di Sabrina Ancarola Faccio cose perché sono inquieta, scrivo perché, dare una forma alla mia inquietudine, a volte è divertente. Sono cantante, presentatrice, scrittrice e autrice di pièce teatrali e cene con delitto. Non so cosa mi riesce peggio, ma mi ostino perché mi piace ballare pur non sapendo affatto ballare.
Piove, ho lasciato l’ombrello in casa ma ormai sono in strada, corro verso la macchina … dove cazzo ho parcheggiato la macchina? Già il lavaggio strade, devo fare 600 metri sotto questa pioggia che aumenta ad ogni mio passo e non c’è neanche un tetto che mi protegga. Dove ho messo la chiave? Frugo nella borsa, mi cade di tutto, compresa quella lettera che conservo ancora (perché in fondo ci spero sempre), è tutto bagnato, anche i fazzoletti di carta, carta bagnata. Entro nell’auto, è tutto appannato, accendo, accendo, accendo e alla fine si decide, ma non posso partire se quest’aria non si sbriga a schiarire il parabrezza. Non faccio in tempo a mettere la freccia che un auto dietro mi suona … neanche ti concedono l’intenzione di uscire dal parcheggio. Pioggia e code, formaggio e pere, fichi e salame, dovevo fare la spesa ma con tutta quest’acqua non ce la farò mai. Arriverò in ritardo al lavoro, limitante traffico. Non vedo un cazzo, ma tanto chi si muove? Sono incastrata come gli altri che suonano, suonano, perché suonano? Il clacson strumento maschio, suoni per dimostrare che ce l’hai più lungo? Per chi suona la campana? Suona, suona, suona … è la sveglia. Devo alzarmi è tardi, ma quanto avrà suonato? Non me n’ero accorta e adesso non ho il tempo di fare colazione. Scendo di corsa, piove, non ho un ombrello. Cerco la macchina, ma dov’è la macchina? Già il lavaggio strade … devo fare almeno 600 metri senza un tetto che mi protegga. Dove ho messo la chiave?
“La velocità è ormai lamento che porterà alla morte di questo impazzito mondo”. Gianni Bellini bellinimusic.it
La grave crisi economica e morale del nostro paese sta generando in molti un sentimento di totale smarrimento. Milioni di posti di lavoro persi, un sistema sociale mal organizzato a causa dell’evasione fiscale, degli sprechi del denaro pubblico, della volontà di gran parte della politica di creare sempre più un divario fra i benestanti e le altre classi sociali, sta deprimendo anche i più inguaribili ottimisti. Difficile intravedere vie di uscita, ma per fortuna la creatività agli italiani non manca (anche se spesso scopiazzata da deliri made in U.S.A.), nuovi mestieri si sono affacciati e si stanno affacciando nel nostro bel paese. Stanno fiorendo coach in tutti i modi, in tutti i luoghi e in tutti i laghi e non dobbiamo preoccuparci se non sappiamo più come fare a pagare l’affitto o a fare la spesa, i coach c’insegneranno, spennandoci delle ultime miserie che avevamo da parte per il nostro funerale, una nuova qualità della vita. Oggi esaminerò alcune di queste nuove professioni, ma il fiorire è costante e spero di allargare il panorama con un vostro eventuale contributo. (Insulti a questo giro no grazie, avete già dato con il post sulla Boldrini, per ora mi bastano e avanzano, sotto Natale, in caso, un rinforzino potrei accettarlo)
IL LIFE COACH
Il/la life coach è uno/a con una vita fighissima che ti fa credere che anche tu un giorno, se ti applichi (e paghi puntualmente tutte le rate del suo corso), potrai avere una vita di successo quasi come la sua. Il life coach è simpatico e brillante, t’incoraggia alla realizzazione dei tuoi desideri e tu non potrai che credere alle sue parole perché solo lui riesce a parlarti e a esserti amico (almeno nel periodo della durata del corso ed eventualmente negli aggiornamenti successivi). Il life coach è un misto fra il babbo pastore di Seven Heaven e Julio Iglesias, usa la sua sensualità, ti trasmette tranquillità e ti sprona a farcela, non ad essere felice, ma a farcela, perché c’importa ‘na sega della felicità quando è il successo ciò che conta … e poi un life coach qualcosa deve pur fare, no?!
