“Gnamo Venturi e t’hanno beccato un’altra volta, tu sei proprio senza ritegno,  ma come ti garberà?”
 
“Oh Boldrini ma che mi lasci in pace?”
 
“Ma ti fa male alla tue età, un ti regge più i’fisico e poi son dolori”
 
“Eh reggo, reggo, ho retto ieri, reggo oggi e se mi piglia bene reggerò anche domani, anzi ti dirò che un mi sazio mai e siccome la mi garba parecchio continuo: voglio morì così!”
 
“Vien via  babbeo, comunque l’è perché so’ un catorcio ma vedendola così  un pensierino ce lo farei anch’io, bellina l’è  bellina …”
 
“Io direi piuttosto che l’è bona e l’è anche tanta come mi garba a me”
 
“Oddio e la mi parrebbe un troppo grassa, ma  forse l’è questo i’ su bello  e poi  c’ha qui colorito sano sano giovane giovane …”
 
“Io quando sento i’ suo odore un capisco più nulla e me ne frego se c’ho più d’ottanta anni  e son mezzo rincoglionito, tanto mi piglio le pillole e godo”
 
“Si ma come tu fai? A me la mi moglie la mi controlla tutto e se la mi beccasse a fa’ lavori di genere son dolori”
 
“Io fo ogni cosa di nascosto e son diventato bravo sai?  E poi  la mi moglie la un s’è mai accorta di nulla, poera donna ormai  un riconosce più certi odori e  siccome la un vede più una mazza non s’accorge se  quando torno mi son sporcato. Io piglio esco, gli dico che vado a compra’ le medicine e poi entro in qui posticino  dove c’è tutto qui ben di Dio e la vedo li bella abbondante che come una sirena d’Ulisse la mi richiama, la prendo e cerco di fa veloce ma la mi garba in tutti i modi e anche se un c’ho più i mezzi di un tempo ma comincio a modino poi me la risucchio pian pianino e la  mi diventa tutta una roba calda che …”
 
“Via tu mi fai senso a codesta età a ragionà di queste cose, anche se, se ci ripenso, quando ero in forma io gliene davo secche di nulla, ma ormai un mi ricordo nemmeno d’icche la sa’…”
 
“Boldrini guarda che ogni lasciata è persa e l’è meglio morì soddisfatti che con la voglia”
 
“Si ma come fo’, in do vo’?”
 
“Ci penso io diamine, per un vecchio amico come te questo e altro”
 
“Ma ci voglio i quattrini e già tu ti stai consumando la pensione a furia di pillole pe’ potetti permettere quella ciccina fresca uhm…soda e invitante…solo a pensiero mi sento eccitato e pe’ dillo io l’è roba”
 
“Senti Boldrini io un so mica geloso se tu voi te la lascio, tanto pe’ oggi mi sa che un reggo più neanch’io”
 
“Si ma se un ce la fo’? E mi dispiacerebbe fatti sprecà quattrini così  a bischero sciorto …”
 
“Vien via cogliombero, pe’ un etto di mortadella un vo’ certo in fallimento!”

 

5 risposte a “Dell’amor e della mort”

  1. Maremma che sussulto … m’ero agitata per benino. Già mi vedevo una scena da girone dantesco e invece era solo voglia di mortazza. Un consiglio ai due bischeri: “tirate via lo sfilazzo altrimenti vi si ferma in gola”: pè sta volta la libidine è soddisfatta con modica spesa. Pè sta volta!

    "Mi piace"

    1. Libido senile, anzi lipido 😀

      "Mi piace"

  2. Fino alla fine, tutto d’un fiato…questa volta mi hai fatto pensare al peggio. Complimenti per la lingua degna di un contemporaneo Dante (o Boccaccio?)

    "Mi piace"

    1. Un mix fra l’imprunetino e l’emolese 😀

      "Mi piace"

  3. Complimenti per il racconto!

    Una dedica ispirata dal testo:
    ecco il mio elogio alla mortadella con doverosa citazione-composizione

    http://segnievidenti.blogspot.com/2012/01/da-una-lettura-scatenante-rosarisotto.html

    Buona giornata.

    "Mi piace"

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

In voga