di Sabrina Ancarola Faccio cose perché sono inquieta, scrivo perché, dare una forma alla mia inquietudine, a volte è divertente. Sono cantante, presentatrice, scrittrice e autrice di pièce teatrali e cene con delitto. Non so cosa mi riesce peggio, ma mi ostino perché mi piace ballare pur non sapendo affatto ballare.
Non si può ironizzare sulla politica, è profondamente sbagliato, distoglie da critiche strutturali.
Non puoi fare satira di costume, specie quello da bagno, perché si rischia di strumentalizzare il corpo delle donne.
Non puoi attaccare la chiesa, potresti offendere milioni di credenti, non puoi far battute su qualsiasi religione per lo stesso motivo.
Non scherzare sugli animali, loro sono indifesi, è ingiusto.
Non deridere chi sceglie uno stile alimentare che tu personalmente trovi allucinante, ognuno della sua vita può fare quel che vuole, ma tu no, essendo una sparacazzate blogger hai un livello di invisibilità tale che non te lo puoi permettere.
Non scherzare sul sesso, la tua potrebbe essere intesa soltanto come invidia del pene.
Non attaccare i movimenti pro-life, gli dai solo visibilità.
Non attaccare nessuna idea, nessuna persona, nessun movimento o gruppi per la stessa ragione. Tua e di gente come te è la colpa di aver ironizzato su Berlusconi, Renzi e Beppe Grillo portando loro una visibilità che altrimenti non avrebbero avuto (ahahhahahah).
Se scherzi su Grillo sei una troll del Pd e sei favorevole alla ka$ta, se lo fai con gli altri partiti sei la solita destabilizzatrice.
Non scrivere assolutamente niente sulle scie chimiche, il signoraggio e altri fenomeni relativi alle manipolazioni, rischi di fare il “loro” gioco.
Non esprimere le tue critiche, neanche scherzando, altrimenti fai disinformazione.
Non puoi schierarti, non puoi non schierarti, non puoi occuparti di politica, non puoi parlare di stragi di migranti perché in Italia c’è la crisi e dovresti occuparti principalmente dei problemi degli italiani, per la stessa ragione non dovresti scrivere della guerra in Siria o di altre cose che non riguardano il tuo paese.
Non parlare di povertà e mancanza di diritti umani e civili neanche usando un tono leggero, diffonderesti solo pessimismo.
Vai in palestra, mettiti a dieta, dimagrire è l’imperativo, il tuo corpo lancia messaggi fuorvianti e tutto quello che scrivi sulla libertà dimensionale è una stronzata, morirai presto!
Anche quando fai le battute non scordarti che sei una femminista e dimenticati di esserlo, attacca la Boldrini, difendi la Boldrini a seconda delle condizioni meteo, ma comunque parlare della Boldrini è radical-chic e non puoi permetterti di essere radical-chic, persone come te dall’alto del loro metro e 55 cm non possono permettersi di stare sopra le righe, casomai stai sotto.
Non scherzare sugli oroscopi, Saturno ti si potrebbe mettere contro.
Chiudi il blog, cancellati da tutti i social network, non usare neanche più l’email, non andare al lavoro, non uscire più di casa neanche per fare la spesa, potresti fare qualche battuta dal pizzicagnolo e in questo modo esprimere una tua opinione che comunque sarebbe sbagliata.
