#JeSuisChecco

Millennio II  dopo il “Non sapevo di essere incinta” di Maria da Nazareth: il popolo italiano, particolarmente provato dall’inquinamento delle polveri sottili,  una volta concluso il dibattito sui botti e sulle targhe alterne, si era ritrovato disgraziatamente in preda ad un pericoloso momento di smarrimento. A niente erano valse le notizie dall’estero sugli attentati, sull’esecuzione di massa in Arabia Saudita, sulla condizione dei profughi siriani e sui migranti che ancora continuavano a morire nei nostri mari. L’italico popolo, forse a corto di un Salvini un po’ sottotono probabilmente abbacchiato dal cotechino natalizio e quindi meno presente sui social per sparare le sue cazzate razziste,  non riusciva a lasciarsi folgorare da niente. Ancora non era morto alcun personaggio famoso, la noia si tagliava a fette come il pandoro e la si condiva con il mascarpone e la nutella (così per tenersi ancora su con le calorie). Fu proprio quando ormai in molti stavano rinunciando alle consuete diatribe 2.0 che apparve, distribuito in milleepiùmigliaiazza di copie su scala nazionale e scala Ricther, il nuovo film di Checco Zalone che riuscì finalmente a spezzare la monotonia in cui milioni di persone vivevano. E fu subito un trionfo di Zalone sì, Zalone no, se famo du’ spaghi? Il popolo scalpitava in tutti i modi, in tutti i luoghi e in tutti i laghi pur di dire la sua. Zalone allora una volta veniva paragonato a Sordi, un’altra a Totò e poi a Boldi/De Sica, il Gabibbo e la Gegia.  Venivano scomodati tutti, da Eco (eco eco eco co oh) a Pasolini, dalla Dandini a Belen perché comunque una bonazza nel mezzo non stonava mai. Chi accusava i radichal chic, chi i parziali sciock, venivano citate retrospettive riguardanti la cinematografia della Germania orientale ante caduta del muro e quella della Corea del nord, finalmente tutti avevano qualcosa da dire. Il popolino era ancora una volta distratto  e nessuno, dico nessuno, pensava più ai nostri tre Marò.

jesuischecco

 

9 risposte a "#JeSuisChecco"

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