Non c’ho capito ‘na sega, ma Dio come si fa a non dare fiducia ad uno così?
IL MENTAL COACH
Il Mental Coach fa più o meno quello che fa un Life Coach: ti motiva a palla. E’ bello essere motivati, io pensavo che per queste cose ci fosse bisogno di un amico, di un familiare, al limite di una guida spirituale (gratuita), o in casi più complessi di un supporto medico, invece no è del mental coach che hai bisogno. Le relazioni umane e il marketing .. le relazioni umane per il marketing … forse ho capito: le relazioni umane sono marketing! (deh pigliate ‘sta perla aggratis .. per questa volta).
lui è uno di quelli che c’è riuscito, a fare cosa non l’ho capito, ma ce l’ha fatta
THE LOVE COACH
Ah il love coach (o love trainer), l’allenatore sentimentale, esticazzi si che questo è utile! Chi non ha mai sofferto di una delusione amorosa, chi non desidera l’amore ritorna le colline sono in fiore? Il love coach t’insegna a superare le mestizie del passato, le seghe mentali del presente e le sicure sfighe del futuro.
… e io cretina che ho sempre pensato che la spontaneità fosse una bella cosa adesso devo ricredermi. Ho capito che esiste un complotto plutonico/massonico/sionista che ci colpisce anche negli amorosi sentimenti. Tutto è tutto programmato, per esempio: a te sembra che ti garbi uno o una, ma in realtà sei sotto la sua sperimentazione PNL … comunque a me qualche volta piace anche stare sopra.
SENSUAL & SEX COACH
Ormai non possiamo neanche più pensare al sesso senza che qualcuno ci indichi la via, ma dopo aver appreso che nella vita il successo è tutto, aver ascoltato la supercazzola del mental coach, essersi aperti sentimentalmente con il love coach, è arrivato il momento di fa’ ciccia. “Alè si tromba!” direte voi miei piccoli lettori, invece no perché prima dobbiamo fare almeno un corso con un/una sensual coach. Lo sanno anche i cani e i porci che la seduzione è un’arte, ma l’arte non è per tutti per cui occorre trovare un modo per imparare ad accalappiare la nostra ambita preda e poi risolvere i gravi dilemmi che quotidianamente ci tarlano la mente come la scelta fra reggicalze o autoreggenti.
Una volta stabilito un rapporto (scritto o orale) con il nostro partner è piuttosto naturale che subentri la noia e questo punto non rimane che rivolgerci ai sex coach. I sex coach ci fanno sperimentare nuove sensazioni e giovani emozioni attraverso inconsuete posizioni. Se prima facevate l’amore solo a cazzo di cane, loro potranno suggerirti la posizione a coda di gatto, a campana, o una delle migliaia di posizioni a seconda di quello che va più di moda al momento.
In Italia abbiamo imparato a conoscere i segreti del sesso grazie alle cose, che noi umani non osavamo neanche immaginare, dette a La Maleducaxxxion e abbiamo conosciuto la figura del terapista sessuale per merito dei due loschi figuri di nero vestiti di Sex Therapy .
Confesso che guardando questa trasmissione ho risolto gran parte dei miei problemi sessuali: ho serenamente rinunciato a praticare sesso sia da sola che in compagnia.
