“Su dai ti prego non fare così, lo sai che lo voglio e lo voglio tutto, tutto per me, siiiiiii lo soo, lo soo sono avida, ma ho bisogno di soddisfazioni che solo questo mi può dare. Vuoi che diventi cattiva? Sii, lo sai che so farlo bene. Te l’ordino! Devi farlo! … Che c’è? Non ti piaccio cattivona? Voi essere tu crudele? Sii, mi piace quando sei così dominatore, ma sappi che finché non sarò accontentata ti darò il tormento. Suuu daaii, io lo so che lo voglio troppo spesso, si, T_U_T_T_O e lo voglio gestire io a modo mio, daaii. Vuoi che mi metta ginocchio? Così? Uhm ti piace eh? Certo sei un gran farabutto, ma faccio tutto quello che vuoi, lo sai, siii. Ti piace vedermi così vero? Ma sono sempre io, la tua miciona, che gestisco il gioco. Daai non fare il prezioso, lo sai che quando ho certi desideri voglio solo essere appagata. Uhm se mi fai gioire io poi posso essere generosa anche con te, dammelo ti prego, dammelo come vuoi ma lo voglio, siii, tantoo , siii. Dai che ci sei vicino, uhm ho già certe ideucce che potresti apprezzare anche tu. Nooo, nooo, sai quanto ne ho bisogno ora. Dai tiralo fuori lo voglio prendere siii, noooooo, nooo, non devi fare il tiranno. Ti piace farmi soffrire fino a questo punto? Vuoi che ti chiami bastardo? Tutto quello che vuoi, ma dammelo, fammi felice. Dai allunga la mano, sii, lì bravo, sii esattamente lì. Noooooo a che gioco vuoi giocare? Voi vedermi scoppiare di desideri, suu, non resistoo, sai che se tu non me lo dai lo vengo a prendere io, e posso farlo quando meno te l’aspetti, anche di notte quando vorresti riposare. Buono tesoro, sii, bravo, riparti con la mano, ma non troppo lentamente che così mi fai morire, sii ecco ci siamo ci siamo, ci siamooo. Siii, aaahhh, lo volevoo tanto, siii, grazie, come sei fantastico, sai che ti adoro quando fai il bravo bambino con me.”
“Clara ma è sempre così quando devi chiedere il libretto degli assegni a tuo marito?”
-
-
Possibile che tu sia diventato così impassibile? A te tutto ti scorre addosso e niente ti tocca. Te ne stai in silenzio e non fai una piega. Non ti accorgi di niente, ormai sei indifferente a tutto. Ti amavo ma adesso non ti sopporto più. Sono ore che te ne stai sul divano fissando la televisione e non mi rispondi, che devo fare? Datti una mossa! Io non sono la tua serva, non mi va più di sobbarcarmi dei lavori di casa e occuparmi di tutto. Non sei andato a lavorare nemmeno oggi, pensi di continuare così a lungo? Guarda che non ho nessuna intenzione di camparti e se vuoi mangiare ti arrangi da solo! Lo so che mi senti, pensi che rimanendo in silenzio io prima o poi mi calmi? Non funziona più caro, non funziona più. Guarda bello l’amore è passato e adesso mi sono proprio stufata, vedi di fare qualcosa altrimenti non rispondo delle mie azioni. Allora? Quanto vuoi andare avanti in questo modo? E’ finita per me, e lo è da un pezzo. Ormai non mi fai più tenerezza e i timidi, come te, non mi fregheranno più! Fino a poco tempo fa pensavo di capire quello che avevi in testa e all’inizio il tuo fascino introspettivo mi aveva ingannata. Ero certa che tu fossi una persona profonda, un uomo sensibile. Credevo che questo fosse l’atteggiamento di chi si prende cura degli altri con delicatezza, di chi non