Per non farmi prendere alla sprovvista
avevo optato per l’alimentazione crudista
ma poi volendo una vita più sana
predilessi la nutrizione fruttariana
Non contenta poi delle mie mosse
decisi di mangiare solo mele rosse
Lessi poi libri, blog e forum vari
trattati sul cibo di cui molti sono ignari,
decisi che scegliere la via del Prana era giusto
perdendo del tutto il cibo ed il suo gusto
Determinai di cibarmi unicamente di sole e di sospiro
e al quarto giorno esalai il mio ultimo respiro
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1 In pole position ci sono i forcaioli perché un bel bagno di sangue risolve tutti i problemi
2 E’ colpa della crisi
3 E’ colpa delle donne che quando divorziano (e lo fanno di proposito perché alle donne piace sposarsi per poi divorziare) spolpano il povero uomo, si siamo sadiche (io ne sono un esempio e come me tante altre che crescono da sole i figli senza alcun aiuto)
4 E’ colpa della lobby delle femministe con in testa l’evergreen “è colpa della Boldrini” che hanno inventato la parola “femminicidio” il femminicidio non esiste (non esistono infatti le centinaia di vittime che ogni anno muoiono a causa dell’ex o del partner, andateglielo a dire ai loro familiari, forse non ci hanno fatto caso)
5 Le donne dovrebbero fare un po’ di auto-analisi sul fenomeno (si soprattutto quelle morte due domandine dovrebbero farsele)
6 E’ colpa di quella troia della sua collega
7 E’ stato un raptus
8 E’ solo uno psicopatico
9 La colpa sta nella crisi dei valori
10 E’ colpa dei social network (ovviamente pieni di donne rovina-famiglie)

di Mauro Biani per Il Manifesto -
Pise Lino era un attore porno a cui affidavano spesso ruoli minori, voleva cambiare vita ma non aveva alcuna abilità particolare e poi nel porno si guadagnava bene. Puntualmente sul set doveva confrontarsi con artisti di calibro come Ivano Less Fondo, Alfredo La Zappa o Ernesto Dal Gran Bacchiolo, negli anni aveva sviluppato quella che erroneamente chiamava “invidia del pene”. Sapeva che le sue colleghe lo sfottevano per la sua scarsa dimensione artistica, più volte aveva sentito i commenti irriverenti della grande pornostar italo-americana Suky La Minkya, ma non sapeva cosa farci, aveva un gran bisogno di quel lavoro e poca fiducia nelle alternative. Un giorno mentre stavano girando The Big Gang Band Theory, un film su 4 nerds specializzati in fisica sperimentale nel quale i protagonisti facevano sesso in posizioni che sfidavano svariate leggi della natura, le si avvicinò una ragazza che non aveva mai visto. Il regista li presentò, lei era Crhista Mistretta aspirante artista dell’hard dalla cavità piuttosto angusta, la ragazza era tormentata dal fatto di non poter accogliere in sé il fior fiore dell’industria pornografica maschile. Era sicuramente brava nelle scene lesbo, ma aveva una bocca piuttosto piccola e soffriva pure di emorroidi. I due, fra una slinguazzata e l’altra, cominciarono a parlare delle loro pene a proposito di pene. Dopo il lavoro decisero di andare a cena insieme, parlarono fino a tardi e quando fu il momento di lasciarsi si diedero una bella stretta di mano che di sesso per quel giorno ne avevano avuto abbastanza. Le riprese terminarono in fretta come una qualsiasi eiaculazione precoce, i due continuarono a vedersi, Crhista e Lino ad un certo punto decisero di spingersi oltre la stretta di mano e cominciarono a fare sesso godendo l’uno dell’altra, sperimentando il piacere con gioia e allegria. Scoprirono così che il sesso non era solo un modo per soddisfare le proprie voglie, fare soldi o farsi un nome e un cognome (nickname inclusi), compresero che l’amore carnale era un fatto naturale non precluso a coloro privi di tette da sfondamento, vagine stratosferiche o cazzi da record. Fu questa consapevolezza a dare loro l’idea di aprire una nuova casa di produzione di film hard per persone comuni e dobbiamo ringraziare il loro amore se dell’amor normale tutti noi possiamo oggi godere.