Spero di aver potuto contribuire al vostro arricchimento mentale con questo primo post sulle nuove professioni, in caso vogliate proseguire in questa ricerca sto pensando di tenere una serie di corsi … si, mi conviene 😉
Ho visto i peggiori dementi della politica degenerazione
distruggerci dalla pazzia
affannati, isterici, avidi
trascinarci sulle strade di falchi all’alba in preda a rivendicazione rabbiosa
Santanché e varie teste di cazzo bramare l’antico spacciatore di un falso paradiso condannato per frode fiscale da tre sentenze condotte
Ho visto i peggiori dementi di questa politica degenerazione che si attaccavano a fuoco per un vecchio ridipinto e bevevano stronzate dai canali della televisione
morte, o si purgatoriavano il torace legislazione dopo legislazione, con Iva, Imu, nostri incubi a occhi aperti, leggi alla cazzo e balle-sballi senza fine
Ho visto i peggiori dementi di questa politica degenerazione
che vagavan su e giù a mezzanotte per palazzo Grazioli chiedendogli cosa fare e andavano, senza lasciar culi non abbassati
Ho visto i peggiori dementi di questa politica degenerazione
che ci trombavano in limousine il futuro su impulso invernale mezzonotturno illampionata pioggia di provincia
Ho visto i peggiori dementi di questa politica degenerazione
che ciondolavano affamati e sòle per il colle cercando il “vecchio”
o scuse o truffa, e seguivan quel millantante ed il consolo per tergiversar su crisi e lavoro per l”Eternità, tempo sprecato, sorella
Alle donne piace fare le vittime, finalmente l’ho capito e devo ringraziare un paio di uomini che mi hanno illuminato sulla questione altrimenti, come donna, non ci sarei mai arrivata. Diciamocela tutta: per esempio a chi di noi non piace essere molestata sul bus? Se subiamo una molestia è perché un minimo attraenti lo siamo e questo, sinceramente, non può che farci piacere. Quando si parla di stupri poi siamo oneste: il più delle volte ce li andiamo a cercare. E’ normale che una donna che se ne va in giro in minigonna, con vestiti scollacciati, possa attrarre il povero maschio che, preda d’incontenibili istinti primordiali, non riuscendo a contenere l’ormone imbizzarrito le salta addosso. Se poi questo avviene anche perché la “vittima” di violenza gira in burqua affare suo: in quanto donna, provvista di culo e tette, non dovrebbe proprio stare a giro, al massimo dovrebbe uscire per fare la spesa in luoghi ben illuminati e nelle ore centrali del giorno.
Passiamo poi alla questione del lavoro: se le donne guadagnano in media meno degli uomini è perché perdono tempo a lamentarsi e a cambiarsi gli assorbenti più volte al giorno, più giorni al mese. Possibile che alcuni non capiscano che la donna non è adatta a fare carriera, quante donne a capo d’industrie, governi o in altri ruoli chiave della società vedete qua in Italia? Poche vero? Abbiamo sempre avuto capi di governo uomini che hanno fatto sempre uno splendido lavoro! Riguardo poi la questione figli si apre qua un’altra nota dolente: possibile che le donne non capiscano che sono state progettate unicamente per quello scopo? Cosa sarebbero un uovo senza il tuorlo, una cabina senza telefono e un tostapane senza toast? Ve lo dico io: niente e allo stesso modo una donna che non genera marmocchi è solamente un contenitore vuoto, per cui è normale che una donna che intenda far carriera trovi difficoltà sul lavoro o non venga assunta e di questo non dovrebbe lamentarsi ma dovrebbe esserne felice. Quello di cui molte si lamentano, e che chiamano “discriminazione”, è solo un modo saggio d’indicare loro la via a cui sono destinate, che poi qualcuna, come angelo del focolare, ci arrivi da sola è un conto e in questo caso l’illuminata va protetta da minacce Boldriniane, affini e collaterali.
Stalking: questa parola piace alle donne, va di moda sentirsi perseguitate, minacciate e qualche volta uccise dai loro ex, attuali compagni o conoscenti. E’ davvero assurdo che molte di noi non arrivino a capire che non c’è niente al mondo di più romantico di un delitto passionale, ve la ricordate Lella? Morire per amore, come Romeo (vivo) e una Giulietta martoriata è il massimo, quante possono aspirare a sentirsi così amate?
Passiamo poi a quel bailamme che alcuni, che hanno proprio tanto tempo da perdere, stanno facendo sulle pubblicità e sui messaggi “sessisti”, possibile che non venga colta la sottile ironia di un corpo messo al servizio per il marketing? Com’è possibile non trovare divertenti queste immagini?