vuole interferire nella vita altrui per rispetto. Ma guardati adesso…fai schifo, sono giorni che nemmeno ti lavi. C’è stata una fase in cui percepivo la tua esistenza e in qualche modo ti davi da fare, adesso non fai assolutamente nulla. Sono ore che ti parlo e tu zero. Cosa devo capire? Che preferisci i plastici di Vespa a questa casa? Che sei affascinato più dai reality che alla vita vera? Che sei più interessato a Maria De Filippi che a me? Sai me n’ero accorta che avevi certe tendenze, infatti non mi scopi da un bel pezzo. Non mi guardi più, non mi consideri minimamente, sei cattivo. Non vedi che sto piangendo? Non ti colpisce minimamente la mia disperazione? Non ti facevo così cinico e glaciale. Io sono disperata, parlami ti prego! Almeno fai un cenno, alzati vai via sbattendo la porta ma fai qualcosa! Preferisco essere trattata male piuttosto che questa tua indifferenza. Non eri così, che ti è successo? E’ forse colpa mia? Non so più che fare, non so più cosa dire. Ti prego reagisci… sono disperata. Io ti amavo da morire e adesso tu mi fai questo. Non ti faccio nemmeno pena? Che senso hanno le mie lacrime se nemmeno alzi lo sguardo per vederle? Parlami o altrimenti non risponderò delle mie azioni. Sai che non amo la violenza, ma se non ti alzi vengo lì a sradicarti da quel divano. Ti prego, ti prego, ti prego, sto troppo male, come fai ad essere così distaccato..ti prego, dimmi qualcosa…Bastaaa! Mi ci hai costretto tu! Su dai… certo sei proprio freddo. Non ti accorgi nemmeno di quanto puzzi. Oh mio Dio…ma sei morto!
-

Aspetto sotto l’insegna della Osram davanti alla stazione. Aspetto, mi guardo intorno, vedo suv in doppia fila e persone che mestamente se ne ritornano a casa. Il giornalaio dietro il banco tiene riviste porno che ormai nessuno compra più. Quanti cartelloni pubblicitari e insegne al neon. Fa molto freddo. Annodo un po’ più stretto il mio foulard. Sono le 8 e 10.
Questo è il primo appuntamento e ci tengo tantissimo, sarà sicuramente un successo. Cavolo quante valigie si perdono qua e che ressa c’è sopra quel bus, madonnina santa è già buio e sono le 8 e 15.
Quando verrà lo saluterò sorridendogli, sarà sicuramente vestito in modo elegante e mi porterà in quel locale in centro, spero proprio di piacergli tanto tanto.
Madonna Santa delle Roselline , fra un po’ questa lampada si fulmina e lui non è venuto ancora, comincio ad avere paura , qua ci sono troppe facce da galera, come quelle di quei quattro la su quel coupé.
Ecco lo sapevo uno di loro si sta avvicinando e tremo, per fortuna mi chiede solo un’indicazione stradale. C’è una puzza terribile e sono già le 8 e 20.
Appena arriva lo spettinerò con un cazziatone che manco s’immagina, ma forse è meglio di no … sicuramente avrà avuto un contrattempo. Certo dopo questo inghippo lui sarà ancora più gentile con me, mi porterà a casa sua e so che mi dirà tutto quanto e che gli piaccio tanto tanto.La Osram non fa più le lampade di una volta e questa si è definitivamente spenta, mi sa che a questo punto lui non verrà più e mi tocca tornare a piedi a casa mia. Sono affranta, ero entusiasta di questa nuova prospettiva, il mio primo appuntamento … questo primo giorno da escort se n’è andato a puttane e sono ormai le 8 e 30.