Jjustine lai join or die series http://www.lostateminor.com/2009/04/03/justine-lais-join-or-die-series/ -
Il caldo di quella domenica stava lasciando il posto alla sera, Ivonne si sarebbe truccata per uscire se solo non si fosse fatta distrarre dalla TV e da quel divano che le teneva incollato il sedere. L’estate era bella, luce, vestiti leggeri, voglia di divertirsi … in teoria. Una parte della sua razionalissima mente le ripeteva i benefici della bella stagione fra cui quel breve accenno di risveglio ormonale che poteva portarla alla riscoperta delle gioie del sesso. Ma poi avrebbe sudato, il trucco le sarebbe colato dal viso e di fare l’amore acqua e sapone non se la sentiva, un’acquazzone sarebbe stato l’ideale, ma se la temperatura si fosse abbassata troppo le sarebbe passata la voglia. Pensò che non le sarebbe dispiaciuto masturbarsi, ma si ricordava che il suo vibratore aveva le batterie scariche, un motivo in più per darsi una mossa, farsi una doccia, truccarsi e uscire: il centro commerciale era aperto. Ivonne lasciò la noia sul divano, spense la televisione, si spogliò e si lasciò cadere addosso una quantità formidabile d’acqua, non sarebbe più uscita dalla doccia, ma c’era ancora quella sua vocetta interiore che le sussurra di sbrigarsi, uscire, comprare le batterie e fermarsi a prendere un aperitivo in piazza dove c’era quel tipo che le piaceva, se con lui non fosse andata bene aveva sempre il suo rinvigorito vibratore. Si vestì, si mise un po’ di trucco giusto per non dare l’idea di avere un’aria troppo sbattuta, prese le chiavi, uscì di casa ed entrò in macchina diretta al centro commerciale. Una volta arrivata si maledisse subito per quella iniziativa, quel posto pullulava di famiglie e anziani. Dribblò per quanto le fu possibile persone e carrelli, si diresse a prendere una dozzina di batterie e poi alle casse veloci che veloci quella domenica non erano proprio. Si mise in fila con la sua aria snob e una dozzina di persone davanti che sembrava dovessero prepararsi alla III guerra mondiale. La rabbia saliva, se avesse tardato troppo niente aperitivo. Si guardò intorno e vide dietro di lei un uomo né bello né brutto, ma con un buon odore. Cominciò a parlare con lui del caldo, del casino là dentro e di altre ovvietà. Da come la guardava si capiva che lui era interessato e certamente non alle sue parole. Ad un certo punto quell’uomo le chiese cosa ci dovesse fare con tutte quelle batterie, Ivonne diventò rossa e dopo un breve momento d’imbarazzo le spiegò che le servivano per i telecomandi. Continuarono a parlare, convennero che essendo entrambi da soli quella sera sarebbe stato interessante conoscersi meglio cenando insieme. Uscirono dal centro commerciale con grande sollievo, si diressero in una pizzeria li vicino, mangiarono, bevvero quel tanto da liberare ogni imbarazzo, rientrarono in macchina, si baciarono e iniziarono a toccarsi. Erano eccitatissimi, lei poteva rendersi conto di quanto lo fosse lui da sopra i pantaloni, avrebbe voluto subito sincerarsene con i suoi occhi, con le sue mani e con la sua bocca. Decisero di correre a casa di lei, dopo pochi minuti entrarono, gettarono velocemente i vestiti a terra e quando giunse il momento d’iniziare seriamente a fare l’amore si udì la voce del TG della notte. Ivonne si ridestò di colpo, si alzò dal divano, vide l’ora e capì che ormai era troppo tardi per andare a prendere un aperitivo, per gli incontri casuali e per procurarsi una scorta di nuove batterie.

JACK VETTRIANO, “AFTER THE THRILL” -
S’i fosse sora, canterei ‘l mondo;
s’i fosse vaticana a The Voice trionferei;
s’i fosse drag, l’eurofestival vincerei;
s’i fosse Dio Ronnie James, farei metal nel profondo;
s’i fosse Popa Chubby, allor serei blues giocondo,
ché tutti cristiani imbrigarei;
s’i fosse la De Filippi, ben lo farei;
a tutti gli Amici tagliarei lo capo a tondo.
S’i fosse Emma, sfracasserei pure mi’ padre;
s’i fosse Pausini, mi diserederebbe lui;
similemente faria pure mi’ madre.