Pensate poi quale assurdità sarebbe se al posto di queste modelle venissero usati dei maschi, ridicoli vero?
Allora davvero smettiamola di lamentarci, riprendiamo la nostra dignità e cominciamo ad apprezzare il fatto di vivere in una società dove impera una mentalità che esalta il corpo femminile come gingillo da usare e sognare, ringraziamo chi ci ama così tanto da sentirci come una sua proprietà, chi ci fa capire quanto siamo belle a suon di pacche sul sedere e palpazioni a sorpresa e chi ci indica la via maestra a casa e sul lavoro.
Adesso scusatemi devo proprio staccare, devo andare dal mio capo a dirgli che sono rimasta incinta, speriamo mi licenzi 😉
Cara PresidentA BoldrinA (come lei da “donnA” vuol essere chiamatA), sono una mamma che serve a tavola e ne vado fiera e non per questo mi sento imprigionata nel ruolo di mamma/amica/amante/sorella/cuoca/facchina e rammendatrice di calzini. Sono una donna libera e bella che combatte i segni del tempo e lotta … si lotta tutti i giorni contro il grasso superfluo e gli inestetismi della cellulite. Cara PresidentA BoldrinA che amarezza il pensare che lei e le donne come lei, femministe baffute frocie e sostanzialmente brutte, vogliano impedire a donne come me di continuare a servire con devozione i mariti, i nostri figli maschi e le nostre figlie femmine (ma soltanto fino ad una certa età). Cosa farebbero i nostri mariti se tornassero a casa e non trovassero la cena pronta? Cosa farebbero i nostri mariti se non fossimo accondiscendenti ai loro desideri, alle loro debolezze? Come starebbero i nostri mariti in casa con i figli senza nessuno che li aiuti e senza una donna da picchiare? Ha presente la gioia di una madre che – dopo essersi svegliata alle 6, aver preparato i figli per la scuola e la colazione per il marito, essersi truccata di tutto punto per andare al lavoro, aver pranzato solamente con una barretta energetica (perché il marito non mi vuole grassa), essere andata in palestra, ritornata al lavoro, aver fatto la spesa, aver corso per riprendere i figli da scuola, aver portato la bambina a danza e il maschietto al calcio, aver pulito casa, aiutato i ragazzi a fare i compiti, aver preparato la cena – serve a tavola figli e marito e felicemente salta anche quel pasto per cercare di ottenere una pancia piatta come la Marcuzzi? Se non lo sa glielo dico io, e Le dico che non trovo niente di svilente per le donne in uno spot dove una mamma serve a cena, me se lo immaginerebbe un padre a servire la cena a figli e moglie?! E non trovo niente che sminuisca o offenda la figura della donna negli spot in cui si vedono donne arrapatate e arrapanti vendere silicone, tette per vendere yogurt o culi di modelle che sponsorizzano ferramenta (chiavi in meno di un’ora!..non è una battuta simpatica?!).
Negli altri paesi, come dice lei, spot del genere non sarebbero trasmessi? Non ne dubito, pochi paesi come il nostro in Europa hanno la nostra cultura per il cibo, le nostre abitudini familiari e l’alto tasso di femminicidi. Probabilmente non hanno neanche un Presidente come lei, il suo, mi dia retta, è un ruolo da uomo, lei al massimo può fare solo un po’ di arredamento.
Presidente faccia il suo lavoro e lasci in pace le donne come me che lavorano, prendendo uno stipendio nettamente inferiore agli uomini, vengono ricattate se intendono mettere su famiglia e non possono fare carriera perché queste sono cose da uomini e in fondo non le potremmo neanche capire. Il nostro ruolo è centrale, la famiglia è composta da una madre che serve, un padre che con la scusa del calcetto va a prostitute, un figlio maschio e una femmina che mangiano pasta Barilla per mantenersi perfettamente etero e geneticamente modificati.