Vado, non vado? Se vado chi voto? Se vado ma non voto mi faccio certificare che non voto, ma se me ne vado al mare? No via mi sento in colpa, ci sono persone che hanno dato la propria vita affinché potessimo scegliere tra Renzi, Grillo, Berlusconi … ;-( Si c’è la lista Tsipras, ma tanto chi se la fila? Ma no, se tutti ragionassero come me nessuno andrebbe a votare, ma io chi sono? E poi nella Lista ci sono alcuni nomi che non mi convincono. Allora dovrei tenermi tutta la merda che c’è sempre stata per colpa mia che ho sempre votato la Ka$ta anche se non ho mai votato un partito di maggioranza e comunque #TantoVinconoLoro. E se fondassi un mio partito? Questa si che sarebbe una svolta, ma come si fa? Oddio io un blog ce l’ho, anche più di uno a dire il vero. Sono realmente incensurata, non sono collusa, ormai non mi collude più nessuno da quando ho messo su qualche kg di troppo, forse dovrei fare palestra. Ma no il fisico non serve, molti politici hanno qualche kg da perdere, se poi diventassi figa come la Boschi mi direbbero che sto in politica perché l’ho data via, opto per lo stile culona like Merkel style. Mi serve un nome, Lista Ancarola, Movimento delle 5 Sabrine .. ma dovrei trovarne altre 4 … Forza Bel Paese! oddio sa di formaggio, potrei proporlo a Sabrella Sant’Atroce. Al nome posso pensarci più avanti, intanto dovrei impegnarmi nel rilasciare qualche dichiarazione su facebook e su twitter tipo: “Io sono contro, fanno tutti schifo” m’indigno, mi faccio un paio di selfie contro quello e quell’altro, copio-incollo da altri, se sbaglio dico che non è colpa mia e chi fa la spia non è figlio di Maria. Poi recluto adepti, i delusi sono tanti non dovrei faticare, prometto che nel giro di pochi anni sconfiggerò il cancro, la calvizie, l’eiaculazione precoce, butterò fuori tutti questi mafiosi di merda, eliminerò “per sempre” i peli superflui, manderò via Napolitano e pure Clio con i suoi make up (ah è un’altra Clio? .. fa lo stesso, tanto sarà collusa con qualcosa pure lei, forse è nel racket della Kiko). Assicurerò un lavoro per tutti, un tetto e le tette, sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno, ogni Cristo scenderà dalla croce anche gli uccelli faranno ritorno (mi sa che su questo dovrei lavorarci se no la Siae m’incula sui diritti d’autore). Poi quando ci saranno d’affrontare temi caldi come l’immigrazione, la liberalizzazione delle droghe, l’aborto, l’eutanasia, la crisi e i diritti della comunità LGBT dirò che non possiamo mantenere più questi gay musulmani migranti disoccupati incinti fatti e suicidi, che di loro se ne dovrebbe occupare l’Europa e a proposito di Europa dirò che dobbiamo uscire dal continente, ritagliare la catena montuosa delle Alpi e delle Dolomiti e galleggiare un po’ più verso l’Atlantico risalendo sopra il Portogallo per andarci a posizionare sopra la Francia, così manderemo la nostra merda a quegli spocchiosi dei nostri cugini francesi. Basta Euro, torniamo alla Lira, al limite anche alla Cetra. Forse dei fenomeni sociali ci ho sempre capito poco, ma credo di comprendere quello che viene chiamato bipolarismo politico e secondo me la mia idea è fattibile, di stronzate in giro ne vedo delle peggiori.
Prediligo il muschio selvatico ai maschi selvatici, sarà che sono un’inguaribile nostalgica degli anni ’80, ma preferisco sentir parlare di zerofollia che di omofollia.
Di folli osservo quei simpatici ragazzi dalle teste rasate e quei genitori che hanno protestato contro la lettura di un estratto del libro “Sei come sei” di Melania Mazzuccato avvenuta al liceo Giulio Cesare di Roma. A tal proposito i fascistelli ieri hanno sfilato davanti al liceo con uno striscione con scritto: “Maschi selvatici! Non checche isteriche”. Non so perché abbiano voluto sottolineare il loro essere maschi selvatici dato che nel mondo animale i rapporti fra esseri dello stesso sesso sono ordinari. L’esser checca isterica inoltre è un fenomeno trasversale ad ogni orientamento sessuale, è isterico chi ha una reazione spropositata riguardo ad un fatto o ad un pensiero e in quanto a reazione spropositata, quella delle teste rasate va oltre ogni logica. Il loro leader infatti afferma che “l’azione è stata effettuata per esprimere il nostro dissenso nei confronti della decisione di alcuni docenti di sottoporre, agli alunni delle classi del ginnasio, la lettura di tale romanzo di carattere decisamente omosessualista e fin troppo esplicito. È inaccettabile che al giorno d’oggi, con la crisi che impera e con la disoccupazione a livelli record, vengano presentati ai giovani studenti modelli di vita deviati e perversi come se fossero la normalità o rappresentassero una priorità. Spetterà a noi ragazzi rialzare le sorti del nostro paese e non sarà di certo attraverso la propaganda gay che ciò sarà possibile. Il nucleo fondamentale della società è infatti la famiglia, quella tradizionale, formata da padre, madre e figli ed è solo su questo modello che si baserà il futuro della nostra nazione. Ci auguriamo che non si verifichino più episodi di questo tipo e che romanzi del ‘genere’ vengano eliminati definitivamente dalla scuola pubblica.” Povera scuola pubblica se deve essere difesa dai fascisti e da chi ha paura che si parli di sessualità, libertà e diritti. Fra l’altro non conoscevo la parola “omosessualista”, pensavo di essere la solita ignorante per cui mi sono messa a cercarla nei dizionari e ho scoperto che questa parola non esiste, se la sono inventata coloro che hanno paura che la libertà dei non etero in qualche modo minacci la loro. In quanto alla crisi non mi capacito del perché non abbiano inserito anche “e le foibe?!”.