-
La mia esistenza era un inferno con lui, non riuscivo a tenere in ordine niente, rovinava sempre tutto. Si presentava sempre in quel modo poco elegante e poi non capivo mai quello che voleva. Pensare che all’inizio mi faceva tenerezza con i suoi occhietti che mi comunicavano il suo tremendo bisogno di affetto, mi veniva spesso accanto accontentandosi di poco, pensavo fosse perfetto. Poi, piano piano, i suoi modi divennero più bruschi, pretendeva sempre di più , era diventato incontenibile, la sua presenza troppo ingombrante e lui non voleva sentire ragioni. Lo portai persino da un medico, e per trascinalo li, so io quanto penai. Il dottore gli prescrisse una cura che lui, ovviamente, si rifiutò di seguire, mi disse anche che certi maschi sono così e che, per quanto si sia evoluta la medicina in questi ultimi anni, con certe caratteristiche, ancora, ci si faceva ben poco. Mi suggerì inoltre di abbandonarlo ma, inizialmente, non me la sentii. Ormai era tanto tempo che stavamo insieme. All’inizio mi piacque per quel suo aspetto nordico un po’ selvaggio che si contrapponeva al colorito roseo della sua pelle, i suoi occhi azzurri e la sua peluria chiarissima ma vigorosa. La sua partecipazione era sempre mite, non mi faceva mai scenate quando non potevamo stare insieme, a quel tempo, molti provavano simpatia per lui, anche se, a volte, ho avuto il sentore che, dietro i complimenti che riceveva, si celasse un fine poco chiaro. Talvolta ho osservato alcune amiche che lo guardavano con un aria estremamente vogliosa e questo mi faceva un piacere pazzesco perché era mio e non volevo condividerlo con nessuno. Dopo qualche mese da quell’idillio le cose non furono più le stesse, lui divenne sempre più famelico e io non ero più in grado di soddisfare i suoi istinti animali, mi saltava sul letto quando volevo riposare e non voleva sentire ragioni, faceva quegli strani versi che, se ci ripenso ancora oggi, rabbrividisco. La sua apparenza candida sparì e lasciò il posto a quella che era la sua vera natura che, inconsciamente, avevo voluto ignorare. Presa dalla disperazione cercai di escogitare dei piani per allontanarlo da me, ma ormai era diventato intrattabile e non sapevo come fare per potarlo fuori casa. Pensai a diversi metodi per farla finita, ma non volevo che rimanessero tracce. Mi rivolsi allora ad un professionista che mi procurò una Cash Special calibro 25R, aspettai che si fosse addormentato e lo freddai mirando al punto craniale eseguendo una collisione perfetta. Lo feci dissanguare raccogliendo tutti i suoi fluidi per non sporcare niente e mi misi a letto soddisfatta, finalmente avevo fatto fuori quel porco. Il giorno dopo mi sentivo un automa, cominciai a sezionarlo in tante parti, ero priva di qualsiasi senso di colpa e mi organizzai per gustarlo in vari modi, perché del maiale non si butta via niente.

-
Mi sono innamorata! Finalmente ho trovato chi fa davvero per me, è unico e speciale, non credo che potrei mai stancarmi di lui. Prima di tutto voglio dire che non avevo mai sperimentato prestazioni a così alti livelli e poi ha un aspetto fantastico, quando lo presenterò alle amiche so che ci farò la mia porca figura. E’ affidabile e sicuro, sa sbattere come nessun altro, mi consente finalmente di avere un’esistenza sana e genuina, cosa che forse non avevo mai sperimentato prima. Lui è versatile, riesce a tirare fuori tutta la mia creatività, quando ho fretta sa darmi una mano concreta e non pretende niente cambio che un minimo di cura, cosa che gli offro costantemente perché non posso certo sciupare un’occasione così preziosa. Sono profondamente conscia che la mia vita, adesso, abbia tutta un’altra qualità.Lui poi riesce a fare entrare in ebollizione e a mantenere sempre alta la temperatura e poi … sa montare in modo fantastico. Instancabile, è pronto in qualsiasi momento io ne abbia voglia. So che molte non sono interessate a queste cose e le ritengano questioni superficiali , ma io ho sempre avuto la convinzione che questo aspetto sia fondamentale affinché, le cose, funzionino sempre al meglio.Fra l’altro con lui ho imparato anche a risparmiare, ad evitare gli sprechi, anche questo lo ritengo basilare nel menage. Poi sa rimescolarmi sempre tutto senza alterare le caratteristiche e le integrità. In passato ho sempre trovato chi rovinata ogni cosa, chi, non curante di certe qualità, bruciava e sprecava tutto quello che io avevo costruito con passione e dedizione. Per anni mi sono data inutilmente le colpe per quelli che ritenevo mie fallimenti, per quelle che pensavo, fossero le mie incapacità. Quando avevo rinunciato a tutto e ormai non ci speravo più l’ho conosciuto. All’inizio ero diffidente, forse non mi sentivo ancora pronta, ma qualcuno me ne aveva parlato benissimo e mi sono fatta coraggio. Non ci ho messo poi tanto tempo a portarlo a vivere con me e adesso tocco il cielo con dito! E’ meravigliosamente eclettico, con lui sono pronta a fare tutto senza precludermi nessun limite. Mi prospetta sempre meravigliose alternative, altro che le solite cose noiose che un tempo mi ritrovavo sempre a fare. E’ prezioso, grazie alla sua guida riesco a bilanciare e mai sfondare limiti che possono rivelarsi troppo pericolosi. Riesce a contenere in pieno le mie esigenze anche quando queste non riguardano solo me. Ormai è indispensabile, sento che con lui sto migliorando e che posso fare a meno di tutte quelle cose che, un tempo, occupavano inevitabilmente i mie spazi vitali.Voglio gridarlo al mondo intero quanto amo il mio robot da cucina Birby Worvieck T43!
