Una parte di me è in circolazione
e a ragionarci che emozione!
Pensa a come sarebbe entusiasmante
scorrere nelle vene di un viandante.
Oppure defluire dentro un Re
che si ritroverebbe mescolato a me,
che piacere per lui nobile e ignaro
ritrovarsi il mio sangue proletario.
-
-
Non ce la fai eh? Mi vuoi stare addosso … continuamente. Non ti voglio, faccio di tutto per tenerti alla larga ma tu non ce la fai proprio a mollarmi …ti odio! Smettila, non vedi come ci stiamo riducendo? Ti scaccio e torni, non ti sembra umiliante? Perché io? In fondo ce ne sono tante come me, non credo proprio di avere qualità migliori di altri…anzi, ma tu insisti nel venire ad accostarti a me. Mi segui ovunque, ti sento ronzare nei paraggi e mi sale la bile. Le ho provate tutte per mandarti via. Non è umano insistere così tanto, anche a costo della propria incolumità, ma tu te ne freghi e mi desideri in tutti i modi. Cosa vuoi di più da me? Mi fai solo male! Godi nel vedermi ridotta in questo stato? Mi sento affranta, non trovo riparo. In passato molti si sono prodigati nel darmi consigli, nel parlarmi delle loro esperienze passate, io ho cercato di applicare le loro soluzioni ma ora sono disperata, mi sembra tutto inutile perché ti ritrovo ancora qua su di me a succhiarmi la vita, maledetta zanzara!
-
Ammettiamolo alcune donne, come me, sono spesso esagerate, io lo sono come misure (eccetto l’altezza), come voce e come atteggiamento di vita. Adoro portare tutto all’esasperazione e immaginarmi come una novella Duse attaccata alla tenda del proscenio con indosso la miglior aria a dolor di corpo che si possa immaginare. Ogni esperienza diventa un fatto di grandissima importanza, ad esempio un uomo mi sorride = io sono già innamorata, un uomo non risponde repentinamente ad un mio sms = sicuramente è insieme ad un’altra #bastardo! Noi piccole Drama Queen parliamo con le amiche, mandiamo messaggi di SoS, apriamo skype nella speranza di trovare un santo a cui riversare le nostre gioie e i nostri tormenti, ci sfoghiamo e tutto dopo, misticamente, assume un aspetto meno importante. Ogni cosa è amplificata, probabilmente l’abbiamo nel dna o, forse, abbiamo una sensibilità maggiore di altri. Ci entusiasmiamo con niente, una nuova amicizia, un libro, un film o semplicemente aver ritrovato un video d’epoca su iutiub, ci da un’emozione così grande che subito desideriamo condividerla. Proprio per questo,per me, vivere in quest’epoca di social network è una vera goduria, invado la rete con le mie cazzate a go go come, quando e quanto voglio. Ci piace farci coccolare da amici, ma anche dalla persona appena conosciuta che sia la cassiera della coop o l’idraulico del momento. Adoriamo farci dare la classica pacca sulla spalla, siamo golossissime dell’insalata dei “ti comprendo” condita con l’olio dei “vedrai..dopotutto domani è un altro giorno”, ma aborriamo certi luoghi comuni di Ferradiniana memoria. Credo sia una gran fortuna essere così (per noi intendo, per gli altri … meglio non sapere), siamo trasparenti, non rimuginiamo sulle nostre piccole o grandi mestizie, le vomitiamo in giro così non restano dentro di noi a stagnare. Forse è anche per quello che abbiamo una bella pelle, non tratteniamo le tensioni come le MG , siamo libere di essere noi stesse sempre e comunque con le nostre piccole grandi lotte e so che un giorno verremo comprese da tutti, lo sento (pacchetta sulla spalla) 😉
-
Colleghi ministri, vi ho riuniti qua perché è tempo ormai di affrontare la grave situazione in cui ci troviamo. Comincio col dirvi che non è più tollerabile fruire liberamente della respirazione senza pagare alcuna imposta in merito, odio il comunismo dell’aria! Dovremmo cercare di suddividere tale materia a secondo delle possibilità economiche dei cittadini: più paghi = più respiri. Questa è una delle prime azioni da fare, già ce l’hanno messo in tasca con il referendum sull’acqua pubblica, ma poi perché pubblica? Se la terra è privata perché non dovrebbero esserlo anche il resto? Il referendum è da abolire! Ricordo a voi tutti, onorevoli colleghi, che l’unico sistema al mondo che garantisce una vita degna, per me e per noi, è quello capitalistico. Se non fosse così non avrei fatto la mia sensazionale carriera, non avrei mai potuto sfruttare liberamente gli altri, non avrei potuto truffare francamente chi lealmente si fidava di me apertamente. Abbiamo il dovere, inoltre, di pensare al problema del traffico. Una parte della cittadinanza ha il tremendo vizio di non muoversi con le auto, questi proletari incoscienti si spostano in bici o addirittura a piedi senza sborsare un soldo per i carburanti. La libera circolazione dovrebbe essere regolata da leggi, i cittadini accetterebbero naturalmente un pedaggio a pagamento come scusa per risanare le casse dello stato e creare nuovi posti di lavoro. Questo consentirebbe a me, a noi, ai nostri amici e cognati, di speculare e arricchirci ulteriormente. A noi, che abbiamo la missione di guidare il paese, verranno installati telepass sottopelle in modo che nessuna barriera possa impedirci di muoverci come vogliamo. Insomma queste sono alcune delle idee per il progresso del paese, faremo decreti su decreti per portare avanti i nostri programmi, continueremo a bombardare la tv di notizie sui culi delle dive. Divulgheremo le giuste informazioni per fare fronte ai temi importanti come l’afa d’estate, il freddo d’inverno e le piogge varie ed eventuali. L’italiano medio dovrà continuare a preoccuparsi di come affrontare la prova costume, così non farà molto caso al frigo ormai vuoto. E’ in un momento di crisi come questo che si vede la grandezza della classe politica, diamoci da fare e velocemente che ho due gnocche che mi aspettano a palazzo.