Ritroviamo nei loro discorsi i soliti ritornelli che ho letto anche recentemente nel manifesto di Adinolfi, la famiglia dev’essere quella formata da una mamma e da un padre. Mai che qualcuno di loro dica che la famiglia è un nucleo, di due o più persone, dove ci si preoccupa di crescere (grandi e piccini) con amore e rispetto.
Ho letto il brano incriminato, parla di un pompino, credo che i ragazzi dei licei in materia ne sappiano più di me e che l’occasione di una lettura riguardo al sesso (omo o eterosessuale) possa essere l’occasione per poter parlare dell’argomento in classe affrontando, se ci sono, le varie paturnie e curiosità. In questo caso, visto che di omosessualità si parla, è una buona occasione per discuterne e di sicuro una chiacchierata sull’argomento non va a “traviare” l’orientamento sessuale dei ragazzi. Sempre sull’argomento, se volete farvi due risate, vi consiglio la lettura del post di Eretica: #Roma: giovani omofobi crescono.
Ma parliamo dei genitori scandalizzati, questi che si sono rivolti alle associazioni antiabortiste per tutelare i loro figli, ma scambiare due parole con i ragazzi no? Di cosa hanno paura? Che i figli arrivino a comprendere, anche se mi auguro che l’abbiano già fatto per conto loro, che esistono sentimenti e rapporti sessuali anche fra persone appartenenti allo stesso sesso? Temono che venga smontata la storia delle api e dei fiori e della cicogna?
Fra l’altro se alla loro età i miei genitori fossero intervenuti su un argomento del genere a scuola io mi sarei sotterrata dalla vergogna, ma a quanto pare la mia generazione e quella di chi è poco più grandicello di me non ricordano più la bellezza della scoperta della propria indipendenza che avviene durante i primi anni delle scuole superiori. Leggevo proprio ieri dell’ingerenza di alcuni genitori anche nelle università.
E’ avvilente constatare quanto la paura di quello che alcuni considerano non ordinario vada ad opprimere le libertà altrui, è la stessa paura che ho letto nei commenti sulla presentazione di libri contro gli stereotipi di genere o nelle giustificazioni di chi in fondo crede che le vittime delle violenze se la siano andata a cercare. Gli omosessuali, le lesbiche, le transessuali, i transgender, le femministe, gli extracomunitari, i neri, i musulmani, i cioccioni, gli ebrei, tutto quello che non rientra in uno standard definito dall’italico fasciocattolico spaventa e deve essere oppresso in tutti i modi, in tutti i luoghi e in tutti i laghi. La crisi è colpa della lobby dei gay e di chi scappa da un paese povero o in guerra. La famiglia cuore è in pericolo, non può uscire di casa che viene minacciata da omosessuali (rigorosamente addobbati con lustrini e boa rosa fuxia) e femministe (brutte e baffomunite). Per fortuna il maschio selvatico salverà l’umanità paraponziponzipà.