-
Tutti erano in fermento, i centri commerciali pullulavano di famigliole e altri soggetti umani in preda ad acquisti compulsivi. La lotta al pacchetto era estrema, ognuno voleva azzeccare il regalo giusto, spendere poco e fare una discreta figura. Si potevano osservare miti casalinghe tramutate in Hulk nella battaglia per l’ultima macchinetta elettrospaziale del caffè, quella che faceva l’espresso al sabor do Brazil direttamente dal Paranà via wireless. Tranquilli impiegati che pur di accaparrarsi l’ultimo modello di superplaystation 3D, con ologrammi a grandezza naturale, diventavano belve al pari di Godzilla. La marea umana si muoveva sempre minacciosa e compatta con il sottofondo dei classici canti natalizi. La tv inneggiava alla bontà e in quei giorni non si parlava di crisi, d’inquinamento, di mafia, razzismo e delle altre schifezzuole che facevano così “particolare” il paese. Al massimo veniva trasmesso uno spottarello di due minuti della mensa della caritas con le comparse belle e ripulite che prendevano il posto dei veri poveri, il tutto per non destabilizzare la sensibilità popolare. Tutto era dolce, le signorine buonasera mettevano in mostra i seni contornati di cotone e cappellini paiettati rossi. I politici non si azzuffavano, non c’erano i chi va la a go go, né i classici: “stia zitto lei che adesso parlo io”. I programmi erano incentrati tutti su filmetti tipo quelli dove alla fine il bimbo povero si ritrova principe, la zitella trova l’uomo della sua vita e i cani perduti tornano a casa. Le chiese venivano tirate a lucido in attesa dell’evento che avrebbe visto gli animi pii sbadigliare durante la messa di mezzanotte. Le strade erano abbagliantemente luccicose e tutti fingevano un aria allegra per non sentirsi cretini. Gli spargineve lavoravano ad oltranza, anche nei paesi del sud, perché della neve non si poteva fare a meno e i narcotrafficanti realizzavano affari d’oro grazie a queste feste. Tutto era bello, tutto perfetto, i vecchi venivano concentrati in capannoni affinché ci fosse più brodino per tutti, le persone diversamente abili in palestre. I rom ricacciati a pedate in culo nei loro posti di origine perduta nella notte dei tempi. Nessun musulmano, al limite qualche donna in burqa ma solo se era tinto di rosso e se diceva ogni tanto un “oh oh!”. Le persone di colore, se sapevano cantare, erano obbligate a costituirsi presso i Gospel Choirs, altrimenti dovevano rimanere recluse a casa. Un incanto di luci e gioia, e sulle tavole: panettoni di dimensioni inusitate, capitoni reali, tacchini volanti pericoli costanti, cotechini meringati, pandori farciti di mascarpone pannato con mousse ciocco burrosa e tante altre prelibatezze. I bambini, anime ancora non inquinate dalla frenesia dall’apparenza, correvano con gli occhi brillanti di felicità a farsi le foto con quell’enorme signore con il costume rosso che chiamavano Gabibbo.