Si fosse Sabrarola com’i’ sono e fui,
torrei le cantanti brave e leggiadre:
le voci da galline sgozzate le lasserei altrui.
foto di Freddie Mon Amour Villarosa -
Sono uscita con un ragazzo ultimamente e non è andata bene. Già fissare il luogo dell’incontro non è stata un’impresa facile, mi diceva che quel pub è un posto da radical chic, che mangiare la pizza sarebbe servito solo ad arricchire la lobby dei mozzarellai, che spostarsi in macchina avrebbe contribuito all’inquinamento del pianeta, che di prendere un autobus neanche a parlarne perché sarebbe stato pieno di extracomunitari che vengono in Italia a rubarci il lavoro, che non potevamo vederci neanche al circolo arci perché i comunisti non li sopporta e figuriamoci se gli andava d’ingrossare le tasche di quelli del Pd. Quando poi gli ho chiesto cosa c’entrassero i comunisti con quelli del Pd ha avuto un attimo di panico, ma poi ha evocato Stalin, Pol Pot , ma per fortuna sono riuscita ad interromperlo prima che arrivasse a “e le foibe?!”. Ho provato anche a proporgli un circolo MCL ma niente, ha cominciato ad imprecare contro i preti, i ciellini, il vaticano e le camicie di Formigoni. Fatto sta che alla fine ci siamo trovati in un parco pubblico, quando è arrivato e ha visto che stavo bevendo acqua da una bottiglietta ha cominciato ad elencarmi quanto poco sia sicura dal punto di vista sanitario poiché i controlli non sono odierni, che la plastica delle bottigliette sta uccidendo il pianeta come le spese di trasporto che avvelenano l’ambiente rendendo ancor più ricche le lobby del petrolio. Per non starlo più a sentire ho buttato l’acqua ma poiché avevo sete ho cercato di avvicinarmi ad una fontanella, non lo avessi fatto! Il tipo mi ha detto che da anni ci stanno uccidendo tramite batteri che i militari immettono nelle centrali idriche e che lui l’acqua prima di berla lui la fa bollire per 20 minuti in una pentola a pressione, la filtra e poi la beve da bottiglie e bicchieri preventivamente sterilizzati. La serata si stava facendo veramente angosciante, ho provato a parlare di argomenti vari evitando accuratamente la politica, ma su tutto aveva le sue tesi, mi diceva che ero disinformata, che avrei dovuto svegliarmi, aprire gli occhi e guardare su internet una serie di siti come voxnews, disinformazione, informarexresistere, imolaoggi e losai, li, dichiarava, avrei trovato la verità. Per vedere di scuoterlo un po’ dalle sue paranoie mi sono sbottonata la camicetta, alla visione delle mie tette i suoi discorsi sono cominciati a cambiare. Il sesso era l’unico argomento sul quale non mi rifilava le teorie del complotto. Ci siamo baciati e quando poi le nostre mani hanno cominciato a toccare i nostri punti più intimi abbiamo deciso di comune accordo che sarebbe stato meglio andare a casa … già ma quale casa? Non avrei di certo avuto problemi a farlo venire a casa mia, ma lui non si fidava, era sicuro che in qualche modo la mia abitazione era controllata da quelli del Nuovo Ordine Mondiale e che poi la sua vicinanza alla centrale elettrica della città avrebbe sicuramente interferito, grazie all’inquinamento elettromagnetico, sulla sua prestazione sessuale. Allora ci siamo diretti a casa sua, una casa particolarmente spoglia e triste, ma c’erano le candele e io avevo pensato che fosse romantico, ma poi ho capito che lui l’energia elettrica in casa non l’aveva proprio. Una volta nuda ha voluto esplorare tutto il mio corpo tastando delicatamente con le dita ogni cm della mia pelle, io credevo che questo fosse un particolare gioco erotico, invece mi aveva detto che stava solo cercando di capire se mi avessero infilato qualche microchip sottocutaneo. Ci siamo spogliati, baciati, toccati, ho avvicinato la mia bocca al suo membro per vedere se riuscivo a provocargli un’erezione e perché almeno non avrei dovuto rispondere alle sue domande su quali saponi io usassi, se il mio deodorante era in spray e se contenesse additivi chimici. L’erezione tardava ad arrivare, a quel punto gli chiesi se avesse avuto comunque un preservativo ma anche li aveva ritritato fuori la storia della lobby del petrolio. Mi stavo alzando decisa ad andare via, poi lui ci aveva ripensato, mi aveva detto che visto che ormai io avevo già un preservativo in borsa il danno era fatto e che lo avrebbe indossato. Abbiamo pomiciato ancora un po’, ancora un po’ di toccamenti vari e giochetti con la bocca tanto per tentare d’innalzare il suo vessillo. Ma niente, nessuna tattica sessuale sortiva l’effetto da me desiderato. Mi sono alzata e ho cominciato a rivestirmi e me ne sono andata così, vomitandogli addosso tutte le mie teorie sull’estenuante e gigantesca lobby degl’impotenti.
