso vederti tornare con tutte le tue buone intenzioni quando il danno è stato fatto? La festa ormai è finita, che senso ha l’acqua che butti? Stai mescolando quello che ormai è stato calpestato, per prima cosa avremmo dovuto scopare, raccattare i coriandoli da terra e poi passare lo straccio, cretino!
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Le foglie rosse e quelle d’oro si staccano e volano come la mia mente. Ricordo il tempo in cui il mio cuore batteva forte solo all’idea di pensarti. Eravamo buffi quando abbassavamo lo sguardo per l’emozione, diventavo rossa tutte le volte che mi guardavi. Avevi un odore buonissimo e volevo respirarti continuamente. La dolcezza del tuo primo bacio, la tua mano nella mia. Forse eravamo solo meno inaspriti dalla vita, l’innocenza era nei nostri occhi e si rifletteva sulla nostra pelle luminosa. Tutto cambia, si trasforma, ma i sentimenti che abbiamo provato restano, l’albero in autunno perde le foglie ma rimane sempre un albero. Ma riflettendoci meglio forse non eri neanche così bello come ti voglio ricordare. La mente vaga e a volte confonde, probabilmente la mia couperose all’epoca era più evidente e tu non è che avessi un profumo così particolare…anzi. Ora che ci penso seriamente ricordo che mi prese quasi uno choc quando mi ficcasti la lingua in bocca con la grazia di un orso famelico. Ma era il mio primo bacio e un po’ di poesia la dovevo pur trovare. Cazzo però avevi le mani sempre sudaticce! Non capivo i tuoi sguardi per via dei tuoi occhi strabici, la tua acne giovanile m’inquietava. E’ incredibile essersi ritrovati così dopo tanti anni, sei stato il mio primo amore e non so come ho fatto perché facevi proprio schifo e se proprio devo dirtela non è che poi ti trovo tanto migliorato.
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Metti a posto i piatti, spazza, scuoti la tovaglia, aggiustati i capelli e sorridi, scopalo, fatti la doccia, dormi.
Pulisci, organizza la colazione, sii sorridente, preparali, accompagnali, corri al lavoro, fai la spesa, riprendili, sii sempre gentile, sfamali, portali a fare sport, lava, stira, cucina, accoglilo bene perché lui è stanco, non dargli preoccupazioni.
Sistema i piatti, spazza, scuoti la tovaglia, pettina i tuoi capelli e sforzati di sorridere, scopalo senza far caso a quell’odore che gli è rimasto addosso, fatti la doccia almeno tu e dormi.
Pulisci, prepara la colazione, sii sorridente lo so che ti costa ma ci sono i bambini, preparali, accompagnali, corri al lavoro e fai finta di niente, fai la spesa, riprendili, cerca di essere gentile anche se vorresti urlare, mettili a tavola, non lasciare in disordine e sbrigati che devi portarli a fare sport, lava, stira, cucina qualcosa di decente perché lui è incontentabile e non vuoi che sia nervoso anche oggi.
Rimetti a posto i piatti, spazza, scuoti la tovaglia, tirati su i capelli e sforzati di sorridere, prendi il coltello quello grande, senti quell’odore che ha ancora addosso, uccidilo … no stasera no, fatti la doccia e dormi. -
Respiri male per la tua infezione
ti addormenti di sera
cotto come un coglione
sei rinco già dall’alba
c’hai crisi polmonaria.
Diventi rosso se qualcuno ti offende
hai l’avvocato lecchino pronto che ti difende
da Nonciclopedia
da chi va a scuola Media
Reagisci spacciatamente
non ci metti niente
per far attirar l’attenzione
sei particolare
vuoi solo farti guardare.
E con la faccia ebetita
cammini per strada ricordando la
pera dei tempi di scuola
ti piace sniffare
non ci dovresti giudicareStai su youtube con i tuoi occhi stanchi
forse un po’ troppo ciarlieri, ciarlieri
si vede quello che pensi,
e non ti vergogni….Qualche volta fai pensieri strani
e i giudizi, i giudizi, li ignori,
tu solo dentro la stanza
e il tuo cervello fuori -
Avevo un amante che prima di far la nanna
si spalmava tutto il corpo con abbondante panna
Non credo di certo di essere la sola
a farsi ammaliar dal sesso e dalla gola
Mi lasciò senza pietà per una tipa di Reggio
e io per consolarmi mi feci di Taleggio
Sentivo ancora le mie voglie tanto insoddisfatte
e cominciai a ingozzarmi di biscotti con il latte
I miei sensi erano davvero troppo agitati
così mi avventai anche sui suoi derivati
Ero una giovane alta, piacente e snella
prima di sfondarmi di tanta mozzarella
Adesso che mi si strozza la coscia nella giarrettiera
penso che non dovevo farmi tre forme di Groviera
Or dunque devo aver la forza ed il coraggio
per liberarmi da tutto ‘sto formaggio,
devo trovar la fede, la calma e la pazienza
per disintossicarmi dal pecorino di Pienza
Mi dicono: “Se hai testa allora usala,
non ti fossalizzar soltanto sulla Bufala.