La disparità tra uomo e donna non cesserà nonostante i suoi richiami, se siamo nate da una costala di Adamo e non dal suo filetto un motivo ci sarà!
E ora mi scusi, devo andare a preparare la cena per la mia famiglia (altrimenti chi lo sente mio marito), non so se anche Lei può dire di avere la stessa fortuna.
Questo blog in pratica campa grazie a qualche affezionato lettore (a cui va la mia immensa gratitudine) e grazie a decine di migliaia di famelici avventori che giungono qua per merito del mio post Le 9 frasi hot da usare a l’etto. Le parole più usate per arrivare al post riguardano appunto parole da dire a lui (ma perché a lei no?!) per farglielo venire dur farlo eccitare maggiormente durante l’amplesso.
Pensando di fare del bene alla vita sessuale di chi cerca ispirazione in rete ho deciso che era il momento di suggerire le 9 frasi hot da NON dire a l’etto (e neanche al grammo)
“ahahahahah tutto qui?”
“Ti sbrighi che c’ho da stendere i panni?”
“Ma una rimbiancatina alla camera no?”
“Certo che Mario ci sapeva proprio fare”
“Passi te a pagare le bollette alle poste domani?”
“Domenica andiamo a pranzo da mia madre”
“Oh si dai Fabrizio si dai …Luca… giusto ti chiami Luca!”
“Moviti mi si brucia i sugo che c’ho sulla pentola”
“Un mi dire che t’hai già quasi fatto anche questa volta!”
Ormai sono tornata da diversi giorni e ho avuto modo di digerire le nostre vacanze in Florida dai parenti cubani (si, ho decisamente una famiglia planetaria). Molti mi hanno chiesto quali siano state le mie impressioni sulla mia famiglia, sul luogo (cazzo sono stata negli Stati Uniti, non ci posso credere, lo sognavo da una vita, cazzo!). Che dire .. sono rimasta colpita da Tampa (senza x) la città che, come dice la mia amica Francesca Satana Moroni da Montefeltro, ogni donna dovrebbe visitare prima dell’arrivo della menopausa.
Tampa è una città meravigliosa piena di laghi e situata in una baia che si affaccia sul golfo del Messico, spiagge bianchissime, nuvole, sole, luce intensa che si trasforma nei tramonti più belli che abbia mai visto (senza contare poi che nei Walmart si trovano assorbenti di tutti i tipi).
La città è viva senza essere caotica, a Tampa mi sembravano tutti allegri svizzeri: nessuna cartaccia in terra, nessun clacson strombazzante per le strade. Ho trovato un gran rispetto per la propria città, per la gente, cosa di cui, purtroppo, da italiana mi ha colpito non poco.
Conserverò i ricordi della ricchezza della natura, dei sorrisi e dei parchi (cazzo, sono stata a Disneyworld!!!), avrò sempre nel cuore la generosità dell’altra parte della famiglia di mia figlia. Siamo state coccolate e viziate, abbiamo avuto molto più di quanto avremmo mai sognato.
Ma c’è una cosa che mi ha colpita più di altre e l’ho scoperta nel magico rettangolo situato nel salotto della mia famiglia cubano-americana: Laura Bozzo.
Questa bionda conduttrice peruviana ha una sua trasmissione su un canale statunitense dedicato alla minoranza (minoranza si fa per dire) ispanica. Da quando mi sono imbattuta nella sua trasmissione chiamata semplicemente “Laura” è stato amore. La sua conduzione sobria, il pubblico mai scomposto e i casi da lei trattati mi hanno stregato … e adesso non ne posso più fare a meno.