-
Ciao Ruby Tuesday
..mi sembra importante in queste finestrine anonime dire qualcosa di se…non sono libero ma non sono a caccia di superficialità…amo il viaggio più della meta ed infine cerco un sogno…un dialogo…suggestioni in comune…un itinerario che muova la mente ed i sensi certo…la vita è anche fatta anche di odori…sapori…Sarebbe carino parlarne….Fragranza di Pioggia Ciao dolce sogno ,sono un diavoletto tentatore in cerca di amicizia e di soavi tentazioni, se ti va di conoscermi e giocare con me contattami, se non ti va perdona la mia audacia non giudicarmi troppo male e comunque vada SEMPER CARPE DIEM perché la vita è troppo breve.
Un bacetto. Paoletto
El NaturalistaE’ davvero un’emozione unica stare a contatto della natura in completa libertà. Sono un naturalista convinto…che ne dici se ci conosciamo ed andiamo insieme sulle sponde del fiume Diaterna in amicizia e simpatia?
Se non hai gradito il msg mi scuso in anticipo.
Ciao…
Carlo Magnum
…ti piace essere preda o cacciatrice?
Il RomanticoA me piacciono le piccole labbra con sorpresa, posizione 69,tu sotto,completamente glabra e profumata, hai il tuo sesso serrato, niente mani, passo la lingua, avidamente cerco di penetrarla con la punta, è serrata,sai che la desidero, non posso aprirla con le mani, hai il mio membro in bocca, voglio le tue piccole labbra, capisci che le voglio perché spingo ancora di più il pene nella tua bocca, rilassi i muscoli della tua vagina,si apre appena, spuntano le tue piccole labbra, passo la punta della mia lingua lungo tutta la fessura,si aprono, la sorpresa: un cioccolatino fondente, comincio con l’amaro del cioccolatino e continuo col dolce del tuo succo, miele preso alla fonte
Lupo NeroCiaoo!! Ti va di conoscerci un po’?! Non cerco nulla che vada oltre al virtuale! Cerco solo un donna che abbia voglia di uscire dagli schemi della vita quotidiana, e che abbia voglia di giocare e “trasgredire” un po virtualmente, nulla di più! sei tu quella che cerco? Un bacio
Il SognatoreCiao,ho un serpente che non vuole mai riposare…..ci vogliamo conoscere?

-
“Ciao, ecco, io mi chiamo Donatella ho 37 anni e sono della vergine, dicono tutti che sono dolce. Faccio l’impiegata in una grossa azienda, eseguo fatture e altri sortilegi. Mi piace andare a ballare al Don Parlos e amo i reality”
“Io invece sono Luca ho 43 anni e sono divorziato, mi piace la pesca subacquea, andare allo stadio e praticare il sesso di gruppo, tu sei abbastanza troia?”
Driiin cambio!
“Ciao io mi chiamo Donatella ho 37 anni e sono della vergine, amo cucinare, adoro i libri di Sophie Kinsella”
“ Io sono Franco e ti dico che quei libri per me sono spazzatura, io sono una persona profonda che ha dedicato tutta la vita alla ricerca della verità, alla purezza del vero io, ultimamente leggo solo libri in sanscrito”
“ Che meraviglia, io mi sento un’ ignorantona, perdonami. E’ bello incontrare persone così profonde”
“Si, me lo dicono spesso, senti ma tu me lo faresti un pompino al primo appuntamento?”
Driiin cambio!
“Ciao sono Donatella ho 37 anni e mi piace andare al mare tutte le volte che mi è possibile”
“Anche a me! Io sono Francesco ho 40 anni sono single e amo la poesia”
“ Che sensibile che sei, a me piace Neruda”
“Non lo conosco, ma compongo io le mie poesie, ne vuoi sentire una?”
“Siii, ti prego!”
“Dolce patata del mio cuore bollito insieme alle tue frattaglie incapsulate anch’elle in un mondo celophanato di distanze abissali dove perdiamo ogni dove sfiancandoci in orge melodrammatiche abusando l’uno dell’altra in una sinfonia che preclude territori aridi devastati dall’incommensurabile puledria angelsa delle vittorie sconfortanti, fai che tu..”
Driiin cambio!
“Sono Donatella, impiegata, della vergine, leggo, vado al mare, mi piace il cinema, andare a ballare, cucinare, non faccio certe cose al primo appuntamento e..”
“Ehi calma! Mi stai rovesciando addosso un sacco di parole, tanto per cominciare io sono Andrea, piacere.”