Brooke Shaden http://artboom.info/photography/brooke-shaden-conceptual-photography.html/attachment/brooke-shaden -
da un’amica che chiede sostegno per un’iniziativa importante
Questo post è pubblicato in contemporanea da diverse blogger, che in tal modo hanno inteso avviare un passaparola sul tema: se ti va, copiaincollalo anche tu ed aggiungi il tuo nome in fondo. Che cosa propone? di lottare con noi per il diritto a cure di qualità per il tumore al seno.
Il coraggio di avere coraggio. Di metterci faccia, cuore e testa. Perché le battaglie più importanti, quelle per la nostra salute, si combattono e si vincono solo così. Come hanno deciso di fare le donne di Europa Donna Italia e di tutte le associazioni di pazienti il 17 giugno a Milano, durante il convegno organizzato in Regione Lombardia dal titolo “Tumore al seno: dalla prevenzione alla cura di qualità. Il ruolo del volontariato“, indossando una parrucca rosa per promuovere un’azione di sensibilizzazione dell’opinione pubblica e delle autorità sanitarie verso un obiettivo prioritario:
realizzare entro il 2016 l’organizzazione…
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Se riesci a non perdere la testa
quando perdi consensi non dandotene la colpa;
se riesci ad aver fiducia in te stesso quando tutti i pensionati dubitano di te,
ma tenendo conto che è ingiusto anche il loro dubitare;
se riesci ad aspettare senza spazientirti nell’attesa (#vinciamopoi),
o avendo perduto, a non ammettere che in fondo è colpa nostra,
o essendo ridimensionato, a non chiedertene il motivo,
evitando qualsiasi riflessione sul tuo comportamento, figuriamoci ad esser saggio;se riesci a campare – dicendo che gli altri son tutti coglioni;
se riesci a non abdicare – negando che era questo il tuo dichiarato scopo,
se riesci ad affrontare il successo e la sconfitta
e a trattare questi due fattori non allo stesso modo;
se riesci a sopportare di sentire la atrocità che hai pronunciato
pubblicate dai giornalisti furfanti che ne fanno una trappola per gli ingenui;
o vedere le cose per cui hai urlato una vita, abbattute,
e a condividere una boccia di Malox con il tuo socio;Se riesci a fare un gruzzolo grazie al nero delle tue serate
e a parlar di disonestà degli evasori fiscali,
a non demordere e ricominciare tutto dal principio
e non fare alcuna autocritica sulla tua perdita;
se riesci a costringere cuore, tendini e nervi
a servire ai tuoi scopi benché ormai sfiniti da tempo,
e a tener duro quando niente più resta in te
tranne la mia Volontà che dice ai tuoi: “Tenete duro!”se riesci ad arringare alle folle e a tornare, quando più ti fa comodo, in TV
a parlare d’inquinamento e poi girare col Suv con il tuo fare ordinario,
se gli avversari politici sono sempre e solo nemici che possono ferirti,
se tutti gli uomini per te contano, ma nessuno troppo a parte te;
se riesci, grazie al sensazionalismo, a portare tutti sul tuo blog
e a creare un certo valore grazie ai banner pubblicitari
tuo è l’effetto serra, le scie chimiche, il progetto Haarp e ciò che è in esso
e − quel che più conta − tu sarai come Beppe, figlio mio! -
Carissimi commentatori, io vi amo. Ho un grosso debito di gratitudine con voi perché spesso mi fate sentire una donna migliore, ovviamente non tutti ma molti di voi si. Mi chiedo quanti siete, come siete, come fate ad essere sempre così partecipi e costruttivi nelle vostre discussioni. Sapete, da quando ho preso il vizio di leggervi (si lo so, ognuno ha le sue perversioni) ho diminuito la mia dose quotidiana di caffeina anche se la pressione arteriosa ancora non ne ha beneficiato. Ogni volta che leggo un qualsiasi articolo del giornale non posso fare a meno di scorrerlo velocemente fino in fondo per arrivare alle vostre opinioni, vi confesso che spesso neanche li leggo gli articoli, passo direttamente ai commenti. Leggo opinioni sulla tragedia dei migranti o sul problema del razzismo dilagante nel nostro paese e trovo sempre qualcuno che taccia di buonismo chi parla di solidarietà. Grazie a voi ho imparato che il buonismo è il male.