-
Ciao come stai? Mi chiedevo solo cosa stessi facendo, è un pezzo che non ci sentiamo … al lavoro come va? Si lo so c’è una situazione di merda in giro pazzesca e anche se questi non erano gli scopi che avevamo da ragazzi dobbiamo stringere la cinghia e andare avanti come possiamo …. Senti, non è che una di queste sere ti andrebbe di vederci? Si lo so che sei incasinato … un aperitivo? Ti ricordi, una volta andavamo spesso al cinema, adesso viviamo sempre di corsa, non abbiamo più tempo per noi. Una cena da me una di queste sere? Ok allora ci aggiorniamo, a presto caro … baci.
-
Portava quell’enorme sciarpa blu girata tante volte intorno al collo che sembrava che la testa ci fosse affondata dentro. Solo il suo naso e i suoi enormi occhi azzurri emergevano da quell’enorme fagotto che era il suo solito abbigliamento. Anita era allegra, aveva la mattinata libera e voleva godersela fuori casa. Le piaceva l’autunno e adorava uscire nei giorni in cui il blu del cielo si fondeva, come nel lapislazzuli, con l’oro delle foglie. Girava senza una meta precisa, entrava in un bar a prendere un the e si divertiva a mettersi in un angolo ad osservare le persone tutte indaffarate, spesso tristi e un po’ spente. Le piaceva fantasticarci sopra immaginandosi storie surreali sulle loro vite e si convinceva che almeno una su dieci fosse un alieno sceso sotto la volta celeste unicamente per assaporare il famoso caffè del Bar Blu. Usciva e si metteva a girellare per negozi, non aveva idea di cosa vedere e eventualmente comprare, si lasciava attirare da piccole cose. Diceva a se stessa di possedere dei poteri magici e si lasciava trasportare dai sentimenti del momento. Amava recarsi alla libreria all’angolo del corso, non allo scopo di trovare libri particolari, ma perché al suo interno c’era il poster di Blue II di Mirò. Le piaceva sostare nel vecchio negozio di dischi perché si ricordava che li per la prima volta aveva sentito River di Joni Mitchell e aveva poi comprato Blue, che custodiva ancora con amore e gelosia fra le sue cose preziose. Era grata alla vita per quei momenti di totale spensieratezza, le piaceva sentirsi leggera e farsi trasportare dall’istinto che la portava una volta ad incantarsi davanti all’intenso azzurro del topazio di un’anello visto in una vetrina, oppure, a sostare sotto una finestra ascoltando il suono di un trombettista che si esercitava su A kind of blue di Miles Davis. Anita sapeva respirare gli odori delle stagioni. Brillava del grano in giugno e delle stelle di agosto, amava le foglie e le conchiglie, i suoni e i libri. Le bastava una mattinata spensierata per gioire della libertà. Il giovedì mattina era solo per lei. Dopo i suoi giri tornava a casa serena per accudire l’anziana signora che la guardava sorridendo dal blu dei suoi occhi pronta a sentire i racconti dei fantastici mondi che aveva appena visitato.