“Scusami è che gli altri incontri per ora sono stati deludenti, certa gente strana”
“Capisco, per ora anche io non sono rimasto colpito da nessuna, tranne te, scusa se te lo dico ma hai un sorriso incantevole”
“Grazie, mi sembri una persona a modo, parlami di te”
“Ho 43 anni, sono un libero professionista, divorziato senza figli, amo andare a teatro e ai live show, ti piacerebbe venire una volta con me?”
“Si certo, io amo i concerti e in genere tutti gli spettacoli dal vivo”
“Ce n’è uno proprio stasera, se ci sbrighiamo potremo farcela in tempo per vedere Samantha Lingualunga che si fa sollazzare da Miss Culaccia ’88”
Driiin cambio!
“Oh Mio Dio, io sono sempre Donatella, ero dolce, non è stato il mio compleanno negli ultimi minuti per cui ho ancora 37 anni, cucino, stiro, cinema, mare, ballo, vivo, generalmente non partecipo a orge, ne mi piace vedere Samantha che lecca la Culaccia e, anche se sei carino, non credo che stasera ti farò un pompino”
“Mamma mia che modi! Ormai due minuti con te devo starci, quindi ti dico che sono Marco, un uomo a posto, ho un lavoro serio, sono romantico e mai lezioso, intelligente, vivo in una casa in campagna non troppo distante dalla città, adoro leggere, amo cucinare e vorrei tanto innamorarmi per far felice una donna. Ma certo, visto il modo in cui ti sei rivolta a me non credo che funzionerebbe fra di noi, ciao” -
Tutti erano in fermento, i centri commerciali pullulavano di famigliole e altri soggetti umani in preda ad acquisti compulsivi. La lotta al pacchetto era estrema, ognuno voleva azzeccare il regalo giusto, spendere poco e fare una discreta figura. Si potevano osservare miti casalinghe tramutate in Hulk nella battaglia per l’ultima macchinetta elettrospaziale del caffè, quella che faceva l’espresso al sabor do Brazil direttamente dal Paranà via wireless. Tranquilli impiegati che pur di accaparrarsi l’ultimo modello di superplaystation 3D, con ologrammi a grandezza naturale, diventavano belve al pari di Godzilla. La marea umana si muoveva sempre minacciosa e compatta con il sottofondo dei classici canti natalizi. La tv inneggiava alla bontà e in quei giorni non si parlava di crisi, d’inquinamento, di mafia, razzismo e delle altre schifezzuole che facevano così “particolare” il paese. Al massimo veniva trasmesso uno spottarello di due minuti della mensa della caritas con le comparse belle e ripulite che prendevano il posto dei veri poveri, il tutto per non destabilizzare la sensibilità popolare. Tutto era dolce, le signorine buonasera mettevano in mostra i seni contornati di cotone e cappellini paiettati rossi. I politici non si azzuffavano, non c’erano i chi va la a go go, ne i classici: “stia zitto lei che adesso parlo io”. I programmi erano incentrati tutti su filmetti tipo quelli dove alla fine il bimbo povero si ritrova principe, la zitella trova l’uomo della sua vita e i cani perduti tornano a casa. Le chiese venivano tirate a lucido in attesa dell’evento che avrebbe visto gli animi pii sbadigliare durante la messa di mezzanotte. Le strade erano abbagliantemente luccicose e tutti fingevano un aria allegra per non sentirsi cretini. Gli spargineve lavoravano ad oltranza, anche nei paesi del sud, perché della neve non si poteva fare a meno e i narcotrafficanti realizzavano affari d’oro grazie a queste feste. Tutto era bello, tutto perfetto, i vecchi venivano concentrati in capannoni affinché ci fosse più brodino per tutti, le persone diversamente abili in palestre. I rom ricacciati a pedate in culo nei loro posti di origine perduta nella notte dei tempi. Nessun musulmano, al limite qualche donna in burqa ma solo se era tinto di rosso e se diceva ogni tanto un “oh oh!”. Le persone di colore, se sapevano cantare, erano obbligate a costituirsi presso i Gospel Choirs, altrimenti dovevano rimanere recluse a casa. Un incanto di luci e gioia, e sulle tavole: panettoni di dimensioni inusitate, capitoni reali, tacchini volanti pericoli costanti, cotechini meringati, pandori farciti di mascarpone pannato con mousse ciocco burrosa e tante altre prelibatezze. I bambini erano i più felici e correvano a farsi le foto con quell’enorme signore con il costume rosso che chiamavano Gabibbo, solo pochi come me erano amareggiati. Cazzo, ci avevano fottuto anche il Natale.