Mario Adinolfi vuole la mamma “ma non è abbastanza grande e grosso per essere indipendente?” vi chiederete voi miei piccoli lettori, no “Voglio la mamma” è il titolo del suo ultimo libro che sarà lanciato (purtroppo né su Marte, né direttamente nel bidone dell’immondizia) il 5 Maggio presso la camera dei deputati del nostro laicissimo stato (ahahahahhahahah) a Montecitorio. Nella sua ultima fatica letteraria Adinolfi si staglia contro le nozze gay, il cambiamento di sesso, l’aborto e l’eutanasia. Come se questo non bastasse ha pure fondato i circoli Voglio la mamma pronti a mettere in giro il suo verbo e il suo complemento oggetto (vi consiglio l’ottima riflessione di Eretica a riguardo: #Adinolfi do you know libertà di scelta?). E’ bello quanto un uomo in salute, che si professa eterosessuale, si preoccupi della condizione delle donne, dei gay, dei malati terminali e di chi desidera cambiare sesso, è curioso che decida di lanciare la sua startup proprio il 25 Aprile infangando così anche la giornata della resistenza. A proposito di resistenza e di diritti voglio ricordare una manifestazione, avvenuta qualche anno fa davanti alla prefettura di Firenze, a sostegno del padre di Eluana Englaro: eravamo poche decine di persone, ma fra i partecipanti c’erano alcuni partigiani con il loro stendardo e i loro fazzoletti rossi al collo. Penso ai partigiani, presenti in tante manifestazioni dove viene minacciata la libertà individuale o dove c’è da difendere un territorio, penso alla fatica, alle loro gambe incerte e alla loro fierezza con la quale prenderebbero volentieri a calci in culo Adinolfi.
Dal suo blog, che non linkerei neanche sotto tortura, leggo che questa associazione nasce per “resistere” alla dittatura del politicamente corretto e che è pronta a difendere, grazie ai 20 punti del loro programma, la libertà di nascere, vivere e morire in tutti i modi, in tutti i luoghi e in tutti i laghi. Questi 20 punti sono più o meno gli stessi che ho già visto nei vari siti e nei vari gruppi degli omofobiciclericali, gruppi che si stanno moltiplicando come i Gremlins quando gli si dà da mangiare e in questo caso non credo sia la mamma di Adinolfi a sfamarlo (fra l’altro dovrebbe essere enormemente ricca per farlo), ma la CEI e similari. Osservo la stessa zolfa di chi ripete, in nome della propria libertà, che una donna, anche se non lo desidera, deve essere costretta a procreare, che è un delitto sposarsi con chi si ama se appartiene al tuo stesso sesso, che è contro-natura vivere l’identità sessuale a cui si sente di appartenere e che è impensabile lo scegliere di voler morire in modo dignitoso. Questi famigerati 20 punti se la prendono inoltre con la diagnosi prenatale e l’omogenitorialità, fra i vari deliri leggo che il matrimonio fra le persone appartenenti allo stesso sesso porta inevitabilmente alla legittimazione della poligamia e della poliandria, un po’ come se io un domani mi sposassi con Maria e mi ritrovassi sposata, chissà per quale mistico motivo, anche con Teresa, Gaetana, Giusy, Concettina e Carmeluccia (ho sempre avuto un debole per le donne del sud ❤ ). Probabilmente sono io che ho un concetto di libertà differente, una libertà che è spesso ostacolata da uomini e dagli appartenenti di qualsiasi sesso delle lobby clericali. Rido per non piangere, Adinolfi e i tanti come lui che si fanno portatori di questo oscurantismo sono pericolosi, offendono i diritti alle libertà individuali, non pongono i cittadini sullo stesso piano di fatto ghettizzandoli. Purtroppo la mamma degli Adinolfi è sempre incinta.
Vivremo insieme l’irripetibile esperienza con passione politica autentica con animo casto (anche perché chi tu voi che mi trombi) e con la sorpresa dell’amicizia. Ci manderemo poi
quando verrà il tempo nuovo
di rivotare finalmente
l’uno contro l’altro.
E ci manderà
anche quello che non
ha vissuto assieme a noi
fra i banchi del parlamento
nella repubblica inquieta
e nel salto della quaglia che ci chiama.
La mia fede
è la tenerezza dei tuoi sguardi.