Fai movimento, vai in palestra, mangia insalata
e non guardar così vogliosa quella Burrata!”
Non so se ce la farò e una domanda sconcertante or or mi assale:
riuscirò a rinunciar al Montasio, l’Asiago, la Toma e al Primosale? -
Allora vai ti prego rotola via definitivamente dalla mia mente perché mi sono stancata del tuo ritorno, ho questo mal di testa che non mi vuole abbandonare e tu mi tormenti con la tua esistenza, con il farmi sentire il bisogno di te, sei come un nervo dolorante che ritorna regolarmente a pulsare quando m’illudo di percepire un vago sentore di libertà, da te, da i pensieri che mi riportano ai tuoi occhi chiari e tormentati come l’azzurro del pomeriggio che si fa sera, come il blu della notte che ritorna celeste la mattina, tutti i giorni tu rientri in me, come quando non ti conoscevo ma sapevo di volerti, come la primavera che arriva dopo ogni inverno, come il vermiglio che veste il tramonto, come le mie guance divenute rosse quando mi sorprendesti con la tua presenza e abbracciandomi mi regalasti un primo bacio al quale ne seguirono infiniti perduti nelle stanze, nelle luci dei miei ricordi che sento ancora scivolare e tornare prepotenti a parlarmi della tua pelle, del tuo odore che ancora respiro nonostante mi sia imposta altri aromi, altre memorie da modificare, ma le stanze della mia ragione sono vuote, si avverte solo l’eco del tuo puntuale ritorno, allora mi rendo conto che desidero vederti per toccarti, sentirti, averti e trattenerti ancora nella mia mente, perché nelle mie segrete tu non sei mai andato via e pulsi regolarmente nei miei nervi, nel mio essere che si specchia nei tuoi occhi chiari e tormentati, nel pomeriggio come nella sera, nella notte come nella mattina, tutti i giorni tu ritorni in me.
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Quella sera partimmo sulla vecchia Ritmo di Freddie, eravamo in quattro pieni di alcol, fumo e della nostra inarrestabile sfrontata vitalità. Suonavamo i nostri blues nelle strade impolverate dei quartieri malfamati delle città del nord ovest, spesso quello che mettevamo insieme non era sufficiente per sfamarci e dovevamo attingere alla nostra fantasia per tirare avanti. Tim era il più vecchio fra noi e Dio sa quanto era bello, impossibile non innamorarsi dei suoi occhi blu perfettamente accordati sul suo corpo asciutto. Io l’amavo, almeno credevo di amarlo e lui mi usava come usava tutte le donne per scroccare un po’ di cibo, un letto e una doccia. Donato suonava la chitarra che sembrava il gemello di B.B. King, eppure aveva una pelle talmente bianca da sembrare quasi trasparente e un buffo accento lucano. Freddie amava Buscaglione, quando sorrideva sembrava un film americano con tanto di luccichio fra i denti frutto di un’eredità di una vecchia zia dilapidata per quel brillante incastonato nel canino. Eravamo proprio un bel quartetto, io perennemente senza voce, gli altri con gli strumenti perennemente scordati. Decidemmo di partire un po’ per spirito di avventura e molto per noia. Ero la cocca del gruppo quando dovevamo contrattare una serata in un locale, il miglior amico dell’uomo quando Donato si lamentava dei suoi falliti amori, una mamma quando Freddie aveva attacchi di saudade e una troia quando Tim aveva voglia di scopare. Ero la girl della band, in qualche modo il centro focale di un piccolo gruppo di disgraziati che si credevano artisti e pensavano di essere eternamente giovani. Dovevamo esibirci nel locale di un vecchio porco che si trovava a due ore di distanza dal Motel malfamato dove alloggiavamo. Gli scarafaggi avevano certamente dormito meglio di noi e forse eravamo ancora troppo cotti per metterci in macchina inoltre non riuscivamo a trovare un cazzo di caffè in quel cazzo di paese di merda. Sarà che la sera prima avevamo fumato l’impossibile, sarà che ero stanca per aver soddisfatto così tante volte Tim, sarà che Freddie e Donato si erano scolati il mondo ma nessuno di noi era veramente lucido per guidare e credo che i poliziotti su quella volante se ne fossero accorti subito. Quando ci fermarono ridevano come pazzi, un po’ meno quando poi ci fecero scendere e ci presero i documenti. Ci portarono dentro, eravamo impauriti, ci aspettavamo di tutto ma per fortuna ci capitò un giudice parente di Tim che ci sparò solo una ramanzina dicendoci: “ Avete tutti superato l’ottantina da un pezzo, cribbio! Nonno dico a te, ma quando vi passerà la voglia di far cazzate ancora in giro per il paese?”