-
Si faceva un gran male ascoltando quelle canzoni di continuo che le ricordavano un passato che non aveva mai avuto, che la trasportavano in viaggi mai fatti, in dimensioni mai conosciute, ma a lei piaceva soffrire. Insisteva nel suo masochismo, le pale dei mulini della sua mente viaggiavano a velocità incredibili. Sognava di tramonti nei luoghi dove il cielo fa all’amore con il mare o con le colline. Si avvolgeva solo di note come fossero una coperta per ripararsi dal freddo della sua solitudine.Non aveva nemmeno il coraggio di cantare perché anche questo poteva disturbarla. Per la stessa ragione non voleva vedere nessuno perché aveva paura che qualcuno potesse distruggere i castelli delle sue illusioni. Era capace di essere chi le pareva, un’amante ferita, una ragazza che scopre l’amore, una donna lasciata, una femmina che fa impazzire di desiderio. Poteva vestire anche gli abiti di un uomo, di un bambino, la pelle e le piume di qualsiasi animale, aveva la possibilità di giocare con una vastissima gamma di sentimenti e sentirsi chi o cosa voleva. Si sentiva viva quando era sotto quel mistico incantesimo, non avrebbe voluto che nutrirsi di questo. Ma la vita la costringeva alla realtà, ad un lavoro che non amava, ad un ambiente che non era il suo, a sopportare della musica terribile nelle radio dei negozi e in ogni dove ci fosse un amplificatore pronto a vomitare note insulse che irritavano i suoi fragili nervi. Fu così che un giorno decise di farla finita con quella tortura e si chiuse nel suo laboratorio. Costruì un primo apparecchio in grado di neutralizzare alcune frequenze disturbatrici ma purtroppo era cinico e difettoso poiché troncava le parole d’amore in ogni canzone. Poi fabbricò una capsula per allontanare ogni interferenza molesta, ma anche questa si rivelò un fallimento perché sprovvista di servizi di primaria importanza per la sopravvivenza. Realizzò delle cuffie isolanti che trasmettevano solo le sue musiche preferite, ma le dimensioni di queste erano esagerate e le procuravano infiniti dolori alla cervicale.Si dovette arrendere ad una vita fatta d’insulsi inquinamenti acustici, un’esistenza dove doveva per forza confrontarsi con altri e sentire voci irritanti che la perseguitavano in ogni dove. Cercava di ovattarsi i padiglioni auricolari quando le era possibile, cercava di limitare le sue uscite. Passò infiniti giorni in solitudine odiando le intrusioni sonore e chi le commetteva, non riusciva a trovare la felicità che la musica le dava perché ogni giorno la sua frustrazione rodeva anche i suoni e le parole più affascinanti. Meditò persino il suicidio, ma non avendo avuto la sicurezza di che musica avrebbe trovato nell’aldilà respinse anche questa ipotesi. Poi un giorno ebbe un illuminazione.Fu così che si buttò in politica e divenne dittatrice, ci furono molti morti, molti prigionieri che cercarono di ribellarsi ma lei riuscì a collocarsi come comandante suprema obbligando tutti all’ascolto di melodie che lei imponeva sull’ormai inerme popolazione.La cosa li per li funzionò, passarono dei mesi di vera gioia, ma poi sopravenne una strana inquietudine, quella musica tanto amata, una volta imposta con la forza, perse ogni dolce sapore.Ormai era incastrata, non poteva dimettersi, non poteva cambiare le regole.Ma ancora una volta le venne in aiuto la fortuna, i sovversivi l’assalirono e la ridussero in coma, venne depositata in un ospedale dove continuamente le facevano sentire i suoi cd preferiti, l’unico guaio erano le batterie quando si scaricavano perché lei non poteva cambiarle, ne chiedere aiuto.