La mia fede
è nella poltrona che cerco
Oggi in questo giorno di festa, di abbuffate con parenti e amici, dovremmo pensare a chi è meno fortunato di noi. No, non mi riferisco ai cittadini del cosiddetto terzo mondo, né alle persone che in questo periodo stanno soffrendo a causa della crisi, sto pensando ai fruttariani, agli ehreiani, ai crudisti e in generale a tutti coloro che, per scelta di vita, si privano delle gioie del cibo. Pensate, proprio mentre voi vi avventerete sull’abbacchio, la pasta al forno, la parmigiana, pasterie, torte pasqualine, cotiche e fagioli e quant’altro, migliaia di persone non mangeranno praticamente un cazzo e saranno pure convinte di far del bene alla propria salute e al pianeta. Altri invece, nello stesso istante in cui frantumerete le uova per rimpinzarvi di cioccolato in tutte le sue varianti, continueranno a purgarsi con il sale inglese e altre schifezze per poi cacare i calcoli del fegato che mostreranno con fierezza nel web. Posso comprendere che per uno stretto periodo, sotto controllo di professionisti (e non è facile trovare dei veri professionisti nell’ambito della medicina alternativa), si scelga di sottoporsi a determinati stili alimentari, sia per motivi di peso che di depurazione dell’organismo. Quello che mi rimane davvero difficile da comprendere è il fanatismo che spesso accompagna le persone che fanno scelte alimentari estreme, non ha caso ho trovato dei riferimenti riguardo alla dieta ehretiana, la dieta che prevede una vita senza muco di cui avevo parlato in questo post, in uno dei gruppi meetup di Beppe Grillo. Si può vivere felici nutrendosi esclusivamente di mele? A me riesce davvero difficile da comprendere. La vado dura andare in pizzeria con gli amici, o sedersi nelle grandi tavolate dei ritrovi familiari, e mangiare solo mele mentre ti passano davanti ogni tipo di delizie. Ma forse sono io che sono debole, lo ammetto, sono davvero pessima, non potrei mai fare a meno della pasta, della pizza, al limite potrei fare a meno della carne visto anche l’inesorabile calo dei miei rapporti sessuali. Ma almeno i crudisti, ehretiani ecc qualcosa mangiano, c’è invece chi ha scelto di nutrirsi solo di Prana, luce e amore, è questa la scelta degli adepti del respirianesimo.
Dal forum luogocomune.net leggo: “L’industria alimentare è la lobby più potente del pianeta. I suoi inganni sono tanti da non poter essere elencati tutti. I padroni del mondo riempiono da decenni le nostre tavole di veleni di ogni tipo (cibi ogm, formaggi avariati, polli alla diossina, vini al metanolo, uova marce, uva passa..). L’inganno più grande, però, è quello che viene perpetrato da millenni nella storia dell’umanità, e che finora solo pochi asceti hanno deciso di sfidare, insieme a qualche decina di top-model. L’inganno originale consiste nel farci credere che abbiamo bisogno di cibo, allontanandoci così dalle fonti del vero nutrimento, che sono la Luce e l’Amore.” Io speravo che questo fosse un trollone ma temo che non sia così 😦 Ora la lobby dell’industria alimentare, che a quanto pare esiste ancor prima della comparsa dell’uomo sul pianeta, cospira contro di noi costringendoci a mangiare!!11!!!!! Ripensandoci forse potremmo anche noi vivere tranquillamente di luce, un po’ come le piante, anche se temo che dietro questo ci sia la cospirazione della lobby della sintesi clorofilliana. Qua invece vi riporto la testimonianza di Pasquy: “I cambiamenti fisici più rilevanti sono stati la crescita costante di energia e luminosità e la scomparsa del bisogno di defecare. A un livello di pulizia totale si smette anche di urinare, Rimettendo i liquidi in circolo e attivando un processo autotrofo, Ma poiché sono ancora presenti delle tossine nel mio organismo dovrò pazientare!” Mi auguro che Pasquy rimanga sempre in buona salute, ma sono onestamente preoccupata per lei, specie dopo aver letto che alcuni respirariani svizzeri sono morti di fame … e non so come mai la cosa non mi sorprenda.
