Le canzoni del Re II

Stand by your man è un brano del 1968 di Tammy Wynette, che conosco essenzialmente nella versione dei Blues Brothers grazie all’omonimo film.

I fratelli Blues e la band lo eseguono nel Bob’s Country bar, locale dove si eseguivano entrambi i generi: il country e il western.

“Stand by Your Man” è una delle canzoni più popolari di sempre e un classico della musica statunitense. Inserita nella classifica delle 500 migliori canzoni della storia stilata dalla rivista Rolling Stone, occupa anche il primo posto nella classifica delle migliori canzoni country di sempre.

Il brano, scritto in terza persona, tratta dell’amore tra un uomo e una donna e trasmette il messaggio che, nonostante le difficoltà, è importante rimanere accanto al proprio uomo (in inglese, appunto, Stand by your man).

Al nostro Re il brano pare piacere molto, o perlomeno, forse per la sua diffusione popolare, ha pensato bene di inserirlo in ben due libri: “La zona morta” del 1979 e il racconto “Mr. Harrigan’s Phone” inserito nel libro “If It Bleeds” del 2020. Entrambe le opere le ho conosciute prima attraverso i film da cui sono tratte, ed entrambi i film hanno come protagonisti due attori che amo molto: Christopher Walken e Donald Sutherland.

“La zona morta” è un film del 1983 ed è uno dei primi film, insieme a “Shining”, che ho visto tratto dalla penna di King. “Mr. Harrigan’s Phone” è del 2022, uno degli ultimi film di Sutherland, e l’ho visto pochi giorni fa su Netflix. Di questo non ho ancora letto il libro e spero quanto prima di recuperare questa mia mancanza. Il film, comunque, merita una visione con birra, patatine e lacrimuccia.

Tornando al brano “Stand by Your Man”, per via del suo testo, non è esattamente in cima alla mia personale classifica di canzoni preferite come donna femminista.

Alle volte è difficile essere una donna
Dare tutto l’amore ad un solo uomo
Avrai momenti brutti, avrai momenti belli
Nel fare cose che non capisci

Ma se tu lo ami lo perdonerai
Anche se lui è difficile da capire
E se tu lo ami sii orgogliosa di lui
Perché dopo tutto non è che un uomo

Diciamocelo, è un brano da sottoni. È una delle tantissime canzoni che giustifica le eventuali mascalzonate del partner, poiché lui, dopo tutto, non è che un uomo (e noi chi siamo, dei termosifoni?).

Stai vicino al tuo uomo, dagli due braccia a cui aggrapparsi
E qualche volta infondi calore quando le notti sono fredde e la solitudine grava
Stai vicino al tuo uomo e fai vedere al mondo che tu lo ami
Continua a dargli tutto l’amore che puoi
Stai vicino al tuo uomo

Certamente, è qualcosa che nel difficile compito di essere donna va assolutamente fatta.

A regola, questa smielata canzoncina piaceva e forse piace ancora molto. Invece, a me piace pensare che Stephen King l’abbia voluta inserire nei suoi racconti un po’ per prenderla in giro, e mi piace che la stessa cosa l’abbiano voluta fare i Blues Brothers.

Alla prossima.

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