-
E’ inutile girarci intorno, ebbene si, lo ammetto: io sono una donna impegnata, combatto per i valori in cui credo e ho i miei ideali. Voglio una vita sana, un maggiore rispetto per l’ambiente e per la cultura, un mondo più giusto e equo per tutti dove non ci siano discriminazioni di fede o di razza, un mondo dove io possa finalmente rotolarmi nel fuoco della passione con l’uomo che non deve chiedere mai. Già in passato ho manifestato tutto il mio amore a Gordon Ramsay e avete capito il genere d’uomo che mi porta via cuore, mente, corpo e anima. Il maschio dei mie sogni, come aspetto, è un mix fra Rhett Butler e Bobo Rondelli. Questo uomo dovrebbe sprizzare virilità da tutti i pori, compresi quelli che stanno fra i peli del suo petto villoso e questa sensualissima immagine mi riporta subito alla mente l’erotismo di Toto Cutugno quando cantava Voglio l’anima, l’anima, io non posso più lasciarti libera, voglio un sentimento vero (zan zan!). Pensate che meraviglia un uomo che sa essere selvaggio come Drupi, Pirata e Signore come Julio e non si vergogna a dirti: Ti a_mo come da Tozziana memoria, che poi ho sempre in mente le immagini incantevoli del guerriero di carta igienica, le sottane sulla luce e lui che abbraccia la donna che stira cantando e, da casalinga, spero sempre che non si scotti con il ferro. Lo desidero ruvido e malinconico come Franco Califano, ergo: un mago nel sesso, perché diciamocelo uno come Er Califfo, che ha fatto sesso con un fantastiliardo di donne deve avere doti amatorie sorprendenti! Il maschio che più bramo dovrebbe possedere la voce di Daniele Pace e, come Gianni Bella, dovrebbe essere pronto a difendere il nostro amore, a fare affermazioni del tipo (e cito dal testo): non ho paura del porno io sono il re, un re senza corona, quante nevrosi ho, un re che te le suona se gli dirai di no.
Forse non sono la donna giusta, quella che sa incantare questo fantastico esemplare umano, ma continuerò a lottare per il mio obbiettivo, perché voglio essere sconvolta e totalmente rivoluzionata dal mio amore. Me lo vedo incomparabile come un artista che sa usare la piuma e il pugno di ferro al momento opportuno.
Realizzerò il mio sogno a costo di bazzicare tutti i pianobar della penisola, so che lo riconoscerò e che mi stringerà forte a sé per farmi sentire la sua imponente presenza maschia. Mi prenderà fino allo sfinimento e nell’estasi della passione lo chiamerò Rauol ♥ -
Mi tenevi per la mano
e volevo dirti:”T’amo”
Ma poi rapidamente
mi dicesti chiaramente:
“Oh mia dolce Sabrinetta
nell’amore non c’è fretta,
verrà il tempo anche per noi
e sarò tuo come vuoi
Or devo io chiarirmi
e non vorrei certo ferirti
Devi solo pazientare
per potermi ritrovare
così, libero dai pensieri,
ti vorrò bene più di ieri”.
Passavano i giorni e le stagioni,
e cercavo le occasioni
di poterti domandare
quanto c’era d’aspettare
Ma non eri mai esaustivo
e ti esprimevi assai evasivo:
”Oh mia cara non è proprio tempo,
non parlar, che mi dai il tormento!”
Mestamente mi ritiravo
ma nel cor io t’aspettavo
E il dubbio ancor permane,
quanto tempo mi rimane
per tornar di nuovo insieme
perché tanto mi vuoi bene?
E’ forse tempo dei disinganni
or che compio ormai cent’anni? -
Questo odore
Così violento
Così forte
Così pungente
Così intenso
Questo fetore
Disperato nel giorno
Cattivo nel tempo
Quanto il tempo è cattivo
Questo olezzo così botticello
Così infelice
Così penoso
Così meschino
Vibrante di escrementi come un poppante non cambiato
Così pieno di se
Come una cloaca satolla nel cuore della notte
Questo effluvio che fa paura
A tutti
E li faceva impallidire e vomitare
Questo tanfo temuto a occhio
Perché noi lo tenevamo d’occhio
Paventato, sofferto, occultato e inutilmente contestato
Perché noi l’abbiamo calpestato e nonostante tutto rinnegato
Deodorato
Questo puzzo tutt’intero
Così vivo ancora
Più imponente al sole
E’ il tuo odore
E’ il mio odore
E’ quel che è stato pestato
Questa scarpa ancora nuova
Non è stata ancor cambiata
Puzza come una capra
Ricorda il letame
Caldo e più vivo d’estate
Sia tu che io non possiamo
Andare e tornare non possiamo
Dimenticare
Per poi riaddormentarci
Svegliarci soffrire invecchiare
Addormentarci ancora
Soffocati dall’esalazione
Rinvenire
E poi svegli constatare che questo tanfo non si smuove
Testardo come un mulo
Vivo come le deiezioni
Crudele come una condotta
Immondo come gl’impianti
Squacquerelloso come le feci
Stabile come lo sterco
Puzzolente anche il giorno
Che venne pestato da un bambino
Che ci guardò piangendo
Ci parlò senza dire
E ci ascoltò tremando
E grido
Grido per te
Grido per me
Supplico
Per te per me per tutti quelli che calpestano
Con i sandali nuovi
Oh si io grido
Per te per me per tutti gli altri
Che non conosco
Puzzo di cacca che altro non sei
Devi muoverti
Te ne devi andare
Noi che ormai ci siam smerdati
Maleodoranti
Vogliam dimenticarci
Perché abbiam pestato te sulla terra
Non lasciarci morire assiderati
Lontano sempre più lontano
Come tu voi
Ma non darci più segni di vita
Più tardi, più tardi, di notte
Nella lavanderia del ricordo
Svanisci all’improvviso
E come nuovo
Mutaci il sandalo.