Laura è strafamosa in tutta l’Amarica latina ( in pratica tutta l’America).La mia amica Vanessa (dal Venezuela) mi dice che usa le sue puntate come antidepressivo e questo lo si può capire bene. Le disgrazie che via via presenta ad ogni puntata ti fanno sentire comunque (per quanto tu abbia problemi di autostima, sfiga al lavoro, neanche uno straccio di un amico o di un conforto familiare, nessun tetto dove riparati, alitosi, peluria superflua, voce alla Maria de Filippi e baffetto alla Maurizio Costanzo) fortunata. Ho potuto assistere ad una trasmissione dove un tipo aveva cornificato la sua fidanzata (incinta) con la madre di questa che a sua volta era rimasta incinta. Pianti, urli, pubblico urlante, protagonisti pronti a menarsi (come in tutte le puntate). Colpisce il leggiadro modo di porsi di Laura che quando deve far entrate il colpevole di tali drammi familiari lo annuncia con le soavi parole: ” Que pase el disgraciado!!!!”. Laura interroga, usando via via l’appellativo di perra o perro (cane) verso i suoi interlocutori, sui motivi per cui una madre abbandona i figli che credevano morta, mentre lei era stata violentata dallo zio/cugino/ passante ed era minorenne, cacciata di casa, rapita dalla mala ma con tanta voglia di riabbracciare i figli che nel frattempo vivono a casa del violentatore che si è fatto prete. Come si fa non rimanere incantati da una tale trasmissione che rende così credibile Forum e le altre nostre trasmissioni?!
Credetemi, vale la pena d’imparare anche solo un po’ di spagnolo per godere appieno delle sue trasmissioni che per fortuna si trovano sul sito di UniVisionTV: http://videos.univision.com/shows/laura e su youtube.
So che mi sarete sempre grati per il contributo che con questo post ho dato alle vostre esistenze, ma non ringraziatemi, dovere!
Era il 1994, di questo ne era certo.
Ricordava che in radio passavano sempre 7 seconds di Yossou’N dour/Neneh Cherry e Mmmm mmmm mmmm mmm dei Crash Test Dummies.
Ricordava i suoi vestiti, i suoi amici, la sua famiglia, i suoi amori e fra i suoi ultimi ricordi anche lo strano discorso di un tipo che diceva di essere sceso in campo …
poi entrò in coma.
Si è svegliato ieri sera, come se il tempo non fosse passato.
Allora vai ti prego rotola via definitivamente dalla mia mente perché sono stanca del tuo ritorno, ho questo mal di testa che non mi vuole abbandonare e tu mi tormenti con la tua esistenza, con il farmi sentire il bisogno di te, sei come un nervo dolorante che ritorna regolarmente a pulsare quando m’illudo di percepire un vago sentore di libertà, da te, da i pensieri che mi riportano ai tuoi occhi chiari e tormentati come l’azzurro del pomeriggio che si fa sera, come il blu della notte che ritorna celeste la mattina, tutti i giorni tu rientri in me, come quando non ti conoscevo ma sapevo di volerti, come la primavera che arriva dopo ogni inverno, come il vermiglio che veste il tramonto, come le mie guance divenute rosse quando mi sorprendesti con la tua presenza e abbracciandomi mi regalasti un primo bacio al quale ne seguirono infiniti perduti nelle stanze, nelle luci dei miei ricordi che sento ancora scivolare e tornare prepotenti a parlarmi della tua pelle, del tuo odore che ancora respiro nonostante mi sia imposta altri aromi, altre memorie da modificare, ma le stanze della mia ragione sono vuote, si avverte solo l’eco del tuo puntuale ritorno, allora mi rendo conto che desidero vederti per toccarti, sentirti, averti e trattenerti ancora nella mia mente, perché nelle mie segrete tu non sei mai andato via e pulsi regolarmente nei miei nervi, nel mio essere che si specchia nei tuoi occhi chiari e tormentati, nel pomeriggio come nella sera, nella notte come nella mattina, tutti i giorni tu ritorni in me.
Dopo tanto tempo si è riaperta la gara: suggerisci parole assurde per una (de)composizione poetica, la gara è stata egregiamente vinta da Tytty, Alessandra, Ginevra, Sheila e Giuseppe.
Dedico a tutti loro dal profondo del mio cuoricino il mio piccolo componimento … chissà un domani qualcuno potrebbe leggerlo e pensare…no meglio non pensarci. Buona lettura