Lo ammetto, l’aspetto fisico è sempre stato un mio cruccio, sarà perché da bambina e donna grassa sono stata vittima di bullismo e questo, insieme a dei commenti poco simpatici sulla mia personalità e relazioni non proprio edificanti, mi ha sempre afflitto. Crescendo, ho sempre sperato che il tempo mi avrebbe risparmiato questi commenti, e invece mi ha regalato anche i commenti sulla vecchiaia.

Ebbene sì, miei piccoli lettori, è capitato a me e a moltissime altre di ricevere osservazioni sulla nostra età, osservazioni che perlopiù non vengono riservate agli uomini. Contro queste negatività lotto da sempre, comprese quelle che io stessa mi infliggevo, poiché una tremenda voce dentro di me mi ha sempre sussurrato, a volte anche gridato, di essere una persona inadatta.

Proprio perché del giudizio ne ho sempre sofferto molto, sono stata fra i primi blogger in Italia a parlare di discriminazione ponderale e della dittatura dei corpi. Ho scritto tante riflessioni e ci ho ironizzato molto spesso tramite i miei mini racconti cinici. Con l’avvento dei social, specie di Instagram e Tik Tok, fortunatamente , adesso osservo schiere di nuove leve di content creator che affrontano questi argomenti con creatività e sana ostinazione. Nonostante i commenti, troppo spesso offensivi, tengono testa e da madre di una ventenne, non posso che essere orgogliosa di queste ragazze.

Una di loro, nei giorni scorsi, aveva fatto un reels in cui chiedeva: “Perché dovrei rifarmi il naso per fare un piacere alla gente?”. La ragazza, che ammetteva di avere un naso che non rientrava nei classici canoni di bellezza (e anche su questo aprirei un capitolo), non intendeva rifarselo perché a lei non interessava rientrare in questi famosi canoni. Io ho pensato subito “guarda ganza questa figliola!”, poi ahimè ho letto i commenti al reels e ho visto molti che, tra un bla bla bla e l’altro, le dicevano “Sì, comunque il naso te lo devi rifare”.

Questo, insieme a diversi input che ho ricevuto in questi giorni, mi ha fatto riflettere e sono andata a zonzo fra i podcast che vi consiglio sul tema, trovando una bellissima lezione di Rossella Ghigi, sul canale Lucy, intitolata “Perché ricorriamo alla chirurgia estetica?“.

Altro podcast che vi consiglio è “Il corpo giusto” di Anna Venere e Martina Pellegrini, in cui, con grazia e profondità, Anna e Martina affrontano varie tematiche come il peso, l’invecchiamento e i giudizi, spesso sparati “a fin di bene” sul corpo, strano a dirsi ma è sempre così, delle donne.

Altro consiglio che ho ricevuto, poiché l’Universo a regola qualcosa da dirmi ce l’ha, è quello di vedere l’inchiesta di Corrado Formigli e Alberto Nerazzini su La 7 “Perfette mai“. Vedetelo perché, oltre alla schiavitù della dittatura della bellezza, c’è un focus sulla sanità italiana di cui non si parla molto, come gli incentivi statali della destra da dedicare alle cliniche estetiche in un’Italia dove un malato di tumore non riesce a fare i follow-up, dove abbiamo ospedali anche attrezzati, ma manca il personale medico, dove in Calabria sono stati chiamati i medici da Cuba in aiuto.
Inoltre, nell’inchiesta si parla di DCA (disturbi alimentari) e di come le cure siano poco accessibili perfino ai casi più gravi. Le strutture dove si curano i DCA sono perlopiù private.
Lo sapevate?

Fra le tante cose che ronzano nella mia testa c’è: per chi o per cosa vogliamo essere belle? Quanto siamo disposte a pagare in termini di spesa e di tempo? Perché si è patologizzata la bruttezza? Perché si è patolocizzata la cellulite? Perché anche invecchiare, che di grazia è una gran botta di culo, è visto come un fattore negativo?

Oddio, pure io non vorrei sentire questa fottuta attrazione al nucleo centrale terrestre che tira giù il mio mento, il mio culo, le mie braccia e tutto il resto, pure io vorrei avere ancora i miei capelli scuri, le tette sode e la pelle senza rughe, ma ho quasi 56 anni, giovane lo sono stata e adesso sono una donna matura, anche se mi fa un po’ ridere a pensarci.

Pur avendo sofferto molto e pur avendo ancora molte insicurezze sul mio aspetto, la vita mi ha posto spesso al centro dell’attenzione e in qualche modo me la sono dovuta sfangare, nonostante la pancia. Nel tempo ho capito che la bellezza della libertà è cosa ben più grande rispetto ad avere un fisico attraente e che le persone libere sono le più fighe di tutte. Ho deciso di non fare mai più diete, attenzione al cibo sì, ma non ossessione, ho deciso di mandare sempre più spesso a fanculo le voci, interne ed esterne, giudicanti, e ho deciso di seguire la mia piccola vocazione alla libertà.

Sono consapevole che per me è molto più facile rispetto alle ultime generazioni poiché i social amplificano le offese dei commentatori, comprese quelle che “ah mica voglio offendere, ma secondo me dovresti dimagrire” o “è grazie a voi ciccioni che la sanità va a rotoli”, “lo dico per la tua salute”, “Smettetela di ostentare la grassezza, è un messaggio negativo” (come se andare in giro così come siamo equivalga ad uno spot pubblicitario il cui messaggio è “Vi vogliamo tutti chiattoni!”).

Ma a parte il giudicare, c’è una spinta all’apparire in certi standard assurda, le ragazze asiatiche si sottopongono a interventi per avere un aspetto più occidentale, le ragazze occidentali spendono un botto di soldi per avere la pelle come le ragazze coreane. E questo è solo un piccolo esempio. Sia chiaro, io non condanno la chirurgia estetica, i filler, il botox e altri “rimedi”, ma farei una riflessione su quanto queste strategie siano davvero utili alla salute fisica e mentale.

Altra riflessione la farei su quello che noi riteniamo un corpo giusto e su quali siano invece i corpi sbagliati. Io questa riflessione l’ho fatta proprio recentemente e sono arrivata a capire che l’unico corpo sbagliato sia quello che non funziona più: il corpo morto.

Magari nei prossimi giorni scriverò altre cose su questo tema, ma voglio chiudere lasciandomi una delle immagini più belle di me:

Questa foto l’ho fatta ieri, struccata, sudata, vestita non proprio alla moda, ma fiera di aver salito una collina, di essermi immersa nel verde, di essermi sentita libera.

Una replica a “Il corpo giusto”

  1. […] già accennavo nel post “Il corpo giusto“, negli ultimi anni, per fortuna, molte persone stanno promuovendo il concetto di Body […]

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