Quella si che fu un’estate indimenticabile, ricordo i nostri viaggi sulla sua meravigliosa Alfasud color marrone, la radio che trasmetteva Sambariò di Drupi, le sue musicassette super otto che facevano da colonna sonora al nostro infuocato amore. Si chiamava Salvatore Garrisi, era originario del sud, ma non gli piaceva farsi chiamare così per cui diceva a tutti di chiamarsi Guido. Cercava anche di mascherare il suo accento evidenziando un’improbabile inflessione toscana, il tutto risultava straordinariamente erotico, ogni volta che mi diceva delle frasi tipo: “Stasera ho fissato con quei ragazz’ alla hasa di ppopolo” io mi struggevo tutta. Era bellissimo, moro, capelli crespi, un paio di stupenti baffi folti stampati sulle labbra, somigliava tantissimo al chitarrista dei Camaleonti. Non era molto alto, né troppo magro, anzi qualcuno lo definiva un po’ tozzo ma per me era irresistibile specie quando indossava la sua camicia bianca, dal colletto con le grosse punte, dalla quale spuntava la sua soffice foltissima peluria.
Voglio parlarvi di quella volta in cui decise di portarmi al mare. Partimmo una calda giornata d’Agosto di mattina presto, quando scesi le scale di casa lui era già fuori, appoggiato allo sportello della sua auto, con i pantaloni stretti e la fruit bianca dalla quale traspariva, situato sulla spalla sinistra, il suo immancabile pacchetto di Marlboro rosse. Portava sempre degli stivali neri con la punta e una cintura in tela in pendant. Mi avvicinai per salutarlo con un bacio e immediatamente venni travolta dall’odore del suo sudore mischiato ad Aqua Velva. Mi disse subito: “Pohe smangerie, sbrigathi ghe se si trova traffiho tiro tante di quelle madonne da fa’ venì giù tutto i creato co’ tutto i’ creatore!” Era splendido quando mi parlava così, con me aveva tante di quelle premure, mi diceva sempre: “Te tu trombi solo con me, ma io posso tromba’ con chi mi pare, d’attra parte l’omo so io” oppure: “Ghe me la stireresti questa gamicia? La mi mamma, puttana troia che unn’è attro, unn me la stira mai home diho io”. Salii sulla sua macchina il cui aroma di tabacco e Arbre Magique mi avrebbe accompagnato per molti anni a venire. Partimmo di volata ed entrammo sulla provinciale proseguendo alla folle velocità di 80 km orari. Sul suo stereo girava la cassetta di Gepy & Gepy che mi piaceva tanto, ad un certo punto mi mise una mano sulla coscia e io gli chiesi cosa stesse facendo, lui mi rispose romanticamente: “Icche tu credi che faccia oh bischera?” Lo lasciai fare, mentre mi toccava sentii un brivido blu corrermi lungo la schiena, mi parlava di cose sempre interessantissime come il calcio e la sua collezione di bottiglie mignon di liquori, era tutto eccitato perché era riuscito finalmente a trovare lo Stock 84 ed io ero eccitata perché era riuscito finalmente a trovare il mio clitoride. Ci fermammo un attimo in una piazzola di sosta, pensai che a quel punto avesse voglia di fare all’amore, feci per levarmi gli slip quando mi disse: “Oh icche tu credi di fare? Porca zozza della madonna e c’ho da piscare!”. Quelle furono le sue ultime parole, non appena scese di macchina venne travolto da un tir, non lo dimenticherò mai.
Se tu non ci fossi non so cosa farei
da sola nel letto con chi dormirei?
Se tu non ci fossi chi mi farebbe compagnia
nel lungo inverno qua in periferia?
Se tu non ci fossi sarebbe più bello
non trovare i tuoi piatti nel mio lavello?
Se tu non ci fossi potrei esser felice
non avendo i tuoi panni nella mia lavatrice?
Se tu non ci fossi correrei a piedi nudi nella valle
saltando per la gioia di non averti più fra le palle
Nell’aria soffia una leggera brezza
si affollano nella mente quei pensieri
che mi riportano alla mia giovinezza
a una me gioiosa, com’era fino a ieri
Sento gli uccellini cinguettare
ascolto delle donne il chiacchiericcio
odo il cane del vicino abbaiare
e le bestemmie di un tipo alticcio
Quanta è bella questa primavera
di un nuovo sole che tutti seduce
di speranza per un sogno che si avvera
che si abbatta finalmente la bolletta della luce.