Scorro le parole di alcuni che negano che il razzismo esiste ancora oggi, leggo commenti di persone che affermano che siano i migranti il male del nostro paese, non la mafia, gli affari loschi dei politici (ved. Expo), i vari truffatori di turno, no il male è rappresentato da coloro che cercano una vita migliore fuori dal loro paese o dalle persone che scappano dalla miseria o dalle guerre per venire a rompere i coglioni a noi, popolo già provato da una grave crisi economica. Grazie a voi ho imparato che sono i migranti il male e che la crisi esiste per colpa loro.
Quando leggo articoli che parlano di violenza di genere, di diritti delle persone LGBT vedo nominare la fantomatica lobby femminista (è tutta colpa della Boldrini sempre e comunque). Grazie a voi ho imparato che le femministe sono il male.
Ho letto parole di persone terrorizzate dalla sessualità altrui: i gay, le lesbiche, i trans, le trans, le persone bisex minano le vostre famiglie, i vostri valori. Grazie a voi ho ho compreso che la comunità LGBT è il male.
Avete sempre le risposte pronte su tutto, anche se nella mia piccola stupida mente non riesco ancora a capire come mai l’affermarsi dei diritti di alcune persone possa in qualche modo minare i vostri, ma questo è un mio limite. Forse anche io sono il male.
Se poi leggo notizie di guerra ritrovo sempre alcuni leggendari fini analisti della politica internazionale, raramente trovo parole di persone che rifiutano ogni tipo di violenza, anzi, generalmente la violenza verbale è l’anima di molte discussioni online, ma il rifiuto della violenza è roba da buonisti ed essere buonista è forse il peggiore dei mali. Ed è buonista chi cerca di parlare delle cause che portano alle guerre, di monopolio delle armi, di sfruttamento di risorse e del lavoro nei paesi cosiddetti in via di sviluppo. Che poi avete ragione voi, è troppo meglio dare la colpa ai migranti, alle femministe, agli appartenenti alla comunità LGBT, a chi è indigente, alle prostitute uccise perché se qualcuno le ha tolte dal mondo è per colpa loro, se lo sono andata sicuramente a cercare. Grazie a voi ho imparato che anche le prostitute sono il male.
Mi state facendo comprendere che la violenza sulle donne non esiste, è un’invenzione della famosa lobby di cui accennavo prima e anche quella in caso se la sono andata a cercare loro … le morte.
Se si parla di sesso poi riuscite a dare il massimo, avete ragione, la donna non dovrebbe masturbarsi figuriamoci con l’ausilio di giocattoli erotici . Quando il giornale pubblica articoli che parlano esplicitamente di sessualità femminile scrivete fiumi di parole sul fatto che un bel cazzo potrebbe risolvere tutti i nostri problemi, questa formula viene usata spesso su tutti gli argomenti che riguardano le donne a prescindere che si parli di una scienziata o di una soubrette.
Grazie a voi ho capito anche che le donne e i vibratori sono il male e che un bel cazzo risolve tutti i nostri problemi, quasi quasi lo provo per la cervicale.
Non voglio parlare poi delle discussioni politiche sempre costruttive, non ne sono di sicuro all’altezza, avete sicuramente ragione voi a prescindere dal movimento o dal partito che, come un fan sfegatato stile Jenny La Carogna, sostenete.
E’ bello leggervi, è bello pensare grazie a voi che in Italia il dialogo sia possibile solo nelle fantasie malate di quegli idioti dei buonisti come me. Perdonatemi però, so che sono pessima ma devo rivelarvi che spesso leggo anche i commenti di altri quotidiani e non ci crederete, il livello dei lettori del corriere.it ad esempio, è nettamente inferiore al vostro, loro hanno pure le faccine a voi per fortuna le hanno risparmiate. 😉





