Quasi 680 000 migranti di oltre 41 cittadinanze sono stati recensiti dall’OIM in Libia nell’agosto 2022.
L’89% dei migranti in Libia è costituito da adulti e l’11% da minori.
La maggior parte dei migranti proviene da Niger, Egitto, Sudan, Ciad e Nigeria.

Perché queste persone si mettono in viaggio per cercare di raggiungere la Libia , che propriamente un paradiso non è, e poi l’Europa?
Non sono una studiosa di geopolitica, uso semplicemente Google e dalla Treccani online leggo: “Il Niger è uno degli Stati più depressi della Terra, tanto da occupare uno degli ultimi posti nella graduatoria mondiale dei paesi classificati in ordine decrescente rispetto all’indice di sviluppo umano elaborato dalle Nazioni … L’economia si basa essenzialmente sull’agricoltura, praticabile solo sul 5% del territorio … Il patrimonio zootecnico, pur decimato dalla siccità, conta più di 11 milioni di capi fra ovini e caprini, e oltre 2 milioni di bovini.
L’apparato industriale ha scarsa consistenza, ma il Niger può contare su un apprezzabile reddito delle attività estrattive … La bilancia commerciale è cronicamente passiva, dal momento che i proventi delle esportazioni di uranio e altri minerali (60% ca. del valore delle esportazioni), nonché di prodotti agricoli, non consentono di far fronte alle ingenti importazioni di prodotti alimentari, di manufatti e di derivati del petrolio. Principali partner commerciali sono la confinante Nigeria e la Francia.”
Riguardo la situazione politica viene riportato che “il Niger è una repubblica semipresidenziale nel cuore della fascia saheliana. Ex colonia francese indipendente dal 1960, ha avuto una storia politica travagliata, in cui colpi di stato e ribellioni si sono succedute fino ad anni recenti”
L’attualità ci ricorda che le condizione di questo paese sono  diventate ancora più critiche a causa dell’ultimo colpo di stato che ha rovesciato il governo democraticamente eletto ed è di poche ore fa l’attacco jihadista nelle regioni del sud-ovest.
Ma il Niger non aveva “un apprezzabile reddito” dovuto alle attività estrattive? (vi chiederete voi miei piccoli lettori)
Parliamo di petrolio “Le compagnie petrolifere, in particolar modo la Shell Petroleum, hanno operato per più di 30 anni senza che un controllo serio o delle regole ambientali guidassero le loro attività”. Questo è quanto emergeva dal Niger Delta Human Development Report realizzato dal Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (UNDP) nel 2006. … nel 1956, quando vi vennero scoperti i primi giacimenti petroliferi – riportava così Viviana D’Onofrio nel 2015 per notiziegeopolitiche.net – ha avuto inizio uno sfruttamento sistematico della regione, con gravissime conseguenze di natura ambientale, socio-politica ed economica. Qui è venuto a crearsi un intreccio tra le grandi multinazionali del settore petrolifero ed i vari governi militari deboli e corrotti, che hanno letteralmente svenduto le risorse naturali del loro Paese in cambio di profitti illeciti.” La Shell, per chi non lo sapesse, è una multinazionale britannica. Invito a leggere in rete le varie controversie legate alla Shell, dall’accusa di aver sostenuto il regime di segregazione razziale in Sudafrica, alle ottanta persone uccise e alle centinaia di case bruciate, delle persone che protestavano per le condizioni dei lavoratori e per i danni ambientali causati dalle estrazioni petrolifere (la Shell si giustificò dicendo che queste azioni erano state fatte dalla polizia per proteggere la multinazionale), ai vari danni ambientali in giro per il pianeta.
Il Niger è  anche conosciuto anche come la “capitale africana dell’uranio” in quanto è  il quarto produttore mondiale del minerale. Ma cosa comporta questo?  Il Niger, è un’ex colonia francese, ma pare che il paese ex colonizzatore abbia ancora una discreta influenza (come riporta Cristiano Volpi su africa24.it ) “Tre lampadine su quattro in Francia sono illuminate dall’uranio nigerino. Molti non sanno nemmeno che le città minerarie impoverite del Niger tengono accesa la luce in Francia. Ma la situazione in Niger è esattamente l’opposto: solo il 10-20% delle persone nelle aree urbane ha accesso all’elettricità, mentre solo il 2-3% nelle aree rurali. Mezzi di sussistenza in via di estinzione.
 … L’aria, l’acqua e la terra sono inquinate intorno alle città minerarie -riferisce un giornalista della capitale nigeriana Niamey, a condizione di anonimato – E gli animali dei pastori si ammalano continuamente perché i loro pascoli sono contaminati da polveri radioattive”.

Comprendo, mi sto dilungando, ma sto soltanto riportando le prime cose che ho trovato in rete perché credo fermamente che sia il nostro minimo dovere chiederci cosa spinga una persona a lasciare la propria terra, i propri affetti e il luogo a cui originariamente si appartiene. Vi lascio solo un consiglio: scoprite chi vende armi al Niger e scoprirete che, insieme a diversi paesi occidentali, anche l’Italia ha fatto i suoi affari e probabilmente continua a farli.

Una replica a “Niger”

  1. In Niger l’Italia sembra non aver un ruolo se non di “appoggio” politico alla Francia che lì con Areva estrae l’uranio per le centrali francesi che i soliti noti vorrebbero portare anche qui. Però invece in Nigeria ha un ruolo decisamente più importante con Eni che insieme a Shell e Total hanno devastato il delta del fiume Niger ed altre aree. Di fatto hanno avvelenato acqua e suolo impedendo a milioni di persone di vivere. In generale in tutta l’Africa l’Occidente ha da sempre depredato ed inquinato corrompendo alla bisogna leader fantocci e dittatori vari come Gheddafi che forse è solo il più famoso. E si, il giochino è stato anche quello di dare a costoro mazzette cospicue e armi per i loro eserciti che, quando necessario le usavano sulla loro stessa gente. Tutto questo, scarse prospettive di vita, carestie, malattie e le continue guerre e guerriglie danno ovviamente un risultato scontato: chi può e riesce scappa perché quando non hai nulla qualunque cosa è meglio, anche rischiare la morte. Ma questo semplice ragionamento al destronzo italiano da apericena e stadio non è concepibile. No, egli crede che questa gente venga qui perché è in vacanza…

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